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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

Posts written by karplus

view post Posted: 26/3/2024, 23:31     "Quando il Regno Sabaudo poteva estendersi ai Cantoni Svizzeri di Svitto, Untervaldo, Uri e Vallese" - Irredentismo e Nazionalismo italiano
FONTE Claudio Martinotti Doria:
https://www.casalenews.it/cultura/quando-i...lese-46143.html


CITAZIONE
Accadde nel 1844 quando il cantone svizzero del Vallese, tradizionalmente cattolico, da pochi decenni entrato a far parte della Confederazione Svizzera, venne aggredito dalle ben organizzate ed equipaggiate truppe dei “Corpi Franchi” dei Cantoni protestanti, che costituivano la maggioranza della Confederazione (i Cantoni cattolici erano in netta minoranza essendo solo otto)

Mai la Svizzera fu così vicina all’autodistruzione come entità politica come in quel periodo, cioè dal 1844 al ‘47, anche se onestamente le cause furono più politiche che religiose, in quanto la Dieta Federale Svizzera a guida radicale voleva un governo più centralizzato e voleva eliminare le barriere doganali ancora in vigore tra i Cantoni oltre ai particolarismi e campanilismi, e i cantoni più rurali e conservatori (cattolici) erano contrari perché temevano di perdere i loro piccoli privilegi, tradizioni e autonomie, pertanto si riunirono in una lega detta Sonderbund che negli anni appena successivi si scontrò con l’esercito dei Cantoni Confederati nella cosiddetta Guerra del Sonderbund, che fortunatamente fu poco cruenta pur coinvolgendo circa 180mila soldati quasi equamente distribuiti nei reciproci schieramenti. Si risolse con la resa della lega e la trasformazione della Svizzera in uno Stato Federale a far data dal 1848, anche se è in uso definirla Confederazione Svizzera o Elvetica.

Ma torniamo al 1844 quando Il Vallese aggredito dai protestanti chiese e ottenne rapidamente l’appoggio dei Cantoni cattolici di Schwyz, Uri ed Unterwalden, i quali seppur uniti in questa alleanza contingente, ebbero immani difficoltà a respingere il fortissimo attacco dei protestanti, soprattutto perché erano privi di risorse e non erano in grado di procurarsi armi ed equipaggiamento.

Quando ormai stava prevalendo la disperazione per l’ormai imminente e inevitabile sconfitta, i cantoni cattolici inviarono a Torino due “ambasciatori”: il generale Kalbermatten e il conte Maurizio de Courten per invocare il sostegno del regno di Sardegna, disposti ad assoggettarsi al re Carlo Alberto come sovrano e di conseguenza incorporare nel suo regno i Cantoni cattolici già citati. Preferivano sottomettersi a un monarca piuttosto che accettare le intenzioni ormai manifeste di un governo svizzero centralizzato a guida protestante, radicale e liberale.

I due delegati chiesero pertanto a Carlo Alberto di inviare truppe in loro aiuto oltre a un finanziamento di un milione a fondo perduto per l’acquisto di armi ed equipaggiamento militare.

Il ministro Solaro pensò fosse finalmente giunto il suo momento magico, atteso da tempo, coltivato in quella sua idea “geopolitica” custodita gelosamente, convinto com’era che il destino storico del Piemonte fosse quello di “Stato cuscinetto” fra l’Europa continentale e la Penisola italiana, ma restando indipendente da tutti ed espandendosi quando le circostanze storiche lo avessero consentito, e questa era una di quelle occasioni da cogliere al volo.

Solaro chiese pertanto a Carlo Alberto di sostenere i cattolici svizzeri aggrediti dai protestanti, accogliendo le richieste dei delegati vallesi.

Come scrisse in seguito nei suoi libri di memorie storiche e politiche, era certo che le truppe dell’esercito piemontese avrebbero prevalso sui protestanti, riuscendo a liberare tutti i Cantoni cattolici dagli aggressori.

Purtroppo Carlo Alberto non la pensava allo stesso modo, aveva ambizioni da megalomane pur nelle sue frequenti esitazioni, voleva addirittura espandersi in Lombardia sfidando l’Austria, e così non colse la ben più facile e accessibile Svizzera cattolica, che gli si offriva su un piatto d’argento, con un minimo tributo di sangue e risorse finanziarie.

Solaro riteneva che il Piemonte per storia, tradizione, mentalità e lingua, fosse una Nazione con una sua identità ben distinta, addirittura estranea dal resto della penisola, e non avrebbe dovuto immischiarsi nell’Unità d’Italia, respingendo con tutte le forze quella che definiva “fantastica idea di Risorgimento nazionale, falsa in teoria, funesta in pratica”.

Un pezzo di storia che non conoscevo! Sarebbe interessante sapere se dal punto di vista militare questo sostegno ai cantoni svizzeri cattolici fosse davvero una passeggiata come prospettato dall'autore dell'articolo.
view post Posted: 26/3/2024, 22:36     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Sono passato un paio d'anni fa davanti a questo cartello in zona Rosiere/LA Thuile https://maps.app.goo.gl/CkYLcMjvaneyCD2TA , tuttavia verificando sia su openstreetmap che su google maps il cartello è ben al di là del confine.
È vero che non si tratta di un cippo di confine, ma perchè metterlo in un posto così platealmente sbagliato?
view post Posted: 8/1/2024, 01:09     +1Analisi storica del Patto di Londra - Irredentismo e Nazionalismo italiano
CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 22/3/2022, 08:15) 
Come è stato analizzato anche più sopra in questo filone ed anche accennato in altri, prima della firma del Trattato o Patto segreto di Londra del 26.04.1915, vi furono, sopratutto su impulso dell'Impero Tedesco, trattative tra Italia ed Austria-Ungheria per la cessione all'Italia di alcuni territori di confine, al fine di garantire la neutralità del nostro Paese nel conflitto europeo già deflagrato quasi un anno prima.
Le trattative non si conclusero e l'Italia si legò all'Intesa che, ovviamente, offriva di più.
Ieri ho trovato una relazione credo scritta da un'Inglese dell'epoca durante la guerra (Douglas W. Freshfield nel Geographical Journal, Vol. 46, No. 6 Dec., 1915), sulle frontiere meridionali dell'Austria. Al riguardo, in calce all'opera, vi sono delle mappe, non granché calibrate nello spazio, ma che, comunque, denotano piuttosto chiaramente i confini di allora, quelli richiesti dall'Italia e, in parte, quelli che l'Austria era disposta a concedere.
Vi è anche una mappa etnico-linguistica della zona in quegli anni con accennato anche il confine del Brennero e, a oriente, quello tracciato sullo spartiacque (almeno nella parte settentrionale).
Ne pubblico tre.

Mappa etnico-linguistica delle Tre Venezie

d1

Mappa del confine tridentino - Proposta Italiana (confine napoleonico a Chiusa) ed austro-ungarica

d3

Mappa del confine orientale con la proposta Italiana

d5

Curioso, nella prima cartina si vede la valle collaterale della val Venosta (Trafoi, Prato allo Stelvio) come madrelingua italiana, mi pare un errore.
Per la prima volta vedo nero su bianco la proposta austriaca di cessione di territori all'Italia in cambio della neutralità, ricordavo fossero molto più limitati. Ed è la prima volta che leggo Botzen con la T.
view post Posted: 8/1/2024, 00:52     +2Il canton Grigioni - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Molto carino come video.
Interessante notare come in realtà mi pare di aver sentito ben tre variante lombarde (bassa valtellina, milanese e "ticinese"). Comunque nè l'italiano nè il dialetto sembravano aver avuto alcun "imbastardimento" col tedesco, a parte l'ovvio uso di alcune parole tipo seilbahn al posto di funivia, e immagino altri elvetismi tipo natel e simili.

Amarezza nel constatare che i giovani che ambiscono a fare anche un semplice liceo devono necessariamente spostarsi a Coira (che dista come Milano) e quindi sapere già il tedesco. In pratica del tedesco può farne meno solo chi sceglie di restare a vivere in questa valle collaterale, ma anche gli apprendisti artigiani finiscono in Engadina e anche lì devono sapere il tedesco.

PS scopro ora che in valposchiavo sono quasi tutti cattolici. Mi domando allora perchè a suo tempo non abbia seguito le sorti della Valtellina finendo nel lombardo-veneto, visto che la discriminante vera alla fine era stata quella religiosa. La val bregaglia svizzera infatti è l'unica zona dove gli italiani sono anche protestanti.
view post Posted: 6/9/2023, 11:34     Proposta inglese di spartizione dell'Italia a Teheran nel 1943 - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Ma in grecia è mai esistita davvero una qualche corrente che mirava ad annettersi la magna grecia di 2000 anni fa?
view post Posted: 5/9/2023, 10:38     +1Proposta inglese di spartizione dell'Italia a Teheran nel 1943 - Irredentismo e Nazionalismo italiano
proposta-inglese-Teheran-1943

www.bellunopress.it/2021/08/29/lo-...oslavia-di-tito

CITAZIONE
La conferenza di Teheran (capitale dell’Iran) identificata con il nome in codice “Eureka”, si tenne dal 28 novembre al 1º dicembre del 1943 tra quelli che saranno poi i vincitori della Seconda guerra mondiale: il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, il capo di Stato sovietico Iosif Stalin e il Primo ministro britannico Winston Churchill. Il vertice dei “Tre Grandi” anticipò le decisioni che saranno prese alla Conferenza di Jalta, dal 4 all’11 febbraio 1945 tenutasi nel Palazzo di Livadija, la vecchia residenza estiva di Nicola II, a 3 km a ovest di Jalta, in Crimea, dove si decise la suddivisione dell’Europa in blocchi e le conseguenti sfere di influenza tra Usa e Unione Sovietica. Parte da qui la cosiddetta guerra fredda tra Usa e Urss, o “cortina di ferro”, come la chiamò Winston Churchill in un famoso discorso tenuto il 5 marzo 1946 a Fulton, nel Missouri (Usa).

Della conferenza di Teheran (e anche da quella di Jalta), che segnarono il destino degli stati europei nel dopoguerra, sappiamo quasi tutto. Ma c’è un particolare nelle trattative a Teheran che rimase nascosto e che probabilmente non è noto a molti lettori. A rivelarlo, sul numero di novembre 2020 di Rivista Marittima, mensile della Marina Militare, è un corposo articolo dal titolo “Buona Guardia! Una storia di Etica a difesa dello Stato” di Enrico Cernuschi *, nel quale descrive l’ipotesi di spartizione dell’Italia che Churchill propose a Stalin e Roosevelt e che i due capi di stato rifiutarono. A Teheran nel 1943, infatti, i progetti di Stalin e Roosevelt concordavano, in parziale contrapposizione con i piani di Churchill.
Facciamo un piccolo passo indietro. Nel settembre del 1943 l’Italia, nell’impossibilità di ottenere assieme alla Germania una pace separata con l’Unione Sovietica per impossibilità di convincere il Führer, e nell’incapacità di opporsi alla forza militare statunitense e alla supremazia navale britannica nel Mediterraneo, ritiene necessario sottoscrivere un armistizio con Washington e Londra. Così, il 3 settembre del 1943 a Cassibile (Siracusa), l’Italia firma la resa incondizionata agli Alleati sganciandosi dall’alleanza con Hitler. L’armistizio, per una clausola del patto rimase segreto per 5 giorni ed entra in vigore con l’annuncio pubblico dato alla radio. Il pomeriggio dell’8 settembre 1943 alle ore 17:30 (18:30 per l’Italia) Radio Algeri trasmette il proclama in inglese del generale statunitense Dwight Eisenhower. E alle le 19:42 italiane l’Eiar diffonde il famoso proclama ambiguo di Badoglio dell’8 settembre 1943 che provocherà la carneficina dei reparti italiani a Cefalonia da parte della reazione delle truppe tedesche. E tuttavia, per quanto pasticciato, con il re che il 9 settembre se la svigna seguito da uno stuolo di generali dal porto di Ortona a Mare diretto a Brindisi, l’armistizio di Cassibile eviterà l’abbattersi dei bombardamenti pesanti sulle popolazioni come invece avvenne in Germania e in Giappone con le due bombe atomiche.
Londra, e l’hanno descritto bene Fasanella e Careghino nei loro libri, per contenere la costante crescita economica dell’Italia nel ‘900 voleva imporre un cambio con la sterlina e punitivo ai danni della lira, ossia la perdita di sovranità monetaria del soccombente. L’operazione riuscirà una cinquantina d’anni dopo con l’euro. Ma quella è un’altra storia.

A Teheran nel novembre del 1943 gli inglesi presentarono un progetto di partizione, nonostante gli impegni presi in seguito all’incontro del 14 settembre 1943 a Brindisi (mappa dell’Italia spartita di Vincent P. O’Hara **). Per attuare lo spezzatino dell’Italia gli inglesi chiesero, come già avevano in animo di ottenere nel settembre di quello stesso anno, l’allontanamento di Re Vittorio Emanuele III, abolendo, con lui, il governo italiano, così da poter assegnare a un’Amgot (L’Allied Military Government of Occupied Territories, Amministrazione militare alleata dei territori occupati, e un organo militare deputato all’amministrazione dei territori occupati dagli Alleati attivo durante la Seconda guerra mondiale) che, auspicavano fosse diretta, per meriti di guerra, alla sola Gran Bretagna. L’Italia occupata, dunque, sarebbe stata sotto il diretto controllo inglese. Il piano prevedeva, inoltre, per il dopoguerra – scrive Enrico Cernuschi su Rivista Marittima – la suddivisione in 5 zone di occupazione: una ellenica estesa subito alle Puglie e, in seguito, al meridione, sulle linee dell’antica Magna Grecia; una jugoslava dall’Istria fino a Milano esclusa; una francese comprendente la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Liguria, l’isola d’Elba e la Lombardia fino a Milano inclusa (città definita, non a caso, «il cestino del pane»); una inglese formata dalle isole maggiori più la Calabria e una statunitense col Lazio (più Napoli) da governare assieme al Papa. L’Alto Adige, per contro, doveva essere subito restituito all’Austria, in fin dei conti alleata secolare di Londra sin dalla fine del Seicento, a parte pochi, momentanei screzi nel 1734, all’epoca della Guerra dei sette anni e durante il Primo conflitto mondiale.

Insomma, Belluno con il Triveneto e l’Istria sarebbe passato alla Repubblica socialista federale della Jugoslavia.

Ma l’idea non piacque alle due superpotenze Usa e Urss e il progetto cadde. Anche perché l’Unione sovietica non aveva particolari vantaggi da questa spartizione e gli Stati Uniti rifiutando il protettorato dell’Italia centrale, si garantirono in seguito il controllo dell’intera Penisola.
Una bocciatura che il generale britannico, capo di Stato Maggiore imperiale, Alan Brooke, aveva già intuito il 25 ottobre 1943 quando scrisse nel suo diario: “Se guardo al Mediterraneo, mi rendo conto anche troppo bene di quanto grandemente ho fallito”.

Roberto De Nart

Non è un piano dissimile dalla proposta di divisione (fra TUTTI gli alleati) della Germania e dell'Austria dopo la fine della guerra, entrambe non sono poi avvenute.

Qua però siamo ai livelli di ucronia. Mi stupisce l'assurdità della proposta di includere la Grecia fra gli stati occupanti, che mi risulta nella seconda guerra mondiale abbia solo partecipato per liberare la propria patria e non su suoli esteri.
Assurdo poi, come sottolineato dall'articolo, che non sia stato proposto nessuno territorio per l'Unione Sovietica. Patetico il tentativo di annessione dell'Alto Adige all'Austria, che aveva partecipato alla guerra a fianco all'Italia.
Mi sarebbe piaciuto trovare qualche riferimento internazionale in più a questa vicenda, messa così sembra ucronia pura.
view post Posted: 14/8/2023, 09:08     +1Quando la Svizzera voleva invadere l'Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Beh ricordo bene che dopo l'unificazione italiana del 1861 anche in Austria-Ungheria c'era un certo fermento misto a timore, perchè giustamente temevano le mire italiane sul triveneto (Venezia e Trieste strategicamente avevano un peso, Lugano e Bellinzona poca roba). Quindi, visto il contesto risorgimentale, le mire sul Ticino erano assolutamente scontate e legittime.

Tornando all'oggi faccio notare che nei vari gruppi facebook ticinesi questi passano il tempo a lamentarsi della politica filo-tedesca di Berna, che a loro dire trascurano il Ticino in favore del centralismo franco-tedesco. In proposito tempo fa avevo letto che, seppur a livello di fantasia, la svizzera sarebbe contraria a una lombardia annessa alla svizzera proprio perchè a quel punto l'etnia italiana sarebbe preponderante.
Oggi di diverso fra Ticino e Lombardia ci sono solo le diverse costruzioni sociali realizzate negli anni, vedi la storia di sanità pubblica e fondo mutua, la prostituzione legalizzata e così via.
view post Posted: 4/7/2023, 15:12     +1Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Ne ero sicuro, so che il confine con le alpi francesi è il tuo pane!

Tra l'altro, riguardo al plateau rosa, sono abbastanza sicuro che avevo già postato in passato quello del colle del Teodulo, abbastanza vicino a questo. Finalmente potranno ristrutturare il rifugio allora!
view post Posted: 4/7/2023, 14:37     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 10/6/2023, 14:20) 
Notizie che provengono dalla Svizzera ma che possono interessarci nella parte relativa al confine italo-svizzero.

In particolare, il destino del famoso Rifugio Guide del Cervino (valdostano) che, cambiatosi in zona lo spartiacque a causa dello scioglimento dei ghiacciai, si era, di fatto, ritrovato quasi interamente in territorio elvetico, in base ad un accordo intercorso lo scorso maggio in Berna tra i Commissari svizzeri ed italiani esperti della delimitazione del confine comune, poi da approvare, il rifugio si ritroverebbe infine interamente in territorio Italiano, il confine, infatti, lo contornerebbe come avviene, già da tempo, per il Rifugio Capanna Margherita sul Rosa.

In cambio, immagino, l'Italia dovrà cedere alla Svizzera una particella di territorio in zona di eguale misura. Tuttavia la notizia non cita nulla al riguardo.
www.rsi.ch/news/svizzera/I-confini...o-16310479.html

In questo altro articolo, meno recente, del 2021, si parla di un accordo trovato a Firenze che dovrà essere ufficializzato, cosa già fatto lo scorso maggio come sappiamo dal precedente articolo.
Speriamo che venga messo in vigore presto. Sono passati almeno 5 anni. Mi sembra un tempo più che sufficiente per definirne la soluzione.
www.ilpost.it/2021/12/01/ghiacciaio-confine-italia-svizzera/

Sono stato di recente proprio al Plateau Rosa, ho fatto una foto al cippo di confine all'arrivo della funivia:
cippo-plateau-rosa

Questa è l'immagine navigabile da google maps che rende l'idea di come il confine tagli a metà tutti gli edifici, mediante la linea gialla https://goo.gl/maps/vC5VGjYUP4sQVyaq9 , la piastrella/cippo di confine è esattamente in mezzo (al sole subito dopo l'ombra):
Cattura


Di seguito posto anche un cippo che ho trovato al confine del Piccolo San Bernardo, su una collina a fianco al cromlech (notare che sopra il cippo c'è un tondino bronzeo di punto geodetico):
cippo-piccolo-san-bernardo-lato-ita cippo-piccolo-san-bernardo-lato-fra
view post Posted: 26/5/2023, 16:03     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Questa è stata l'unica rettifica territoriale FRANCESE del 1947 che ha riportato il confine sullo spartiacque, a differenza delle altre (moncenisio, tenda, thabor e chaberton ) che invece hanno portato il confine oltre lo spartiacque ai danni dell'Italia, giusto?

Segnalo che nonostante la riapertura del passo di ieri secondo google maps la strada dal solo versante italiano è chiusa, anche se dalle webcam si vedono auto in transito. Mah.
view post Posted: 26/5/2023, 09:05     +1Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Ok, ho ritrovato la cartina che avevi scansionato e la riposto di seguito opportunamente raddrizzata.
Confini-vari-sul-Passo-del-Piccolo-San-Bernardo-Italia-Francia

Tuttavia riporto anche questa che mi sembra più chiara dal punto di vista cronologico, presa da www.psbernard.com/it/il-colle-nel-corso-dei-secoli/ come anche il successivo elenco:
croquis-fronti%C3%A8res-717x1024

Riporto anche la lista puntuale degli spostamenti di frontiera:
CITAZIONE

  1. Fino al 1725 : il limite tra Ceutroni e Salassi. È il limite dello spartiacque, tra 2 popoli, tra 2 comunità montane, che si ripartiscono l’acqua e gli alpeggi.

  2. 1725 : nuova frontiera pastorale, definita in seguito a un giudizio che spostò la frontiera verso il lato francese tra l’ospizio e colonne Joux.

  3. 1797 : rivoluzione francese, una frontiera temporanea fu istituita (Ci sono contraddizioni).

  4. 1814 : Ritorno dei ducati di Savoia e di Aosta. Ristabilimento della frontiera del 1725.

  5. 1861 : annessione della Savoia alla Francia nel 1860. I servizi doganali furono istituiti. Napoleone III concesse una lingua di terra con l’ospizio ed il territorio legato, che poi diventò italiano.

  6. 1947 : ripristino della frontiera sullo spartiacque dopo alcuni negoziati tra politici dei 2 versanti.


Quindi in buona sostanza il confine prima del 1725 era sullo spartiacque eccetto che per un paio di punti, nell'arco di due secoli ci sono state numerose rettifiche, fino al 1947 in cui è stato rimesso sullo spartiacque ma cambiando un paio di punti.
view post Posted: 25/5/2023, 21:57     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 11/9/2010, 00:09) 
Allora, vediamo di rispondere con ordine.



Chaberton
No, Gabriele. Prima del '47 la frontiera non si limitava a passare sulla sua cresta ma andava parecchio al di là inglobando in Italia tutto il massiccio. Lo spartiacque alpino principale è infatti più ad Ovest. Linee delle cime e spartiacque principale a volte non coincidono. Questo capita anche in altri punti del confine italo-francese.

Moncenisio
Quella foto è del 2004. Da allora non sono andato più sul Moncenisio. Sarei curioso di vedere se c'è ancora.Comunque anche lì, come in Valle Stretta, si nota una certa influenza della vicina Italia. Al Passo anche bandiera Italiana. La maison franco-italienne dispensa notizie ed informazioni in entrambe le lingue, alcuni hotel vicino la diga sono gestiti da Italiani.

p1010682b

Colle del Piccolo San Bernardo

Il lago di cui parli è il Lago Verney sotto il Colle del Piccolo San Bernardo.

p1011327

Il confine italo-francese sul colle è cambiato a più riprese dal 1725 fino al 1947. Nel 1861 inglobava l'Ospizio Mauriziano stesso protrendendosi un bel po' sul versante orograficamente francese. Nel 1947 venne operata una rettifica di confine di 3,22 kmq che ristabiliva il confine sul cromlech megalitico, esattamente sullo spartiacque principale.
Oggigiorno la collaborazione fra le due Nazioni sul passo è esemplare: si tratta cioè di un vero condominio per quanto concerne la ex dogana francese, il giardino botanico e l'Ospizio che è diventato un luogo di informazioni turistiche, bilingue, sulla zona e i due versanti.
Per completezza, pubblico qui una cartina con i vari cambiamenti del nostro confine nella zona.

confinesulpiccolosanber

L'Ospizio

p1011502

Mars Pianeta Rosso riesci a recuperare e ri-postare le foto di sopra relative ai confini italia francia per piccolo san bernardo, moncenisio e chaberton?
Ho visto delle foto dell'ospizio del piccolo san bernardo che è rimasto come rudere crivellato di colpi fino a pochi decenni fa, in che fase della seconda guerra mondiale è stato teatro di battaglia?
view post Posted: 11/10/2022, 23:05     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 10/10/2022, 21:42) 
Se vuoi una descrizione dei singoli termini principali, ma senza tavole, purtroppo, devi leggere da pag.653 a fine libro. Forse ci sono anche subtermini.
Come ti avevo detto anche prima, solo l'Istituto Geografico Militare ha senz'altro tutte le carte anche se di un confine pressoché completamente relitto come quello di Rapallo.
Solo la Slovenia, comprendendo l'interesse storico-turistico di quel tracciato, ha promosso iniziative sia su mappe che sui luoghi.
Per il resto, anche il primo tratto che rimase intatto, nel millesimo dei cippi non c'è la data del 1920 ma quella del 1947 che ha sostiìtuito in toto quel ricordo. Allora avevamo gli jugoslavi, non tanto "carini" con noi. Ovviamente, se ci sono cippi nuovi o raffittamento, la data sarà quella nella quale si è operato in tal senso, ma, di base, quello che vale è il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947.

Consultando il pdf scaricabile da google books ho notato che quasi tutti i termini (cippi) del pezzo di confine che mi mancava (dal monte forno a Circhino / Cerkno) passano per delle vette, ovviamente non poteva essere che così, visto che viene seguito pedissequamente lo spartiacque.
I confini amministrativi attuali dei comuni sloveni che insistono da entrambi i lati dello spartiacque seguono proprio lo spartiacque stesso :loltr:
Sovrapponendo una cartina dell'epoca (del confine di stato di Rapallo del 1924) al confine amministrativo comunale odierno ho verificato che i due confini coincidono.

Mistero svelato e missione compita dovunque. :birra:
view post Posted: 10/10/2022, 21:37     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
Addirittura qui segnalano lo spigolo dell'angolo del confine e presumo la direzione in gradi! :.D:
view post Posted: 10/10/2022, 18:46     Cippi di confine in Italia - Irredentismo e Nazionalismo italiano
In generale anche negli atti amministrativi pubblicati oggi è raro trovare anche gli allegati, pensa alle varie cartografie riferite a nuove opere stradali.
Spulciando meglio il libro ho visto che a pagina 101 illustra il metodo lavoro, senza entrare nel merito tecnico ma dando delle info di massima sui metodi utilizzati. A un certo punto cita testualmente le coordinate e dice che sono state conservate a un istituto IGM di Firenze.

Tra l'altro i termini elencati da pagina 220 in avanti sono quelli di Fiume e di Zara, molto prima vengono riportati sommariamente quelli del resto del confine.
2167 replies since 30/8/2006