CITAZIONE (rezakhan_ @ 30/4/2023, 18:24)
Credo che le nazioni europee di metà '800, tutte monarchie a eccezione della Svizzera, non avrebbero mai permesso la nascita di un'Italia repubblicana, ancor più se di stampo rivoluzionario-mazziniano, e che quindi (in quella contingenza storica) l'Italia poteva unirsi solamente nell'alveo del liberalismo conservatore cavouriano-sabaudo.
Ma perché sempre questo "non lo avrebbero permesso", come se ogni evento della storia d'Italia fosse deciso da altri e gli italiani fossero sostanzialmente un popolo inerte e passivo totalmente condizionato da macchinazioni esterne perché strutturalmente troppo deboli e incapaci per fare alcunché?
La spiegazione mi sembra molto più semplice : l'Italia si è fatta Stato come monarchia perché l'unica forza militare abbastanza potente da avviare un processo di unificazione nazionale all'epoca era quella del Regno di Sardegna. E ovviamente, i Savoia dopo essersi spesi per la conquista della penisola, le varie guerre e alleanze, difficilmente a quel punto si sarebbero spontaneamente fatti di parte per lasciare campo ad una repubblica, che era peraltro tutta da definire mentre una forte autorità politica, con esperienza e prestigio, c'era già, ed era appunto la casa regnante sabauda.
Tutto qui.
In questo risalta anche la grandezza di figure come Garibaldi, che rinunciò a portare avanti la sua idea repubblicana per un bene superiore, ossia la Patria, che in quel momento storico sembrava poter essere solo una monarchia, pur rimanendo dello stesso pensiero.
CITAZIONE (FulvioDip @ 29/4/2023, 23:53)
Perfettamente in linea, la casa savoia ha fatto il suo tempo per l'Italia e non ne vedo la necessità di riaverli (anche perchè di fatto come dico sempre, i re sono roba da primitivi o da germani, quindi in Italia appena ci siamo leggermente evoluti, abbiamo dato un ai 7 Re di Roma, portato la repubblica e poi fatto un'impero, che appunto viene da imperium, cioè comando, quindi avere una repubblica non esclude anche la presenza di un'impero).
Una volta tributato il loro merito, come uno dei tanti protagonisti nell'unificazione Italiana, al pari di Garibaldi, Cavour e tutti la compagnia cantante, rimosse tutte le disposizioni costituzionali, cioè parificare chi porta il cognome savoia, di qualsiasi ramo della famiglia a normali cittadini italiani, a quel punto per me si possono anche estinguere nella storia moderna, una volta ricordati Vittorio Emanuele II , Umberto I e Vittorio III, tutti gli altri stanno bene dove stanno, cioè a fare i cittadini con i pari diritti ai miei, senza accampare qualche "pretesa" anche su carta, di possedimento dell'Italia. (Alla fine un Re pure nelle costituzionali , è sempre padrone di tutto, in una repubblica, io sono padrone della stessa come il mio vicino, insomma meglio essere padroni in due, che non avere niente in due perchè un terzo ha tutto)
Questa cosa che dici spesso secondo me non è vera, cioè, non è che ci sono popoli più avvezzi di altri ad avere un re, si tratta di contignenze storiche spesso casuali. E l'Impero romano comunque fu di fatto una costruzione monarchica proseguita pe secoli.
Fra l'altro, anche questo fatto del Re come "padrone dello Stato" è qualcosa che non ha davvero importanza, cioè, al giorno d'oggi si tratta solo di una formalità che non ha alcuna influenza sulla vita dei cittadini. Non è come una volta dove c'era un effettivo potere dei reali e della nobiltà, è solo questione di definizioni senza effetto nel concreto.
Cioè il fatto che i britannici siano "sudditi" e gli italiani soltanto "cittadini", materialmente cambia qualcosa? No, gli inlgesi hanno lo stesso livello di diritti civili e libertà, quindi sono solo formalismi e tradizioni.
Come già detto in passato, la monarchia ha un piccolo deficit di democrazia, nel senso che da noi in teoria tutti i cittadini possono diventare Capo di Stato, mentre in Inghilterra soltanto uno, e per diritto di nascita.
E' però un privilegio così raro e al giorno d'oggi poco rilevante, visto il ruolo del Re, che per tradizione e altre considerazioni, lo si può anche tollerare. Così ragionano in GB e altri paesi, dove pure ci sono a vari livelli tendenze repubblicane.
Riguardo alla questione dell'esilio e del divieto di rientro, si tratta di una carognata indegna di un paese democratico, di fatto uno strascico della guerra civile, un esempio di fanatismo, diseducazione civile e infamia, del resto tipico di quelle fazioni politiche che non sanno vincere, e di quella disgustosa e disonorevole tendenza a distruggere l'avversario sconfitto che si è vista da un certo periodo in poi.
I Savoia dovevano poter restare in Italia, ovviamente senza più il potere e il titolo regio.
Si è andati troppo oltre, come al solito. Il referendum del 2 giugno 1946 certificava semplicemente la volontà della maggioranza degli italiani di dare al paese un assetto repubblicano, non il desiderio popolare di cacciare gli ex-sovrani dal territorio nazionale, e meno ancora quella di impedire loro il rientro per decenni.