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La questione meridionale

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versiliaterramia
view post Posted on 8/5/2012, 11:01     +1   -1




Simon, non perdere mai il dialetto apuano, essere nato lì, e poi non saperlo più parlare sarebbe una grave perdita. Ennio, questo dialetto è una cosa a sè, rispetto al toscano, non c'entra nulla, già il dialetto versiiese c'entra poco, ma non ho mai capito come mai, se fai in direzione Massa 4-5 km incontri una lingua totalmente diversa, altri 4-5 km in direzione Carrara una lingua completamente diversa. E' una cosa incredibile
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 8/5/2012, 16:54     +1   -1




CITAZIONE (versiliaterramia @ 8/5/2012, 12:01) 
Simon, non perdere mai il dialetto apuano, essere nato lì, e poi non saperlo più parlare sarebbe una grave perdita. Ennio, questo dialetto è una cosa a sè, rispetto al toscano, non c'entra nulla, già il dialetto versiiese c'entra poco, ma non ho mai capito come mai, se fai in direzione Massa 4-5 km incontri una lingua totalmente diversa, altri 4-5 km in direzione Carrara una lingua completamente diversa. E' una cosa incredibile

Mah tiro ad indovinare,semmai Simon mi correggerà,l'esperto di queste tematiche è lui.Credo dipenda appunto dal fatto che sulle Apuane arrivano a convergere ben tre tradizioni linguistiche differenti (ligure,emiliana.toscana),oggi forse c'è un mix ove la componente toscana è minoritaria(ma non è lontana),sempre la cartina di wikipedia dà le apuane per galloitaliche ad ovest,e toscane ad est,Simon ha sempre parlato di una antica origine ligure di quella zona,magari con caratteristiche sue proprie.Dopo La Spezia il ligure perde forza,e la Cisa secondo me è stata il passaggio delle parlate galloitaliche(di tipo emiliano) che hanno invaso la lunigiana.Tieni conto che Borgo val di taro è semiligure (lo era prima di più) mentre Bedonia è già liguria da un punto di vista linguistico e Pontremoli di ligure non ha nulla ma dovrebbe essere più emiliana.Insomma una bella lotta,come tre fiumi che provenedo da opposti versanti lì vengono a fondersi.
 
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versiliaterramia
view post Posted on 8/5/2012, 17:24     +1   -1




Si da noi e anche da Simon c'erano i liguri apuani, però la cosa che mi incuriosisce che le Apuane che hanno il versante versiliese, quello della garfagnana e quello di Massa, la diversità di parlata. se vai sul lungo mare basta superare il confine della provincia 3-4 km e entri in un altro mondo. Si, Ennio hai ragione, Lunigiana è proprio un'altra parrocchia di toscano non hanno nulla tant'è è vero che alcuni parlavano anni fa anche di recente di fare una regione nuova la Lunezia : con Massa, Lunigiana, Parma, Reggio e Piacenza e con un pezzo di spezia se non ricordo male proprio perchè si sentono più affini.
 
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view post Posted on 8/5/2012, 23:02     +1   -1

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CITAZIONE (versiliaterramia @ 8/5/2012, 18:24) 
Si da noi e anche da Simon c'erano i liguri apuani, però la cosa che mi incuriosisce che le Apuane che hanno il versante versiliese, quello della garfagnana e quello di Massa, la diversità di parlata. se vai sul lungo mare basta superare il confine della provincia 3-4 km e entri in un altro mondo. Si, Ennio hai ragione, Lunigiana è proprio un'altra parrocchia di toscano non hanno nulla tant'è è vero che alcuni parlavano anni fa anche di recente di fare una regione nuova la Lunezia : con Massa, Lunigiana, Parma, Reggio e Piacenza e con un pezzo di spezia se non ricordo male proprio perchè si sentono più affini.

La Lunezia sarebbe costituita dall'area abitata dalle 2 piu potenti e bellicose tribu degli antichi liguri, le ultime a sottomettersi ai romani.Gli Apuani e i Friniates.Molto non lo sanno, ma proprio l'area abitata dalle due piu bellicose tribù liguri, stranamente non entro a far parte della Liguria agustea, ma fu divisa tra l'Etruria e la Aemilia (attuale Emilia-Romagna).Solo alcuni lembi dell'area di queste tribù entro a far parte della Liguria (la Lunigiana spezina).

www.tradizionipopolari.org/brani/1/guazzelli.pdf file sulle parlate di Garfagnana.
Il Garfagnino e l'Alto versiliese in origine dovevano essere due dialetti galloitalici, quali quelli dell'area apuana, ma che poi per i più intensi rapporti con l'Etruria si sono toscanizzati.In fatti, se si considera l'accento, che e' la parte piu conservativa di una lingua, e' simile a quella dell'area Apuana, sebbene i vocaboli in Versilia e Garfagnana (salvo i suoi lembi estremi, quali Arni) sono oggi giorno sostanzialmente toscani , mentre in Apuania e Lunigiana sono completamente atoscani, ma galloitalici."a-te l' dighe me!"(te lo posso garantire!)
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_carrarese carta dialetti della provincia di Massa-Carrara.

CITAZIONE (enniodiprinzio @ 8/5/2012, 17:54) 
CITAZIONE (versiliaterramia @ 8/5/2012, 12:01) 
Simon, non perdere mai il dialetto apuano, essere nato lì, e poi non saperlo più parlare sarebbe una grave perdita. Ennio, questo dialetto è una cosa a sè, rispetto al toscano, non c'entra nulla, già il dialetto versiiese c'entra poco, ma non ho mai capito come mai, se fai in direzione Massa 4-5 km incontri una lingua totalmente diversa, altri 4-5 km in direzione Carrara una lingua completamente diversa. E' una cosa incredibile

Mah tiro ad indovinare,semmai Simon mi correggerà,l'esperto di queste tematiche è lui.Credo dipenda appunto dal fatto che sulle Apuane arrivano a convergere ben tre tradizioni linguistiche differenti (ligure,emiliana.toscana),oggi forse c'è un mix ove la componente toscana è minoritaria(ma non è lontana),sempre la cartina di wikipedia dà le apuane per galloitaliche ad ovest,e toscane ad est,Simon ha sempre parlato di una antica origine ligure di quella zona,magari con caratteristiche sue proprie.Dopo La Spezia il ligure perde forza,e la Cisa secondo me è stata il passaggio delle parlate galloitaliche(di tipo emiliano) che hanno invaso la lunigiana.Tieni conto che Borgo val di taro è semiligure (lo era prima di più) mentre Bedonia è già liguria da un punto di vista linguistico e Pontremoli di ligure non ha nulla ma dovrebbe essere più emiliana.Insomma una bella lotta,come tre fiumi che provenedo da opposti versanti lì vengono a fondersi.

Il dialetti parlati in Apuania(intendendo con questa definizione la prov.di Massa.Carrara) sono un mix di ligure ed emiliano, con un unico grande assente il toscano.Non avendo nulla di toscano i dialetti di Massa, Carrara e Lunigiana.Il Toscano si sente in Garfagnana e Versilia, ma per invasione, su terre precedentemente non toscane, secondo me.
A volte si parla convenzionalmente di linea Spezia-Rimini quale confine meridionale dei dialetti galloitalici, ma in realta' il vero confine e' la linea Senigallia (terra dei galli sennoni), Massa (esattamente la frazione di Montignoso, dove si parla un dialettop galloitalico ma gia con influenze toscane, che invece non arrivano minimamente a Massa situata meno di 5 km a nord di Montignoso).Secondo la posizione prevale nella provincia apuana l'influenza del ligure o dell'emiliano.L'emiliano stesso dovrebbe essere considerato a tutti gli effetti un dialetto ligure essendo l'emilia, in antico terra prettamente ligure come pure la provincia di Massa.Come ho gia' spiegato le due piu potenti tribù liguri dimoravano appunto, in aree esterne all'attuale liguria, ma nella provincia di Massa, parte di quella di Lucca (Versilia e Garfagnana) e in Emilia.I vecchi in Garfagnana o Massa quando andavano a Lucca o Pisa dicevano che andavano in Toscana, non considerando se stessi assolutamente toscani.Pare, stando a scritti dell'epoca, che sin dopo l'anno 1000 (es.codice Pelavicini dell'XI sec. sec,) nelle frazioni , più impervie,delle alpi Apuane si sia parlato la lingua apuana, poi scomparsa in favore del dialetto romanzo, attuale, avanzato dalla Pianura verso i monti.
A livello di vocaboli i dialetti di Massa e Carrara assomigliano moltissimo al modenese e al sarzanino, molto meno allo spezzino della citta', mentre come accento la somiglianza e' maggiore coi dialetti dell'area spezzina, poca e' in questo campo l'affinita' con il modenese.Quando parlano in Italiano e' ben difficile riconoscere ad esempio un carrarino da uno spezzino o sarzanino (gli ultimi due della liguria).



Confronto tra massese, lunigianese (d'Aulla),Spezzino, Sarzanese (Prov.Sp). . Lucchese (toscano):

Esempi locali:

Italiano: Cosa vuoi? / Andiamo a mangiare fuori questa sera? / Te sei uno scemo

Lucchese: Che voi? Andiamo a mangià fora/fori stasera? Te e-sei scemo.

Massese: Cost'vo? / A-gnan a magnar fora stasera? / Te t'sen n' scemo.



S.Stefanese(prov.Spezia): Cost'vo? / Andan a magnar fora st'sera? / Te t'sen no semo

Sarzanino(prov.Spezia): Cost'vò? / Andan à magnar fòra st'sera? / Te t'sen nò semo

Spezzino: Coste vè? / Andemo a mangiae fèa stesea? / Te tei no semo

Aullese(prov.Massa): Coscht'vo? / Ndan à magnar fora schtzera? / Te tzen no sciemo(i)

Edited by simon1971 - 9/5/2012, 01:21
 
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view post Posted on 9/5/2012, 00:02     +1   -1

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CITAZIONE (enniodiprinzio @ 8/5/2012, 17:54) 
CITAZIONE (versiliaterramia @ 8/5/2012, 12:01) 
Simon, non perdere mai il dialetto apuano, essere nato lì, e poi non saperlo più parlare sarebbe una grave perdita. Ennio, questo dialetto è una cosa a sè, rispetto al toscano, non c'entra nulla, già il dialetto versiiese c'entra poco, ma non ho mai capito come mai, se fai in direzione Massa 4-5 km incontri una lingua totalmente diversa, altri 4-5 km in direzione Carrara una lingua completamente diversa. E' una cosa incredibile

Mah tiro ad indovinare,semmai Simon mi correggerà,l'esperto di queste tematiche è lui.Credo dipenda appunto dal fatto che sulle Apuane arrivano a convergere ben tre tradizioni linguistiche differenti (ligure,emiliana.toscana),oggi forse c'è un mix ove la componente toscana è minoritaria(ma non è lontana),sempre la cartina di wikipedia dà le apuane per galloitaliche ad ovest,e toscane ad est,Simon ha sempre parlato di una antica origine ligure di quella zona,magari con caratteristiche sue proprie.Dopo La Spezia il ligure perde forza,e la Cisa secondo me è stata il passaggio delle parlate galloitaliche(di tipo emiliano) che hanno invaso la lunigiana.Tieni conto che Borgo val di taro è semiligure (lo era prima di più) mentre Bedonia è già liguria da un punto di vista linguistico e Pontremoli di ligure non ha nulla ma dovrebbe essere più emiliana.Insomma una bella lotta,come tre fiumi che provenedo da opposti versanti lì vengono a fondersi.

Io Ennio non credo che le parlate galloitaliche siano giunte nella prov.di Massa, "invadendo dalla Cisa",ma credo che si siano orginate e da se' in loco. dalla fusione del latino con la originale parlata celtica dei liguri apuani ()all'epoca passati ai dialetti celtici, dal primitivo iberico preindoeuropeo).A proposito, giova ricordare che la da molti menzionata, unione di Carrara e Massa con Modena risale a fine XVIII sec.(rimanendo peraltro il ducato di Massa-Carrara, formalmente, un'entita' separata da quello di Modena) quando ormai i dialetti erano completamente formati, precedentemente, questa area era stata stato a se', sotto i Malaspina-Cybo.Percio' lo sviluppo di parlate galloitaliche, ovuqnue nell'area Apuana si spiegherebbe piu' come un'autonomo sviluppo su entrambi i versanti dell'Appennino toscoemiliano di dialetti latino-liguri, in quanto pure l'Emilia era terra ligure, non gallica, contrariamente a cio che molti credono.L'emilia era la terra dei Veleiati (Parma e Piacenza) e Friniates(il modenese), popoli fratelli degli apuani.
 
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versiliaterramia
view post Posted on 9/5/2012, 10:16     +1   -1




spiegazione esauriente Simon, sapevo di essere un Ligure Apuano, ma ora capisco meglio, certo qui il dialetto sta sparendo, mi sembra, invece che quello apuano sia sempre abbastanza forte. Potresti insegnarlo un pò in sudamerica, secondo me il suo successo lo riscuoterebbe.
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 9/5/2012, 14:12     +1   -1




Come al solito Simon leggere i tuoi interventi,è sempre molto appagante,per la dovizia di notizie che inserisci e per la preparazione che dimostri in questo campo.Io ,nel mio piccolissimo,avevo pensato alla Cisa, come asse di penetrazione da nord degli influssi gallici, perchè pensavo al ligure come ad un dialetto non propriamente galloitalico (ma di origini antichissime che aveva subito l'influenza gallica,mentre l'emiliano aveva caratteristiche più propriamente galloitaliche ed aveva finito per occupare aree già in precedenza abitate dai liguri,ossia questi ultimi sotto la spinta dei celti avevano finito per concentrarsi in Liguria.Nell'area apuana era rimasta una componente ligure disgiunta dalla liguria madre dal cuneo galloitalico che aveva invaso la Lunigiana dai monti(Passo della Cisa).Queste sono semplicemente mie congetture,non ho mai letto nulla in materia,e mi attengo a quello che dici tu.Del resto anche in Friuli i Galli Carni avevano rotto la continuità dei Veneti (presenti ad est dell'isonzo prima delle invasioni slave,da quelli rimasti ad ovest tuttoggi).Nella zona del pesarese l'infuenza gallica ha finito per sovrapporsi a quella umbra precedente fino a Senigallia chiaramente provenendo da nord.Alla prossima,tutto ciò mi sta facendo venire voglia di studiare queste affascinantissime tematiche.
 
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view post Posted on 10/5/2012, 01:27     +1   -1

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CITAZIONE (enniodiprinzio @ 9/5/2012, 15:12) 
Come al solito Simon leggere i tuoi interventi,è sempre molto appagante,per la dovizia di notizie che inserisci e per la preparazione che dimostri in questo campo.Io ,nel mio piccolissimo,avevo pensato alla Cisa, come asse di penetrazione da nord degli influssi gallici, perchè pensavo al ligure come ad un dialetto non propriamente galloitalico (ma di origini antichissime che aveva subito l'influenza gallica,mentre l'emiliano aveva caratteristiche più propriamente galloitaliche ed aveva finito per occupare aree già in precedenza abitate dai liguri,ossia questi ultimi sotto la spinta dei celti avevano finito per concentrarsi in Liguria.Nell'area apuana era rimasta una componente ligure disgiunta dalla liguria madre dal cuneo galloitalico che aveva invaso la Lunigiana dai monti(Passo della Cisa).Queste sono semplicemente mie congetture,non ho mai letto nulla in materia,e mi attengo a quello che dici tu.Del resto anche in Friuli i Galli Carni avevano rotto la continuità dei Veneti (presenti ad est dell'isonzo prima delle invasioni slave,da quelli rimasti ad ovest tuttoggi).Nella zona del pesarese l'infuenza gallica ha finito per sovrapporsi a quella umbra precedente fino a Senigallia chiaramente provenendo da nord.Alla prossima,tutto ciò mi sta facendo venire voglia di studiare queste affascinantissime tematiche.

E' che le aree dove attualmente si parlano dialetti di tipo emiliano erano proprio le aree che ospitarono le piu' toste tribu liguri, non certo i genuates che di diedero a Roma senza neppure bosogno di conquistarli.Va cmq pensato che pure i liguri, all'epoca della conquista, erano completamente celtofoni, avendo da secoli perso l'antico idioma preindoeuropeo.Sebbene per costumi e probabilmente per dialetto si distinguessero dai galli veri e propri, giunti successoivamente in Italia e dall'area francotedesca.
Molti , troppi erronemamente spiegano l'affinita dei dialetti apuani con il modenese (nel lessico, ma per niente nell'accento) con il fatto che nel XVIII sec.l'area fu unita al ducato di Modena, spiegazione assurda, in quanto all'epoca i dialetti apuani erano gia' completamente formati.
Aggiungo che cmq non e' completamente chiaro il perche' di questa affinita' dei dialetti dell'area Apuana (provincia di Massa) con il modenese e l'emiliano(da cui differiscono pero profondamente nell'accento, avvicinandosi allo spezzino) in generale piuttosto che con il Ligure.Giacche', salvo l'alta Lunigiana (Zeri e Pontremoli) le altre terre della provinica (val di Magra e soprattutto la pianura costiera dove sorgono i centri urbani di Massa e Carrara) avevano senza dubbio maggiori relazioni con la Liguria e la Toscana, potendo avere facili relazioni con la prima via mare e con la seconda tramite la pianura costiera oppure sempre via mare da Pisa e Livorno.Anche politicamente, l'area mai in epoca antica e' stata unita all'Emilia, anzi sempre e' stata sotto gli autoctoni Malaspina (divisi in molteplici rami che si ripartivano la provincia in molteplici feudi), e gli interventi esterni erano piu' a opera di liguri (i genovesi Fieschi) o toscani (Castuccio Castracani prima e Firenze poi).Casomai emiliano, rifacendoci alla storia si dovrebbe parlare, piuttosto in Garfagnana(popolata anticamente dagli stessi ligures di Massa e Modenese), questa ultima in massima parte unita ai domini estendi di Modena e Ferrara.In vece, qui si parla un dialetto toscaneggiante, sebbene con infglussi massesi, soprattutto nella pronuncia e minimamente nel lessico.Probabilmente cio' e' dovuto a una tardiva toscanizzazione, di aree precedentemente massesofone.
In somma, l'unica cosa chiara e' il perche' non si parla toscano in Apuania, ossia per essere in antico terra ligure(come pure l'area di Modena e parte dell'Emilia, salvoBologna), ergo celtofona, e non etrusca, ma il perrche' il dialetto sia emiliano piuttosto che ligure e' un rebus, in quanto mai l'area ha fatto parte dell'Emilia sino al tardo Settecento(in unione dinastica, senza fusione degli stati!), quando i dialetti erano gia' completamente formati.

Edited by simon1971 - 11/5/2012, 03:46
 
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Patriota89
view post Posted on 23/5/2012, 13:00     +1   -1




CITAZIONE (mcarbone1973 @ 4/5/2012, 21:47) 
Vorrei chiedere delle informazioni a chi e' forse piu' informato di me. Premetto che i miei nonni provvengono da tre regioni diverse (nord, centro e sud). Ho girato quasi tutta la penisola e ho parenti/amici dalla Basilicata fino al confine svizzero. Per cui, mi sono sempre sentito "italiano" ma non mi sono mai sentito vicino alle persone fortemente regionalisti o provincialisti (senza offesa). Ho vissuto anche all'estero e mi sono sempre identificato come "italiano" anche se spesso gli stranieri mi chiedevano, "Quale parte d'Italia, nord o sud?"

Comunque, siccome abbiamo aperto poco tempo fa il discorso del federalismo e se sarebbe un bene o un male, sono curioso di sapere le vostre idee. Questo discorso non appartiene all'argomento dell'irredentismo ma certamente fa parte del patriottismo.

Un leghista direbbe che il nord e' sempre stato "superiore" sia prima dell'unita' di 150 anni fa sia dopo. Un giornalista come Pino Aprile insiste invece che il sud era la parte piu' forte prima dell'unita'. Secondo la mia lettura, mi sembra di capire che la maggior parte degli storici siano d'accordo che il sud era economicamente la parte piu' forte dell'Italia prima dell'unita' in quanto aveva piu' industrie, piu' denaro in oro, ecc. Ho l'impressione pero' nonostante alcuni dati che il sud era, in termini assoluti, piu' ricco ma questa richezza era concentrata nelle mani di pochissime persone. Cioe' in termini moderni l'Arabia Saudita potrebbe essere considerata "ricchissima" ma la richezza e' concentrata nelle mani degli sceicchi mentre un'alta percentuale del popolo vive nella miseria.

I miei amici meridionali spesso citano il fatto che gli investimenti dello Stato - ferrovie, autostrade, industrie - sono sempre stati concentrati al nord. Anche la famosa "Cassa del Mezzogiorno" era una gran bugia (dicono). Inoltre, l'aiuto per sconfiggere la criminalita' organizzata non e' mai stata sufficiente e il sud non riuscira' a chiudere il divario senza eliminarla. I miei amici settentrionali insistono che il sud continua a vivere con la mentalita' dell'assistenzialismo. Infatti, 67 anni fa la Germania era rasa al suolo ma nel giro di 20 anni hanno costruito la prima potenza economica in tutta l'Europa.

Come si spiega? Credo che la colpa ci sia da tutte le parti ma sono curioso di sapere anche da voi come si fa a risolvere la questione. Poi, diciamo la verita'. Se vogliamo sperare in un'unita' d'italia durevole la situazione deve cambiare. Il sud possiede un potenziale enorme e se fosse ben sviluppato l'Italia potrebbe tranquillamente superare la Francia e l'Inghilterra (in termini economici) e persino competere con la Germaina.

Posso capire entrambi i pareri ma mi interessa soprattutto la verita' e dove ci siamo sbagliati tutti. Per me e' difficile essere sfottuto da alcuni e sentirmi a volte "diviso" in due con il nonno materno un cittadino di serie A ed il nonno paterno un cittadino di serie B. Frequentemente devo essere "l'arbitro" in base all'ambiente in cui mi trovo. Spero che possiamo affrontare il discorso con il massimo rispetto.

Cordialita',
Marcus
:italia:

Premesso che sono daccordo con te perche anche io mi sento ITALIANO , io sono di Napoli e credimi se ti dico che molte volte ,troppe forse, mi sento un milanese per mentalità ..Comunque per quanto riguarda i cenni storici hai totalmente ragione prima dell'unita d'Italia il regno dei borboni aveva un tesoro immenso ,era ricchissimo, a differenza del regno del nord sfiaccato da tante guerre..Infatti dopo l'unita d'Italia quel maestoso tesoro è stato portato al nord impoverendo di gran lunga il sud perche poi tutta l'era industriale si faceva con i soldi dei borboni ma solo al nord e quella è stat la rovina dell'Italia ,ora se pur vero che Milano purtroppo fa sacrifici in piu per tutta l'Italia non vedo il motivo per cui si scaldino tanto ..Su queste cose sono tutti bravi a dimenticare !!Quindi attenzione con le demagogie !!
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 23/5/2012, 14:03     +1   -1




Simon pensaci tu....
 
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view post Posted on 23/5/2012, 14:11     +1   -1
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Su questo argomento avevo letto un interessante editoriale di Sergio Romano, che in pratica sosteneva che non esisteva alcun tesoretto borbonico, ma che la differenza nord-sud la fece la differenza fra le due economie, industriale e latifondista. Purtroppo non lo trovo più, era di qualche mese fa.
 
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Patriota89
view post Posted on 24/5/2012, 13:01     +1   -1




CITAZIONE (enniodiprinzio @ 23/5/2012, 15:03) 
Simon pensaci tu....

Ma pensaci tu cosa? Ma scherzi ..Secondo me siete ancora troppo sopraffatti da manie di grandezza e di superiorità che non esistono!!(il tuo tono di pensaci tu ,a mò di chi vuol zittire una persona perchè pensa stia sparando cazzate) sia che sia il Sud,sia che sia il Nord,o che sia la Francia o la Germania nessuno popolo è superiore a un altro..Ma come si pensa di voler portare avanti un movimento irredente se si pensa ancora al Nord e al Sud ( sono meglio io o sei meglio tu) è ridicolo mi viene il voltastomaco solo a sentirle ste cose ,(le sentisse Garbaldi) addirittura sei andatao a ricercare l'unico articolo che ti da ragione ( voglia di dimostrare ancora chi sa cosa) ma se proprio vuoi questi sono cenni di storia enciclopedica:

"Durante i 127 anni di buon governo i Borbone diedero prosperità a tutto il popolo. I Borbone incivilirono e resero innocui i vari baroni del Regno, costruirono strade, ricostruirono l'esercito e le amministrazioni locali cui diedero l'antica autonomia, come diedero grande impulso all'industria, all'agricoltura, alla pesca, al turismo. Da ultimo tra gli Stati divenne il primo d'Italia e tra i primi nel mondo. Le ferrovie, inventate nel 1820, ignote in Italia, fecero la loro prima apparizione a Napoli (1839) con il tratto che conduceva la capitale a Portici e poi fu concessa al Bayard di continuarla fino a Castellammare. A spese del tesoro borbonico nel 1842 cominciò quella per Capua e poi l'altra per Nola, Sarno e Sansevero. Nel 1837 arrivò il gas e nel 1852 il telegrafo elettrico, primissimi in Italia. Le strade erano sicure, non più masnadieri per terra né pirati per mare; eliminate le leggi feudali diedero ordine ai territori di tutto il regno e concessero, primi al mondo, la terra a chi la lavorava; furono così estirpate le boscaglie per far posto a frutteti e vigneti; furono prosciugate le paludi di tutto il regno e regalate ai contadini le terre fertili; furono ripuliti ed arginati fiumi e torrenti.

Si mise ordine all'amministrazione pubblica e a quella del Regno delle Due Sicilie. La scuola pubblica fu istituzionalizzata come primaria e quella religiosa a far da supporto. Laicismo e religiosità si confondevano e gareggiavano in rivalità, dando al regno nuovo impulso culturale. Fiorirono pittori, architetti, scultori, maestri di musica. Il Teatro San Carlo, primo al mondo, fu costruito in soli 270 giorni e la stessa corrente culturale fece nascere l'Officina dei Papiri, il Museo Archeologico, il Real Orto Botanico, l'Osservatorio Astronomico e, primo al mondo, l'Osservatorio Sismologico Vesuviano e la Biblioteca Nazionale. Lo sviluppo industriale fu travolgente e in venti anni raggiunse primati impensabili sia nei settori del tessile che in quello metalmeccanico con 1.600.000 addetti contro il 1.100.000 del resto d'Italia. Nacquero industrie all'avanguardia e tecnologicamente avanzate dando vita a ferrovie e battelli a vapore e costruendo i primi ponti in ferro in Italia, opere d'alta ingegneria in parte ancora visibili sul fiume Calore e sul Garigliano. Vennero istituiti collegi militari come la Nunziatella, Accademie Culturali, scuole di Arti e Mestieri, Monti di Pegno e Frumentari. Le Università sfornavano fior di professionisti e scienziati e il Regno poteva vantare il più basso tasso di mortalità infantile in Italia. Erano sparsi sul territorio ospedali, ospizi per i poveri e ben 9.000 medici.

Nella conferenza internazionale di Parigi del 1856 fu assegnato al Regno delle Due Sicilie il premio del terzo paese del mondo, dopo l'Inghilterra e la Francia, per sviluppo industriale. Nel Meridione ad opera dei Borbone si ebbe la prima repubblica socialista del mondo: nacque, infatti, a San Leucio, ove, oltre ad 80 ettari di terreno adibito ad agricoltura, sorse la più famosa seteria di tutti i tempi. Tutto questo è oggi ai più ignoto, anche nel Mezzogiorno oltre che in gran parte dell'Italia del Nord eppure il Cavour, che oggi sarebbe condannato quale criminale di guerra, con la scusa dell'Unità d'Italia fece invadere il Regno legittimo dei Borbone e nei 10 anni che seguirono alla sua annessione furono passati per le armi decine e decine di migliaia di contadini, gente inerme, con la scusa di essere dei briganti. L'Italia poteva, anzi doveva, costituirsi. Gioberti e Cattaneo già nel 1848 propugnavano un federalismo possibile. Nel 1859 la Monarchia Borbonica ed il Governo del Regno delle Due Sicilie, con le dovute correzioni, proposero al governo piemontese una soluzione in tal senso.

Al Piemonte interessavano solo i soldi dei Meridionali. Il 13 febbraio 1861 cadeva la fortezza di Gaeta: tre mesi di resistenza eroica, tre mesi di sofferenze disumane, tre mesi di massacri perpetrati dal Generale Cialdini. 160mila bombe rasero al suolo la città tirrenica e fiaccarono per sempre la sua vitalità ma non la sua storia. Eroico fu Francesco II, il giovane re napoletano, ed eroica fu la sua consorte, regina Sofia; eroica fu la truppa ed eroica fu la gente di Gaeta che in massa entrò nella cittadella fortificata per difendere la propria libertà e la propria dignità. Camillo Benso Conte di Cavour sapeva che il Piemonte era alla bancarotta (bisognava pagare i debiti di guerra con la Francia) e non c'erano più soldi per pagare questa guerra; come sapeva che la sifilide lo stava divorando. Al Piemonte interessava la conquista delle ricchezze del Sud, delle sue riserve auree (guarda caso custodite presso il Banco di Napoli, che oggi viene annesso al San Paolo IMI di Torino), delle sue fabbriche."

Non continuo perchè è lunghissimo ,ma voglio ricordare una cosa che noi e il nostro movimento ,"nostro" di tutte le perosne sentimento comune ,ha come obbiettivo la "riunificazione tutta"dell'intera Italia senza Nord e Sud ,la colpa del mal funzionamento del meridione è colpa di una mal governo non certo dei meridionali che sono gli stessi dell'era borbonica.. Senza dimenticare che oltre al tesoro anche la forza lavoro del Nord è meridionale diciamo che lo stesso è stato fatto per gli USA che hanno raccolto la forza lavoro dell'intero globo e sono diventati ciò che sono..

Saluti ,

un ITALIANO



P.S. dopo aver letto questo ,quale regno ci ha perso di piu con l'unità d'Italia?? ma a me non interessa l'Italia è una con i pro e con i contro..
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 24/5/2012, 14:55     +1   -1




GUARDA non ho finito neanche di leggere tutte le notizie che hai riportato,mi sembrano veramente di parte.Io sono abruzzese e non del polo nord,ma ti dico che se fossi vissuto all'epoca dei borboni avrei fatto di tutto(anche usare il fucile) per cacciare i borboni dalla mia regione molto prima di Garibaldi.Per me quello era e resterà per sempre (insieme al periodo del viceregno spagnolo)la peggiore disgrazia che poteva capitare alla mia regione inglobata in quel regno di pulcinella.Ti dirò di più che i piemontesi sono stati fin troppo teneri nella loro pratiche di annessione.Magari rileggiti le loro relazioni sullo stato dei luoghi appena annessi all'Italia per capire il reale stato delle regioni meridionali nel 1860.
 
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Patriota89
view post Posted on 25/5/2012, 22:14     +1   -1




ed io sarei di parte?, quella che hai letto è storia (meglio i borboni che sotto i Savoia che hanno tradito il popolo italiano fino all'ultimo giorno di regno ,venduti,insieme a quell'altro venduto di Cavour che con la scusa del regno d'Italia si è vendut la Corsica) Purtroppo è cosi ,e proprio a me non me ne puo fregar di meno di essere di parte ,non ho radici in nessuna citta vivo tra Nord e Sud e spesso anche l'estero per lavoro e molte volte sono il primo a vergognarmi di quello che accade al Sud .. Ma la storia è storia ..

P.S. poi il regno di pulcinella risparmiatelo..
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 25/5/2012, 23:06     +1   -1




Nulla di personale nei tuoi confronti,ma quello che mi ha fatto letteralmente sbottare,sono state le tue giustificazioni per il ritardo del sud oggi, causate da quell'antica(supposta) rapina fatta dai Piemontesi allora, mentre tu dicevi che il popolo del sud non ne ha colpa.Io penso che la questione meridionale sia fondamentale in questo forum che si occupa di nazionalismo e di irredentismo,per una ragione molto semplice,bisogna mettersi d'accordo una volta per tutte su quale Italia vogliamo noi avere nel futuro.L'Italia deve essere unita,ma vediamo prima su quali basi;non può continuare ad esistere una Italia a due velocità e bisogna porre rimedio a questo divario.Però continuare a pensare come fai tu che la colpa sia degli altri non porta da nessuna parte e ritarda la soluzione del problema.Non ci sarà alcun riscatto delle regioni storiche del sud se prima non si debella una volta per tutte la criminalità organizzata che impedisce sul nascere qualsiasi attività economica e la stessa organizzazione democratica.Purtroppo in alcuni ambienti popolari certa criminalità viene non solo giustificata ma spesso difesa quando attaccata dalla polizia (vedasi certi episodi in certi quartieri di Napoli).Per fortuna ci sono anche molti giovani che si organizzano e si ribellano.La dimostrazione del fatto che la criminalità impedisce lo sviluppo viene dalla mia regione (Abruzzo) che negli anni 50 era povera come la Calabria e poi ha avuto uno sviluppo notevole negli anni 60-70-80-90 che l'ha portata ad essere di gran lunga la più sviluppata delle regioni della ex cassa del mezzogiorno.I soldi della cassa sono stati gli stessi delle altre regioni (molti sono stati buttati in operazioni clientelari-tipo la doppia autostrada per andare a Roma -ma molti invece sono stati ben spesi).Sono nate molte industrie private nazionali e locali,gli abitanti del posto sono passati dall'essere contadini ad essere piccoli imprenditori industriali o operai.Agli inizi degli anni 2000 l'Abruzzo aveva dati di disoccupazione di circa il 5,6% (meno del Piemonte)da non credere rispetto ai dati a due cifre delle altre regioni meridionali.Tutto ciò perchè manca la criminalità organizzata indigena e quella che vorrebbe entrare purtroppo arriva proprio dalla tua regione.Per farla breve io vorrei un'Italia forte unita ed autorevole che sappia mandare anche l'esercito se necessario per prendere i mafiosi,vorrei che ogni regione inizi a pensare al proprio sviluppo senza aspettarsi nulla dallo stato centrale,che organizzi il suo destino economico rimboccandosi le maniche con iniziative concrete di crescita e non come la regione Sicilia che assume migliaia di dipendenti pubblici pagati col pubblico disavanzo.Io non sono soddisfatto della classe politica attuale del mio Abruzzo,la ritengo una massa di incompetenti.Più in generale penso che ci vorrebbe una invasione di gente dalla mentalità efficiente tipica del norditalia per far fare un salto di qualità a certe regioni.Francamente penso che se lasciamo certe regioni far fare a loro,tra centanni i nostri nipoti parleranno ancora di questione meridionale.E' meglio essere duri e politicamente scorretti come sono io ma avere voglia di risolvere le cose rimboccandosi le maniche,io per mentalità non mi aspetto che qualcuno faccia qualcosa per me se non io medesimo.

Edited by enniodiprinzio - 26/5/2012, 13:51
 
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48 replies since 4/5/2012, 20:47   1162 views
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