LA LINGUA ITALIANA NELLA DIASPORA, SUO DECLINO.

Gli italiani, così come dimostra l'articolo che hai postato, a partire dalla metà del XIX secolo fino alle prime decadi del XX sono stati più comunità ed erano più coesi tra loro - oltre che più numerosi ed anche più capaci di sviluppare ricchezza nonostante una minore alfabetizzazione - di quanto lo fosse la controparte, ugualmente immigrata, spagnola; però in seguito è tutto scemato, e gli italiani ivi presenti, nel corso delle decadi, data la negligenza e l'assenza nell'appoggio dello Stato italiano, sono divenuti in tutto e per tutto argentini, assimilandosi, a loro modo, all'élite criolla già lì presente (e che non era quella dei gallegos, e cioè degli immigrati spagnoli, ma bensì dei creoli nati e cresciuti in Argentina prima che vi giungessero le grandi ondate di immigrazione europea di metà Ottocento).

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 00:45

Sì, sono d'accordo.


Personalmente non detesterei mai la patria per questo motivo, e in questi casi me la prenderei unicamente con il mal funzionamento dello Stato italiano che non fa nulla per tutto ciò (le ambasciate italiane poi funzionano malissimo in tutto il mondo, non solo in Sud America).

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 02:10

Classico spagnolo ispanocentrico che spara boiata e si inorgoglisce di eventi storici reinterpretati come in un fumetto di Topolino.


Vi sono indubbiamente argentini orgogliosi delle proprie radici italiane - come del resto lo sono e lo sarebbero, in quel contesto sudamericano, di qualunque altra origine europea - però definire questo come un ''sentirsi italiani'' è un po' eccessiva come cosa, dato che nella stragrande maggioranza dei casi non sanno praticamente nulla dell'Italia, e gli stessi si sentono argentini al 100% (ed è anche giusto che sia così).

I sudamericani di origine italiana - così come quelli aventi qualunque altra origine europea - vivono il proprio retaggio più che altro come un ''vezzo'', un plus da aggiungere all'identità alla quale si sentono saldamente di appartenere, e che è appunto quella del Paese americano nel quale sono nati e cresciuti e di cui sono cittadini, e non di certo come un senso di appartenenza a quella che fu la nazionalità dei loro antenati; e al massimo potranno provare un sentimento di simpatia o di curiosità nei confronti di quest'ultima, ma di certo non si sentono italiani, né spagnoli, tedeschi, portoghesi o di qualunque altro luogo che non sia il Paese nel quale sono nati.

Il sentimento di appartenenza ai propri Paesi tra i sudamericani - e si potrebbe dire tra tutti gli ispanoamericani in generale - è molto forte; e nonostante la nostra sia una nazione millenaria e ben differente da quelle delle Americhe, sotto questo aspetto noi italiani avremmo da imparare da loro.

Per il resto, i commenti di argentini a video scadenti su youtube sarebbe poi meglio non tenerli più di tanto in conto, altrimenti dovremmo attenerci anche a perle di demenzialità di questo genere:

@roberto.d.perezguzman855
3 mesi fa
''Belgrano era amante de Los Reyes de España y la bandera Argenta es de los colores de la realesa Española....no hablen mierda los Italianos trajieron piojos los Españoles civilisation le gusta a quien le gusta...''

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 02:23

Ecco, appunto!

E sono poi pure gli stessi che credono che Messi sia Dio...

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 18:43

Sì, certamente.


Vero. Tutte le manifestazioni legate al retaggio italiano nei Paesi del Cono Sur, le realizzano unicamente di tasca loro e senza alcun appoggio di qualsivoglia tipologia da parte dello Stato italiano.


Al di là del retaggio italiano della Colombia non poi così numericamente significativo se paragonato a quello di altri Paesi sudamericani, è sì vero che le scuole italiane lì presenti sono parecchio care, e di certo non accessibili a qualunque italocolombiano che potrebbe essere interessato a frequentarle. E la cosa è appunto ancora più paradossale se pensiamo che uno Stato come l'Italia, con un PIL nominale superiore a quello di tutti i Paesi dell'America ispanica messi assieme (escludendo quello del Messico dalla somma totale), non finanzi nulla in questa direzione. Ci sono Paesi come la Polonia o persino la Grecia, i quali non hanno di certo a disposizione le nostre risorse economiche, che fanno infinitamente più di noi per i discendenti di polacchi e greci in quei Paesi.


Indubbiamente.

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 23:44

Certo; ma il fatto è che italiani non ci si sentono proprio (ovviamente salvando eccezioni), e non è che si sentano solo meno italiani di quanto possano sentirsi argentini. Il grosso di loro si sentono solo ed unicamente argentini (o uruguagi, paraguagi, cileni, peruviani...etc.), e al massimo possono provare un senso di simpatia o di curiosità nei confronti delle origini dei loro antenati - e che i più coscienti di quali fossero esattamente queste origini espongono poi in maniera aneddottica, o magari con una vena di orgoglio legata al fatto dell'avere antenati europei - ma finisce là.

Edited by Fieramosca - 6/10/2023, 16:11

Sì, senz'altro, e trattasi ovviamente di casi isolati (anche se alla fin fine nemmeno poi così tanto isolati, essendo i non discendenti di italiani comunque un buon 40% della popolazione argentina, pur non essendo tutti avversi ai tanos, ovviamente).


Non sono pochi gli argentini/uruguagi privi di ascendenza italiana; non esageriamo.


Da noi sarebbe senz'altro più comprensibile che da loro, dato che l'identità argentina vera e propria è nata solo in seguito all'arrivo delle masse di immigrati (e non unicamente italiane) stanziatesi in quel Paese, mentre da noi no, e un'identità italiana, più che solida (oltre che assai antica), sarebbe di molto precedente e consolidata al momento dell'ipotetico arrivo di masse di immigrati tanto sostanzione da stravolgere il tessuto etnico della nostra nazione, e ovviamente persisterebbe a questi arrivi. Nel caso dell'Argentina invece, prima dell'arrivo degli immigrati dall'Europa, potremmo parlare più che altro della presenza di una flebile identità gaucha ed elitaria nel caso dei creoli, e alla quale si sono in un certo senso adattati gli immigrati arrivati in quel Paese più di un secolo fa, ma che oggi non esiste più (essendo stata, appunto, flebile all'arrivo di questi ultimi), essendosi radicalmente trasformata in quella che è l'identità degli argentini attuali.

Per cui, nel caso dei soggetti che si esprimo in questo modo, non potremmo parlare esattamente di ''oriundi'', o almeno, non in senso culturale, dato che la cultura e l'identità di questi ultimi è oggi la stessa degli altri argentini ''non oriundi'', e in questi casi potremmo dire si tratti semplicemente di ''odiatori di tanos'', magari perché non aventi loro stessi antenati italiani, o più semplicemente perché, avendo loro altre origini (quando non italiane, spesso spagnole), i loro familiari gli hanno tradizionalmente inculcato che i discendenti di italiani siano alla base di tutti i mali del Paese (facendolo non di rado anche con una punta di invidia non indifferente).

Edited by Fieramosca - 5/10/2023, 23:57