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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

cartografie irredentiste

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view post Posted on 14/9/2006, 13:20     +1   -1
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Già é vero, quella di trasferire gli altoatesini in crimea ("terra di latte e miele") era un'idea di Hitler che sarebbe stata realizzata in seguito.

Italia redenta dunque:
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view post Posted on 14/9/2006, 13:38     +1   -1
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Riporto la parte che a noi preme del discorso di De Gasperi:

CITAZIONE

Il carattere punitivo del trattato risulta anche dalle clausole territoriali. E qui non posso negare che la soluzione del problema di Trieste implicava difficoltà oggettive che non era facile superare. Tuttavia anche questo problema è stato inficiato fin dall'inizio da una psicologia di guerra, da un richiamo tenace ad un presunto diritto del primo occupante e dalla mancata tregua fra le due parti più direttamente interessate.

Mi avete chiamato a Londra il 18 settembre 1945. Abbandonando la frontiera naturale delle Alpi e per soddisfare alle aspirazioni etniche jugoslave, proposi allora la linea che Wilson aveva fatta propria quando, il 23 aprile 1919, nella Conferenza della Pace a Parigi invocava "una decisione giusta ed equa, non già una decisione che eternasse la distinzione tra vincitori e vinti".

Proponevamo inoltre che il problema economico della Venezia Giulia venisse risolto internazionalizzando il porto di Trieste e creando una collaborazione col porto di Fiume e col sistema ferroviario Danubio-Sava-Adriatico.

Era naturalmente inteso che si dovesse introdurre parità e reciprocità nel trattamento delle minoranze, che Fiume riavesse lo status riconosciuto a Rapallo, che il carattere di Zara fosse salvaguardato.

Il giorno dopo, Signori Ministri, avete deciso di cercare la linea etnica in modo che essa lasciasse il minimo di abitanti sotto dominio straniero; a tale scopo disponeste la costituzione di una Commissione d'inchiesta. La commissione lavorò nella Venezia Giulia per 28 giorni. Il risultato dell'inchiesta fu tale che io stesso, chiamato a Parigi a dire il mio avviso il 3 maggio 1946, ne approvai, sia pure con alcune riserve, le conclusioni di massima. Ma i rappresentanti jugoslavi, con argomenti di sapore punitivo, sul possesso totale della Venezia Giulia e specie di Trieste. Cominciò allora l'affannosa ricerca del compromesso e, quando lasciai Parigi, correva voce che gli Anglo-Americani, abbandonando le linee etniche, si ritirassero su quella francese.

Questa linea francese era già una linea politica di comodo, non più una linea etnica nel senso delle decisioni di Londra, perché rimanevano nel territorio slavo 180.000 italiani e in quello italiano 59.000 slavi; soprattutto essa escludeva dall'Italia Pola, e le città minori della costa istriana occidentale ed implicava quindi per noi una perdita insopportabile. Ma per quanto inaccettabile, essa era almeno una frontiera italo-jugoslava che aggiudicava Trieste all'Italia.

Ebbene, che cosa è accaduto sul tavolo del compromesso durante il giugno, perché il 3 luglio il Consiglio dei Quattro rovesciasse le decisioni di Londra e facesse della linea francese non più la frontiera tra Italia e Jugoslavia, ma quella di un cosiddetto "Territorio libero di Trieste" con particolare statuto internazionale? Questo rovesciamento fu per noi una amarissima sorpresa e provocò in Italia la più profonda reazione. Nessun sintomo, nessun cenno poteva autorizzare gli autori del compromesso a ritenere che avremmo assunto la benché minima corresponsabilità di una simile soluzione che incide nelle nostre carni e mutila la nostra integrità nazionale. Appena avuto sentore di tale minaccia il 30 giugno telegrafavo ai Quattro Ministri degli Esteri la pressante preghiera di ascoltarmi dichiarando di volere assecondare i loro sforzi per la pace, ma mettendoli in guardia contro espedienti che sarebbero causa di nuovi conflitti. La soluzione internazionale, dicevo, com'è progettata, non è accettabile e specialmente l'esclusione dell'Istria occidentale fino a Pola causerà una ferita insopportabile alla coscienza nazionale italiana.

La mia preghiera non ebbe risposta e venne messa agli atti. Oggi non posso che rinnovarla, aggiungendo degli argomenti che non interessano solo la nostra nazione, ma voi tutti che siete ansiosi della pace del mondo.

Il Territorio libero, come descritto dal progetto, avrebbe una estensione di 783 kmq. con 334.000 abitanti concentrati per 3/4 nella città capitale. La popolazione si comporrebbe, secondo il censimento del 1921, di 266.000 italiani, 49.501 slavi, 18.000 altri. Lo Stato sarebbe tributario della Jugoslavia e dell'Italia in misura eguale per la forza elettrica, comunicherebbe con il suo hinterland con tre ferrovie slave ed una italiana. Le spese necessarie per il bilancio ordinario sarebbero da 5 a 7 miliardi; il gettito massimo dei tributi potrebbe toccare il miliardo.
Trieste ed il suo porto dall'Italia hanno avuto dal 1919 al 1938 larghissimi contributi per opere pubbliche e le industrie triestine come i cantieri, le raffinerie, le fabbriche di conserve, non solo sorte in seguito a facilitazioni, esenzioni fiscali, sussidii (anche le linee di navigazione), ma sono vincolate tutte ai mercati italiani. Già ora il trattato proietta la sua ombra sull'attività produttiva di Trieste perché non si crede alla vitalità della sistemazione e alla sua efficienza economica. Come sarà possibile, obiettano i triestini, mantenere l'ordine in uno Stato non accetto né agli uni né agli altri, se oggi ancora gli Alleati, che pur vi mantengono forze notevoli, non riescono a garantire la sicurezza personale?

Il problema interno è forse il più grave. Ogni gruppo etnico chiederebbe soccorso ai suoi e le lotte si complicherebbero col sovrapporsi del problema sociale, particolarmente acuto e violento in situazioni come quelle di un emporio commerciale e industriale. Come farà l'ONU ad arbitrare e ad evitare che le lotte politiche interne assumano carattere internazionale?

Voi rinserrate nella fragile gabbia d'uno statuto i due contendenti con razioni scarse e copiosi diritti politici e voi pretendete che non vengano alle mani e non chiamino in aiuto gli slavi, schierati tutti all'intorno a 8 chilometri di distanza, e gli italiani che tendono il braccio attraverso un varco di due chilometri?

Ovvero pensate davvero di fare del porto di Trieste un emporio per l'Europa Centrale? Ma allora il problema è economico e non politico. Ci vuole una compagnia, un'amministrazione internazionale, non uno Stato; un'impresa con stabili basi finanziarie, non una combinazione giuridica collocata sulle sabbie mobili della politica!

Per correre il rischio di tale non durevole spediente, voi avete dovuto aggiudicare l'81% del territorio della Venezia Giulia agli jugoslavi (ed ancora essi se ne lagnano come di un tradimento degli Alleati, e cercano di accaparrare il resto a mezzo di formule giuridiche costituzionali del nuovo Stato); avete dovuto far torto all'Italia rinnegando la linea etnica, avete abbandonata alla Jugoslavia la zona di Parenzo-Pola, senza ricordare la Carta Atlantica che riconosce alle popolazioni il diritto di consultazione sui cambiamenti territoriali, anzi ne aggravate le condizioni stabilendo che gli italiani della Venezia Giulia passati sotto la sovranità slava che opteranno per conservare la loro cittadinanza, potranno entro un anno essere espulsi e dovranno trasferirsi in Italia abbandonando la loro terra, le loro case, i loro averi, che più? i loro beni potranno venire confiscati e liquidati, come appartenenti a cittadini italiani all'estero, mentre l'italiano che accetterà la cittadinanza slava sarà esente da tale confisca.

L'effetto di codesta vostra soluzione è che, fatta astrazione dal Territorio libero, 180.000 italiani rimangono in Jugoslavia e 10 mila slavi in Italia (secondo il censimento del 1921) eche il totale degli italiani esclusi dall'Italia, calcolando quelli di Trieste, è di 446.000; né per queste minoranze avete minimamente provveduto, mentre noi in Alto Adige stiamo preparando una generosa revisione delle opzioni ed è già stato raggiunto un accordo su una ampia autonomia regionale da sottoporsi alla Costituente.

A qual pro dunque ostinarsi in una soluzione che rischia di creare nuovi guai, a qual pro voi vi chiuderete gli orecchi alle grida di dolore degli italiani dell'Istria - ho presente una sottoscrizione di Pola - che sono pronti a partire, ad abbandonare terre e focolari pur di non sottoporsi al nuovo regime?




E secondo voi questo é un uomo che aveva rinunciato alla Venezia Giulia? :nono:
 
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declegio
view post Posted on 15/9/2006, 14:42     +1   -1




ma nessuno ha detto che De Gasperi, in cuor suo, rinunciò alla Venezia Giulia; ma ormai tale regione era occupata dagli slavi e l'unica speranza per scacciarli, almeno dalla zona B, era indire un plebiscito; è di questo che si accusa De Gasperi, di avere rinunciato a richiedere un plebiscito; ed è proprio De Gasperi che. citando le concessioni all'Alto Adige, conferma questa sensazione perchè il principio del plebiscito avrebbe potuto estendersi anche in quella terra mentre lui si lamenta che agli italiani d'Istria (ormai già sotto il giogo slavo) non venisse riservata la tenera condizione riservata ai tedeschi di Bolzano: è evidente che le due situazioni erano legate e che si rinunciò a difendere gli italiani d'Istria per paura di perdere i tedeschi atesini. De Gasperi ben conosceva le richieste a gran voce di un plebiscito per l'Istria ma si guardò bene dal richiederlo in quel famoso discorso che tu citi, che poi sarebbe stato l'unico argomento vincente per conservare almeno la parte occidentale dell'Istria, la volontà popolare.
 
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view post Posted on 15/9/2006, 15:09     +1   -1
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Se anche avesse richiesto un plebiscito, gli "alleati" non l'avrebbero concesso. Il plebiscito fu richiesta un gran numero di volte (non in questo discorso però, é vero) dagli italiani stessi, ma non venne mai accolto. Tra l'altro De Gasperi aveva chiesto direttamente che fosse applicata la linea Wilson, che era anche meglio del plebiscito.
 
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view post Posted on 15/9/2006, 23:50     +1   -1
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Quando vedo la cartina del TLT rosico ancora di più, se per il disastro di confine della seconda guerra mondiale l'Italia non poteva fare niente, per il territorio B la fossa ce la siamo scavata noi...

Anche se conoscendo i governi, dubito sarebbe cambiato qualcosa. Una Francia in una situazione analoga, nel '91 avrebbe ripreso il controllo del territorio B perchè l'amministrazione jugoslava era venuta a mancare, la nostra Italietta non avrebbe fatto un cazz... :rolleye:


Mi piacerebbe postare le foto delle mie cartine, ma hanno il vetro sopra e quindi nelle foto viene pure il riflesso di me che faccio la foto :rotfl:
 
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Legio X Equestris
view post Posted on 16/9/2006, 09:22     +1   -1




CITAZIONE (karplus @ 16/9/2006, 00:50)
Quando vedo la cartina del TLT rosico ancora di più, se per il disastro di confine della seconda guerra mondiale l'Italia non poteva fare niente, per il territorio B la fossa ce la siamo scavata noi...

Anche se conoscendo i governi, dubito sarebbe cambiato qualcosa. Una Francia in una situazione analoga, nel '91 avrebbe ripreso il controllo del territorio B perchè l'amministrazione jugoslava era venuta a mancare, la nostra Italietta non avrebbe fatto un cazz... :rolleye:


Mi piacerebbe postare le foto delle mie cartine, ma hanno il vetro sopra e quindi nelle foto viene pure il riflesso di me che faccio la foto :rotfl:

considerando che abbiamo pure avuto l'invito dai serbi a riprenderci alcuni territori, ma si era troppo impegnati a vendere i culo ad altri
 
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declegio
view post Posted on 16/9/2006, 20:48     +1   -1




Aò, ma cos'è quella cartina con quella Dalmazia stitica, che poi non è mai esistita; la Dalmazia arriva alle dinariche e comprende Spalato, Traù, Makarska, Ragusa, Perasto, Cattaro, Risano, Budua; correggetela immediatamente o sennò vi segnalo all'amministrazione!
 
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IRREDENTISTA
view post Posted on 19/9/2006, 11:08     +1   -1




Confini proposti della Venezia Giulia:

- LINEA WILSON

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_________________________________________

- Confine proposto dalla FRANCIA (mortacci sua !!!)

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- Confine proposto dalla GRAN BRETAGNA

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- Confine proposto dagli STATI UNITI

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- Confine proposto dalla RUSSIA

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_________________________________________

- Confine proposto dalla JUGOSLAVIA (e anche da Togliatti)

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_________________________________________

Quale avreste proposto voi? Io avrei optato per la Linea Wilson, oppure se considerata "eccessiva" da parte degli slavi, avrei scelto o i confini Inglesi o quelli Americani.

P.S.: Per le immagini si ringrazia la LEGA NAZIONALE: www.leganazionale.it

Edited by Mars Pianeta Rosso - 2/12/2009, 16:29
 
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view post Posted on 19/9/2006, 12:43     +1   -1
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ragazzi, LA LINEA WILSON NON é MAI STATA FATTA OGGETTO DI TRATTATIVE nella 2a gm. Era una linea di comodo suggerita dagli italiani, che NON hanno partecipato alla ridefinizione dei loro confini orientali

Quindi ci sono stati 5 confini, 2 filo-slavi, 2 filo-italiani, ed é stato approvato quello francese che era equidistante da entrambi, punitivo apposta per la "pugnalata alle spalle" dell'inizio della seconda guerra mondiale.
Solo che poi a un russo é venuta la grande idea del TLT, ed é stato fatto usando i confini francesi... Altra ruberia quindi, nemmeno i confini francesi sono stati usati. Congratulazioni all'idea di dividere Gorizia poi. :muro:

La lina americana e inglese, era quella che più rispettava le distribuzioni etniche, su tutta la costa istriana settentrionale ed occidentale, gli italiani erano la maggioranza, anche prima della Grande Guerra. :muro:

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Sarebbe stato un buon compromesso la linea americana, l'Italia veniva "punita" e non ci sarebbero stati dolorosi esili... Tutta colpa dei francesi ovviamente, se avessero appoggiato le richieste angloamericano, il successivo tlt avrebbe coperto una zona molto più vasta, e la zona A sarebbe arrivata almeno fino a Rovigno secondo me. Inizialmente Pola faceva parte della zona A.
 
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declegio
view post Posted on 24/9/2006, 12:29     +1   -1




su quella specie di isoletta su cui sorge la Zara storica, abitata da sempre da Italiani, con un porto praticamente turistico che poteva ospitare al massimo 2 piroscafi e senza alcuna struttura militare o logistica di alcun interesse, si abbattè la furia criminale anglo-americana; Zara è stata la città più bombardata d'Italia con la maggior quantità di tonnellate di bombe al kmq (una quantità superiore a quella subita dall'Abbazia di Monte Cassino) e con il più alto numero di morti in percentuale; nel Natale tra il 43 ed il 44 venne pure bombardata con le bombe incendiare al fosforo e bruciò ininterrottamente per giorni e 3 notti, fu la cavia per i bombardamenti di Amburgo e Dresda.
 
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IRREDENTISTA
view post Posted on 24/9/2006, 18:32     +1   -1




Sì è vero...Sinnfein le avrà prese da internet xkè ce le ho anch'io...
Molto probabilmente dal sito www.mlhistria.it (è abbastanza bello)

Ah VOLEVO CHIEDERE SE SI POTESSE INSERIRE QUESTA DISCUSSIONE TRA LE PRIME DEL FORUM, INSIEME A QUELLE DOVE C'è SCRITTO "Importante" !!!
Secondo me la geografia dei territori dei quali parliamo è molto importante, appunto, per far conoscere a chi non sa... Grazie, ciaoooooo !!!
 
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Vintimille
view post Posted on 30/9/2006, 18:00     +1   -1




CITAZIONE (declegio @ 24/9/2006, 13:29)
su quella specie di isoletta su cui sorge la Zara storica, abitata da sempre da Italiani, con un porto praticamente turistico che poteva ospitare al massimo 2 piroscafi e senza alcuna struttura militare o logistica di alcun interesse, si abbattè la furia criminale anglo-americana; Zara è stata la città più bombardata d'Italia con la maggior quantità di tonnellate di bombe al kmq (una quantità superiore a quella subita dall'Abbazia di Monte Cassino) e con il più alto numero di morti in percentuale; nel Natale tra il 43 ed il 44 venne pure bombardata con le bombe incendiare al fosforo e bruciò ininterrottamente per giorni e 3 notti, fu la cavia per i bombardamenti di Amburgo e Dresda.

Ti correggo, la città italiana che fu più bombardata durante la seconda guerra mondiale è VENTIMIGLIA.
Fino al 18 Settembre 1944 giorno di occupazione di Mentone da parte degli anglo-francesi, Ventimiglia aveva subito meno di 10 incursioni aeree.
da quel giorno in poi fu l'inferno!
Ventimiglia venne cannoneggiata via mare, terra e bombardata via cielo TUTTI I GIORNI e anche più volte al giorno.
La città fu ridotta ad un cumulo di macerie. Migliaia furono i morti.
La popolazione lasciò in massa l'abitato rifugiandosi nell'entroterra.
Stalle, catapecchie e persino le grotte di Roverino furono abitate dai civili che scappavano dall'inferno.
La furia distruttiva francese si abbattè su questa cittadina che (come Zara) non aveva nessuna installazione militare e non aveva nemmeno un porto!
E' un aspetto della seconda guerra mondiale poco conosciuto e di cui nessuno parla.
La tattica di De Gaulle era la stessa di Tito far esodare la popolazione civile per occupare militarmente il territorio a conflitto finito.
Così fece ma (per fortuna) la popolazione non abbandonò la città ma vi rientrò in massa, e l'occupazione militare durò solo 6 mesi.
 
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declegio
view post Posted on 30/9/2006, 18:59     +1   -1




Benvenuto nel nostro forum Vintimille e grazie del tuo apporto anche se sapere che c'è stata una città italiana più bombardata di Zara non mi rallegra affatto, comunque è straconfermata la tesi, che la storiografia ufficiale finge di ignorare, dei bombardamenti a tappeto usati per provocare una pulizia etnica e questo è successo ad est come ad ovest d'Italia; complimenti all'ipocrisia dei vincitori.
 
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view post Posted on 30/9/2006, 19:21     +1   -1
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Ma, caro Vintimille toglimi una curiosità: perchè usi questo nome così provocatore? Tu stesso hai descritto la devastazione di Ventimiglia con il solo scopo di annetterlo alla Francia, e usi il nome che era già stato coniato per francesizzare la città? :wtf:
 
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Vintimille
view post Posted on 30/9/2006, 20:49     +1   -1




Infatti la mia vuole essere una provocazione nei confronti di una storiografia UFFICIALE che da 60 anni MENTE SAPENDO DI MENTIRE!
Nessuno al liceo mi ha mai insegnato la VERA storia della mia città.
L'ho appresa dalle testimonianze dei miei nonni che hanno vissuto per intero quel tragico periodo.
Si è sempre parlato di Monte Cassino, di Foggia, di Treviso, per citare alcuni dei bombardamenti più famosi.
Ultimamente si è parlato anche di Zara.
Di Ventimiglia e della sua distruzione mai!
Chissà perchè?!
 
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292 replies since 11/9/2006, 12:50   43642 views
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