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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

Rovigno scontò la sua conclamata italianità

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declegio
view post Posted on 23/9/2006, 14:25     +1   -1




da un sito istriano:

Durante la prima guerra mondiale Rovigno scontò la sua conclamata italianità con la pressochè totale deportazione della sua popolazione in veri e propri lager quali quelli di Wagna e Pottendorf, dove molti di loro, sopratutto tra vecchi e bambini, trovarono la morte a causa delle proibitive condizioni di vita. Complessivamente furono svariate migliaia gli italiani del Friuli-Venezia-Giulia che vi perirono di stenti e malattia. Dal 1918 Rovigno venne unita finalmente alla madre patria coronando il sogno di molti,

ed ecco ancora come si comportava l'Austria felix con i sudditi austriaci di nazionalità italiana:

Gli istriani nei campi d'internamento della Prima guerra mondiale

1n seguito allo scoppio del primo conflitto mondiale, e in particolar modo dopo l'adesione dell'Italia alla guerra a fianco dei Paesi dell'Intesa (24 maggio 1915), le alte sfere militari dell'Impero austro-ungarico decidono di far evacuare tutta la zona circostante la fortezza e il porto ii militare di Pola. Si trattava dell'ampia area comprendente, tra le località' maggiori e con i relativi territori: Pola, Dignano, Valle, Carnizza, Barbana, Sanvincenti, Canfanaro, Rovigno, Villa di Rovigno, Barbariga.

L'Impero voleva assicurarsi libertà di manovra militare nell'Istria meridionale. Così decise di far evacuare la popolazione civile

L'Istria rappresentava per l'Austria di allora una regione marginale dal punto di vista geografico, ma aveva un ruolo militare e strategico importante. Confinava con il Regno italiano, particolarmente infido agli occhi dell'Impero, a causa soprattutto della questione adriatica, continuamente risollevata in Istria dallo sviluppo negli ultimi cinquant'anni di un forte irredentismo, che l'Austria, favorendo l'elemento slavo della penisola, cercava di combattere e di soffocare con mezzi più o meno legali. Vienna aveva investito molto nella costruzione e nel riadattamento delle strutture difensive che puntellavano tutta la costa adriatica, concentrando, però, i suoi sforzi nell'alto Adriatico, nella parte meridionale dell'Istria.

Pola, quindi, dal 1856 in poi, aveva subito una radicale metamorfosi, divenendo il maggior porto militare austro-ungarico, sede anche della Marina e dell'Arsenale, ottimamente protetto. Ciò non bastava e in quel maggio del 1915 l'Austria, per essere sicura di non vedersi tagliare le vie di rifornimento all'esercito e agli operai dell'Arsenale, e per garantirsi una maggiore libertà di manovra, decise di far evacuare la popolazione civile dell'Istria meridionale. Voleva evitare anche la possibile penetrazione di spie nemiche ed eventuali atti di sabotaggio, eseguiti in accordo con gli irredentisti ed i nazionalisti locali.

Questa scelta, che poteva essere giustificata dal punto di vista strategico-militare, si rivelò gravida di conseguenze disastrose per la popolazione interessata: migliaia di istriani furono costretti a vivere per tre anni in condizioni quasi animalesche, lontani dalle loro terre, abbandonate alIa mercé dei soldati imperiali. E' impossibile indicare esattamente la data d'inizio dell'esodo forzato. C'è molta imprecisione in merito, sia per ciò che riguarda il tempo e il modo in cui venne dato l'ordine di sgombero ai cittadini istriani, sia per ciò che riguarda l'inizio delle partenze.

L'avviso portò ad una tremenda confusione, mista di incomprensione e di sorpresa; costrinse tutti a delle scelte immediate sul da farsi. La guerra entrava prepotentemente nelle case di ognuno senza bussare. E' certo, comunque, che le partenze si svolsero nel periodo compreso tra l'ultima decade di maggio e i primi giomi di giugno. Il viaggio, una vera e propria odissea, fu disastroso: nei vagoni-bestiame le persone vissero per giomi pigiati gli uni sugli altri, avendo a disposizione uno spazio vitale limitatissimo, senza acqua, ne pane, ne paglia per potersi riposare; senza la possibilitàt di scendere dal treno per sgranchirsi un po' le membra o per procurarsi del cibo: si rischiava di venir abbandonati nelle varie stazioni. I convogli attraversarono la Croazia, la Slovenia e l'Austria raggiungendo poi le varie localiàa ungare. Generalmente i treni arrivavano fino a Marburg (Maribor) in Slovenia e qui si dividevano o verso l'Austria o verso 1'Ungheria e la Cecoslovacchia. La maggior parte degli istriani venue raccolta neIl'accampamento (lager) di Wagna. Gruppi di minor consistenza si trovavano anche a Gmund, Leibnitz, Steinklamm, Oberhollabrunn, Oberstinhenbrunn, Pottendorf, Kamensdorf, Napensdorf, Nulendorf, Innendorf, Gutendorf, Bruck an der Leitha, Retz; in Ungheria: Paks, Bonjihadi, Salka, Grund, Mocva, Kisvejka; ed ancora in Cecoslovacchia, Moravia e Boemia.

I campi-profughi - o, meglio, le stazioni d'intemamento (Internierungstation), come appariva scritto a caratteri cubitali all'entrata dei campi - erano già pronti ad attendere i nuovi arrivati. Costituiti generalmente da baracche di legno, assunsero ben presto l'aspetto di vere e proprie "città di legno". Alcune di queste, vedi il campo di Wagna, presso Leibnitz (Stiria) in Austria, erano dotate di tutte quelle strutture ed infrastrutture necessarie e obbligatorie a permettere un'esistenza "normale": oltre alle baracche-abitazioni, c'erano le cucine, i bagni, gli edifici scolastici (asili infantili, scuole elementari, scuole di musica, collegio militare), lo spaccio, gli ospedali e gli ambulatori, la chiesa, la sala di lettura, le officine (per falegnami, fabbri, carpentieri, muratori, pittori, sarte e addette al confezionamento di calzature, ecc.). L'Austria aveva pensato proprio a tutto, con meticolosità e spirito di organizzazione. Occorre, però, fare attenzione e non lasciarsi andare alle facili conclusioni: c'era uno spazio abissale tra quelle che erano le intenzioni dell'amministrazione e quella che era la realtà dei campi, tra il progetto teorico, probabilmente funzionante nei primissimi tempi, e la prassi successiva. E' interessante notare come i testi di parte austrofila tendano ad accentuare l'ottima organizzazione e sistemazione dei profughi, ottenendo alla fine il risultato di evidenziare illato ironico, grottesco di tutte le azioni e disposizioni adottate dal Govemo, in quanto vogliono far vedere come le i. r. autorità abbiano agito, non solo in buona fede, ma anche nel rispetto delle leggi e dei diritti umani.

Lontana dalle loro terre, da tutto ciò che era costato anni di lavoro e di sacrifici e che, forse, non avrebbe più rivisto o ritrovato integralmente, la gente istriana, profondamente attaccata alle sue radici e alle sue tradizioni, subì una frattura psicologica, sociale ed economica, che fu difficile rimarginare e che, ancor oggi, si riapre ogni qualvolta se ne riparla.

Una volta arrivati a destinazione, ultima stazione di quella estenuante via crucis, e sistemati nelle baracche, iniziava per gli sfollati un lungo periodo di indigenza e di sofferenza: la fame e la miseria dominavano sovrane, la morte infieriva sui più deboli e indifesi, il pensiero rivolto ai propri cari in guerra o alla casa abbandonata, la mancanza di libertà, l'ozio forzoso, l'insofferenza per una guerra non condivisa erano i pensieri ed i problemi che affannavano gli animi. Iniziava una specie di lotta per la sopravvivenza, per cui in ogni cosa, in ogni attvità della giomata si cercava di alleggerire il peso di un'esistenza fatta di stenti e di privazioni per condurre una vita, almeno all'apparenza, civile.
 
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declegio
view post Posted on 23/9/2006, 22:10     +1   -1




falsi storici? ma che cazzo dici; siete come gli ebrei, credete di essere gli unici ad avere sofferto, gli unici ad avere il monopolio delle vittime, ma quello che avete passato voi è una vacanza in confronto a quello passato dai giuliano dalmati; ma vergognati va, gnurant.
Le prove? invece di rompere i coglioni su un sito che non ti appartiene cercatele, sono ovunque, libri e siti.

Edited by karplus - 24/9/2006, 15:11
 
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Sinnfein
view post Posted on 24/9/2006, 09:43     +1   -1




Che gli abbiamo fatto? Ma cambia spacciatore va....
 
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Sinnfein
view post Posted on 24/9/2006, 12:08     +1   -1




CITAZIONE (SA SARDINIA @ 24/9/2006, 12:40)
CITAZIONE (Sinnfein @ 24/9/2006, 10:43)
Che gli abbiamo fatto? Ma cambia spacciatore va....

Le leggi razziali ti dicono niente?

Mmmm....fammi pensare...Da chi è che andavano gli ebrei a rifugiarsi in Francia e in Istria e Dlamazia?
Aspetat fammi pensare....Scapapvano o da ustasha o dai franzosi di Vichy..Aspetta che non ricordo....Dov'è che si rifugiavano e chi gli garantiva protezione?Chi impediva eccidi di massa di ebrei e similaria nelle zone occupate dagli italaini?
Mmmmm..Aspetta fammi pensare..Massì certo gli italiani......
Ma smettila va...Che fai pena..
P.S. Degni lo sappiamo che sei tu....Ma si vede che nella vita non c'hai proprio un cazzo da fare....E meno male che i mantenuti sarebbero al sud.... :asd:
 
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RibelleSano
view post Posted on 24/9/2006, 13:12     +1   -1




certo degni che non c'hai proprio un cazzo da fare... ma ti pagano per rompere i coglioni?
 
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Sinnfein
view post Posted on 24/9/2006, 13:16     +1   -1




Secondo me si......:lol:
 
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declegio
view post Posted on 24/9/2006, 13:46     +1   -1




dal sito ufficiale "the Simon Wisenthal center"

33. Come venivano trattati gli ebrei dai giapponesi e dagli italiani, alleati dei tedeschi, nelle terre da loro occupate?

Né gli italiani né i giapponesi, ambedue alleati della Germania durante al Seconda Guerra Mondiale, cooperarono alla "Soluzione Finale". Anche se gli italiani, di fronte alle richieste tedesche, emisero leggi discriminatorie contro la comunità ebraica italiana, il governo di Mussolini negò la partecipazione alla "Soluzione Finale" e mantenne ferma la sua posizione, contraria alla deportazione dei residenti ebrei. Inoltre, nelle zone da loro occupate in Francia, Grecia e nella ex Jugoslavia, gli italiani proteggevano gli ebrei e non permisero la loro deportazione. Tuttavia, quando i tedeschi rovesciarono il governo di Badoglio nel 1943, gli ebrei in Italia, così come quelli che si trovavano sotto la protezione italiana nelle zone occupate, furono sottoposti alla "Soluzione Finale".
 
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view post Posted on 10/11/2008, 00:02     +1   -1
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