CITAZIONE (FulvioDip @ 3/11/2019, 11:58)
Non credo sia partigiana, se avessimo assecondato il volere dei partigiani saremmo stati una nazione a dittatura comunista
Partigiana nel senso che di fatto appartiene solo ad una parte. In questo caso non ha neanche senso fare la distinzione fra comunisti e democristiani, perché seppur divisi da ovvi motivi, avevano in comune la stessa ostilità per un'Italia sovrana e forte nonché il ripudio di tutto ciò che era venuto prima.
Vorrei far notare che i comunisti oggi sono più o meno spariti, ma restano tutti gli altri a fare i feroci custodi del dogma dell'antifascismo, anche se con modalità e termini diversi.
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Se parliamo del "poveri 10 mln di italiani" boh, certe volte è bello vedere come a seconda dell'argomento, a volte conviene non rispettare la minoranza e altre volte si.
Hai deciso di essere una nazione democratica? Si, ecco in democrazia si "rispetta" in genere il volere di chi vince ed in quel momento , gioco forza, per via di una dittatura e probabilmente per una mai troppo amato rapporto dell'Italia con i Savoia, si è scelta la repubblica
Non ho capito il senso : che vuol dire che è stata scelta la Repubblica? Mica si sta contestando l'esito del voto o la forma dello Stato.
Si sta contestando il fatto che di questa cosa si debba fare una celebrazione, che è inevitabilmente di parte, ed esclude praticamente mezzo paese.
Ma come fa un paese a fare una sua festa nazionale sulla base di un risultato elettorale, per giunta molto combattuto?
Cosa c'entra la democrazia, questa è una distorsione del concetto, i risultati di un voto si rispettano e si mettono in atto, ma mica si celebrano, mica li si può imporre come mito fondativo dello Stato...ma che roba è?
Sarebbe come se un Governo istituisse come giorno di vacanza la data in cui ha vinto le elezioni. O come il fascismo che aveva istituito la celebrazione della Marcia su Roma.
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Probabilmente una famiglia reale più amata avrebbe cambiato l'esito del referendum sicuramente, se gli spagnoli si so ripresi i borboni quando franco è morto, un motivo ci sarà.
Il motivo è che i Borbone non hanno perso la guerra. Non c'entra nulla la famiglia, i Savoia erano stati marchiati di ignominia dal fanatismo antifascista, e quello che è stato fatto contro di loro in seguito al risultato è stato di un'infamia senza pari, con l'esilio e il divieto di rientrare nel paese, pure per i discendenti, pure per le salme...solo delle vere carogne potrebbero fare una cosa del genere, e del resto abbiamo visto che razza di squallidi individui hanno guidato la nuova Italia.
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Come ho scritto il 1947 o 45 o insomma quegli anni sono l'anno 0 anche per chi ha vinto e credo siano una data storia al pari del congresso di vienna del 1818 (cioè una data che chiude un'epoca e ne apre un'altra) e sopratutto perché per alcune nazioni è stato davvero un reset di sistema importante, anche per la stessa Italia (se pur a metà, visto che tutta la colpa è stata data "ai fascisti" e poi ti sei tenuto tutti i magistrati, che guarda caso, erano fascisti sotto il fascismo e democratici sotto la repubblica e si so sempre difesi (a mo di gerarca nazista) dicendo che il loro scopo era solo applicare le leggi dello stato, non questionare la loro bontà).
Continuo a non capire la logica dietro questa roba dell'anno zero. Ma pure se fosse, dove sta scritto che bisogna celebrarlo? E che senso ha farlo, se hai perso?
Davvero non comprendo l'autolesionismo che si può avere nell'arrivare a festeggiare l'aver ricominciato da capo non per aver vinto, per aver ottenuto qualcosa di eclatante che ha cambiato tutto in positivo, ma l'essere stati sconfitti e distrutti.
In quel caso cambi le cose forzatamente, ti adegui, cerchi di riprenderti, ma di certi non festeggi, è una cosa da pazzi, da masochisti, che non ha eguali al mondo.
Neanche la Germania celebra la sua sconfitta, in nessuna versione. E il Giappone ha fatto capire da tempo di essere stufo del ruolo a cui è stato relegato e della sua ridicola Costituzione scritta dal nemico.
Non so, sarebbe come dire che una persona ha subito l'anno zero dopo un grave incidente in cui è rimasta gravemente sfigurata e menomata, e da allora la sua vita è cambiata, ha dovuto ricominciare tutto e adeguarsi ad una nuova vita.
Appunto, è stato un anno zero, è cambiato tutto, un'alta vita ma...mica lo festeggia, il giorno dell'inicdente...
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Quello che non capisco è perché secondo te, la gente non si può riconoscere nella repubblica italiana, visto che ormai credo che le persone nate pre 1947 inizino ad essere ridotti a lumicino e quindi quanto ad oggi? il 90% forse il 95% della popolazione italiana conosce solo la repubblica italiana che gli di fatto (per meriti o semplice fortuna di essere nel posto giusto al momento giusto) ha dato ricchezza a quasi tutte le persone date dal 1950 al 2000 circa.
Non è questione di riconoscersi, il problema è che la festa nazionale basata su un voto elettorale, partigiano e inevitabilmente fazioso, è sbagliato a prescindere. E tutto questo vale sempre anche se di fatto, oggi i monarchici non esistono quasi più. Neanche i fascisti sono monarchici, e per la verità non lo erano neanche nel Ventennio, in gran parte.
E nonostante ciò il concetto di fondo resta sbagliato. Imporre ad un popolo di riconoscersi in una forma di governo è uno scempio del concetto stesso di Patria.
I cittadini devono riconoscersi unicamente nella Nazione, in un'ideale, non in un sistema burocratico-amministrativo. Se domani all'improvviso tornasse la monarchia, il paese sarebbe forse meno unito?
Non ho capito poi questa roba della ricchezza : ma che c'entra lo sviluppo economico con la Repubblica? E' una pura coincidenza. Se nel 1946 al referendum avesse vinto la monarchia, sarebbe cambiato qualcosa nel futuro sviluppo industriale del paese?
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Non hai nessuna regola, ad oggi è la data più ovvia, semplicemente per tanti motivi, se uno la deve buttare sul nazionalismo, festeggiare la data dell'unità o festeggiare la repubblica (visto magari l'idea di nazione è slegta, ma l'idea di stato è intrisecamente legato alla sua forma di gestione) sono più o meno la stessa cosa, è praticamente come pensare che il compleanno di tuo nonno sia meno importante del tuo.
Quindi forse più che togliere un festeggiamento, sarebbe meglio farne due?
O siamo ancora nella logica che togliere è meglio di aggiungere?
Non sono assolutamente la stessa cosa.
L'Unità d'Italia, anche se tecnicamente era la proclamazione del Regno, è slegata da qualunque considerazione monarchica o sulla forma di stato. Non appartiene a niente e a nessuno, è patrimonio comune del popolo. Anche da un punto di vista culturale, sono stati celebrati indistintamente tutti gli uomini che contribuirono, tanto i monarchici quanto i repubblicani, tanto i conservatori quanto i liberali e i socialisti e i centralisti e i federalisti e la destra e la sinistra storiche e via dicendo.
Il 2 giugno è la festa di un'elezione dove una parte ha sconfitto l'altra a seguito di una guerra drammatica in cui ha perso il paese intero.
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No lo è per la tua percezione, se oggi io mi reputo nazionalista, mi batto per l'Italia , sia essa una repubblica o una monarchia o altro, non questiono troppo su cosa è e cosa festeggio. Festeggio la repubblica Italiana, che mi ha dato i natali, non credo di essere anti italiano in questo?
Festeggiare la Repubblica italiana come principale festa "patriottica" è sbagliato, perché vuole dire implicitamente che tutto ciò che è venuto prima è orribile e sbagliato, da rinnegare e dimenticare.
Se consideriamo che l'unica altra festa celebrativa del paese è il 25 aprile....
Contesto poi l'idea stessa di dire che la repubblica "ha dato i natali" a qualcunoo. I natali li ha dati l'Italia, è del tutto indifferente la struttura politica del momento. Chi è nato negli anni '30 mica è per forza fascista o monarchico solo perché quando è venuto al mondo il potere era quello.
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E' quello il problema, che per te sono neutrali, per loro non lo sarebbero, troverebbero modo e maniera di storpiare anche altre date. Come fece la lega per i 150 anni di Italia...come fece qualche neo borbonico per i 150 anni di Italia...lo farebbero comunque.
No, assolutamente, non è un paragone neanche immaginabile. Siamo proprio su due scale di grandezza totalmente diverse.
Non esiste alcun motivo per contestare il 17 marzo o il 4 novembre. Non ci sono appigli, a meno di non voler scadere nel ridicolo e forzare le cose a livelli a cui neanche l'attuale classe politica oserebbe scendere.
I leghisti e i neoborbonici non sono nulla, sono una minoranza irrisoria di cialtroni folkloristici di nessuna importanza. Non si vedrebbero neanche.
La Lega poi ormai non è più quella del 2011. E non potrà mai tornare al padanismo cialtrone di una volta. Che comunque, ripeto, non aveva alcuna rilevanza.
Con delle celebrazioni diverse, ci sarebbero soltanto delle contestazioni fisologiche, a malapena rilevabili.
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Come no, ci sarebbe gente come la Lega che farebbe le contro manifestazioni...
Ti sei accorto che la Lega è cambiata e anche parecchio, si? Non farebbe proprio nessuna contro-manifestazione.
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e ritorna il fatto, se ormai è assodata la questione "perchè troppo indietro negli anni" (quindi rispettivamente 160 e 100 anni quasi) perchè non dare assodata la repubblica che ne sta per andare per gli 80? Troppo giovane? Dobbiamo aspettare almeno altri 20 anni? Cosi a 100 va bene (ormai tutta la vecchia generazione sarebbe morta, quindi di fatto la proclamazione della repubblica non sarebbe riconducibile a nessuno, semplicemente ci sarebbe gente, nata e cresciuta sotto la repubblica e basta)
Non c'entra nulla il tempo trascorso. La celebrazione della Repubblica è sbagliata per le modalità con cui è nata e per le implicazioni anti-patriottiche che si porta dietro.