| Esatto,Fulvio. Mi era sempre rimasto il dubbio del tenore del dibattito sulla ratifica del trattato di pace. Sono rimasto molto colpito sin dall'inizio quando lo stesso relatore dice che il trattato è senz'anima , tutt'al più fermo all'anno 1815. Così come ho raccolto i vari interventi in cui si specifica la grandezza dell'Italia e la necessità di tornare velocemente ad una stretta collaborazione,girata la dolorosa pagina. Minimizzano molto le "minime" rettifiche al confine occidentale, quasi-a detta di un oratore- fossero più una manutenzione della frontiera ed alcuni-non pochi, sia da destra che da sinistra- si spingono fino a considerarle inutili. Tutti pongono l'accento sull'opportunità di lasciare in amministrazione all'Italia gran parte del territorio delle colonie pre fasciste, così come spesso piovono le critiche sulla durezza delle clausole su Trieste e la Venezia Giulia che alcuni non condividono neanche. Tutti si spingono a dire che il trattato e la guerra non spazzano via l'amore per la grandezza ed il genio d'Italia. Diciamo che tutto ciò mi ha, di primo acchitto, molto sorpreso. Sorpreso che dalla più alta Istituzione francese dell'epoca venissero fuori queste considerazioni ad appena due anni dalla fine della guerra. Al di là di eventuali sentimenti italofili-si diceva peraltro che Bidault lo fosse-io credo che nella politica francese dell'epoca ci fosse quanto meno una sincera preoccupazione su come stessero evolvendo le cose in Europa. La guerra fredda si stava avvicinando a grandi passi e la situazione esigeva la massima unità fra i Paesi d'Occidente di medesima cultura. Questa preoccupazione è reale e quindi l'esigenza di "chiudere la pratica" al più presto. E debbo dire che le questioni confinarie di derivazione del trattato furono metabolizzate con molta lentezza e senza strappi da parte francese: il trattato obbligava a chiudere il cerchio dell'incippamento dei nuovi tratti di frontiera entro un semestre dalla sua entrata in vigore e cioè,in teoria, entro il 15 Marzo del 1948. L'ultimo atto vi fu invece a Giugno del 1989, 41 anni dopo, passando per il '48, il '62,il '63,il '75!! La Commissione di Conciliazione fra Italia e Francia per le questioni economico-sociali, derivanti dalle rettifiche ex art.83 T.d.P., fece poi un ottimo lavoro, spesso favorevole agli interessi Italiani, per ricomporre le problematiche rimaste. Tutt'altra cosa avvenne-come si sa- al confine orientale, ma quella è un'altra storia.
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