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Il genocidio asburgico. 1866-1918, Come il governo di Vienna progettò e portò a compimento una pulizia etnica contro gli Italiani

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Marcus Tullius Cicero
view post Posted on 13/1/2011, 22:31     +1   -1




Rispondo a FulvioDip.
Ciò che dici è nella sostanza vero, ma questo non toglie il fatto innegabile che Vienna abbia programmato e compiuto un etnocidio o pulizia etnica a danno degli Italiani, in questo appoggiandosi ai nazionalisti slavi.
Insomma, si era progettata la totale cancellazione della componente italiana dalla Dalmazia, la Venezia Giulia ed il Trentino-Alto Adige, e si era già iniziato a procedere in questo senso. In Dalmazia l'opera era già quasi compiuta nel 1910.



DALLA POLITICA FILO-SLAVA AL PROGRAMMA DI UNA PULIZIA ETNICA DEGLI ITALIANI
L’impero austriaco sin dalla Restaurazione aveva seguito una politica filo-slava, poiché i popoli slavi apparivano molto più controllabili da Vienna per la loro storia assai più recente di quella italiana, la loro minore coscienza nazionale e la grave debolezza economica e culturale rispetto all’elemento italiano. Durante le guerre risorgimentali gli Austriaci si servirono frequentemente di truppe slave contro gli Italiani, tanto che queste si segnalarono per la loro crudeltà durante le Cinque Giornate di Milano, a Brescia (dove, fra l’altro, bruciarono vivo il patriota Carlo Zima), nell’assedio di Venezia ed in generale nelle operazioni di repressione dei moti risorgimentali. Radetzky si era così espresso in modo reciso: "Bisogna slavizzare la Dalmazia per toglierla alla pericolosa signoria intellettuale di Venezia alla quale le popolazioni italiane si rivolgono con eccessiva ammirazione". Durante i moti del 1848-1849. Il bano della Croazia, Jelacic, diede pieno appoggio al regime asburgico e si fece egli stesso promotore di una politica anti-italiana, il che già trovò risposte positive nelle alte sfere del potere viennese.
La tradizionale politica filo-slava ed anti-italiana dell’autocrazia asburgica si accentuò e sfociò nel programma di un etnocidio nel 1866. La tensione esistente fra Italia ed Austria facilità l’accrescersi di sentimenti xenofobi ed italo-lobi nel nazionalismo slavo, che beninteso erano preesistenti ed appoggiati dalle autorità asburgiche. I gruppi nazionalisti serbi e croati iniziarono una massiccia campagna contro gli Italiani sudditi asburgici, accusandoli tutti e globalmente d’infedeltà e slealtà nei confronti delle autorità e proponendoli quale una minaccia per il regime imperiale. Il 4 agosto 1866, dopo la battaglia di Lissa, «Il Nazionale» (giornale di nazionalisti croati, ma scritto in lingua italiana, all’epoca universalmente usata da tutti i Croati colti in Dalmazia) pubblicò un articolo programmatico intitolato Le conseguenze della battaglia di Lissa. Il giornale nazionalista croato proponeva di distruggere per sempre il pericolo di una Dalmazia italiana e per far ciò era necessario innalzare «tra Dalmazia e Italia una frontiera nazionale insuperabile». Questo poteva essere reso possibile, proseguivano il foglio nazionalista, sia favorendo in ogni modo l’elemento slavo, sia attraverso la repressione politica e culturale di quello italiano.
Lo storico Luciano Monzali ricorda che “i verbali del Consiglio dei ministri asburgico della fine del 1866 mostrano l'intensità dell'ostilità antitaliana dell'imperatore e la natura delle sue direttive politiche a tale riguardo. Francesco Giuseppe si convertì pienamente all'idea della generale infedeltà dell'elemento italiano e italofono verso la dinastia asburgica". Il Monzali cita poi il famigerato ordine del consiglio della corona del 1866, che imponeva la germanizzazione e la slavizzazione delle regioni italiane dell'impero. Egli poi spiega che questi sentimenti antitaliani dell'imperatore "avrebbero avuto pesanti conseguenze politiche […] negli anni successivi". Essi inoltre erano assai vigorosi "nell'esercito, che aveva combattuto molte guerre in Italia ed era desideroso di rivalsa: considerato il ruolo preponderante dei militari […], ciò era estremamente pericoloso.” (L. Monzali, Italiani di Dalmazia, cit., p. 89)
Fu così formulato e portato avanti il “piano della classe dirigente conservatrice austriaca di intraprendere una politica di concessioni alle nazionalità slave, ritenute più fedeli all'Impero e ben disposte ad accettare il potere dominante dell'imperatore e dell'aristocrazia asburgica.” (L. Monzali, Italiani di Dalmazia, p. 89)
Le stesse nuove direttive di politica estera che l'Impero asburgico adottò a partire dalla fine degli anni Sessanta facilitarono il rafforzarsi delle tendenze italofobe. (L. Monzali, Italiani di Dalmazia, pp. 69-70). Il nuovo ministro degli Esteri asburgico, Beust, constatò la forza e la solidità dei due nuovi grandi stati nazionali di Italia e Germania, cosicché delineò una nuova strategia colonialistica ed aggressiva di Vienna, la quale anziché volgersi verso i territori italiani e germanici come in passato, doveva ora indirizzarsi principalmente verso i Balcani. “Questa strategia ebbe come conseguenza l'affermarsi dell'idea, molto popolare nei militari, che fosse necessario svolgere una politica slavofila […] per attrarre all'Austria le simpatie delle popolazioni serbe e croate” (L. Monzali, Italiani di Dalmazia, p. 69-70).



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Edited by Marcus Tullius Cicero - 27/7/2012, 15:44
 
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view post Posted on 13/1/2011, 22:38     +1   -1
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CITAZIONE (rector @ 13/1/2011, 22:30) 
"""praticamente siamo stati invasi da qualsiasi etnia possibile ed immaginabile. 1943-45 sono stati davvero gli "anni orribilis" dell'Italia dello scorso secolo."""

__________________________________________________________

Come mai, germania e giappone, nostre alleate, sconfitte ma non invase se non per breve periodo o con minore sudditanza ai " vincitori "? forse perche' la popolazione non si era venduta? :figo:

Rector, la Germania fu invasa anche dai Russi, suddivisa in zone, divisa ed occupata per decenni...ufficialmente l'occupazione si ammorbidì nel 1954 e terminò completamente nel reintegro completo della sovranità tedesca nel 1990. A noi andò certo meglio, se così si può dire...il Giappone ebbe il proprio trattato di pace nel 1951 ( Trattato di San Francisco) mentre noi, come si sa, nel 1947. Restarono forze di occupazione americane, da "alleati",in Giappone, anche successivamente al '51.

@ Marcus
Non c'è dubbio che se anche il solo Trentino non fosse venuto a noi sarebbe anch'esso divenuto terra tedesca. Un'etnia che si sarebbe espansa fin verso la pianura padana.
 
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usop
view post Posted on 13/1/2011, 23:13     +1   -1




CITAZIONE (rector @ 13/1/2011, 22:30) 
"""praticamente siamo stati invasi da qualsiasi etnia possibile ed immaginabile. 1943-45 sono stati davvero gli "anni orribilis" dell'Italia dello scorso secolo."""

__________________________________________________________

Come mai, germania e giappone, nostre alleate, sconfitte ma non invase se non per breve periodo o con minore sudditanza ai " vincitori "? forse perche' la popolazione non si era venduta? :figo:

insomma ,il giappone è stato sotto l'occupazione americana per 10 anni,in cui mac arthur si comporto come una sorta di vicere....violentando per sempre la cultura giapponese
 
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Marcus Tullius Cicero
view post Posted on 13/1/2011, 23:23     +1   -1




@ Mars Pianeta Rosso.

Senz'altro il Trentino e l'Alto Adige sarebbero stati interamente germanizzati a forza, ma la presenza italiana sarebbe stata completamente cancellata anche dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia. Questo era il progetto di Francesco Giuseppe e dello stato asburgico, esplicitamente formulato e portato avanti in modo implacabile.
Basti un esempio: la Dalmazia.
Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci. Ancora ad inizio Ottocento gli Italiani erano nella regione 1/3 degli abitanti. Sotto la duplice pressione dello stato asburgico e dei nazionalisti slavi si ridussero sempre più:

1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%


Se l'Austria avesse avuto tempo e modo, avrebbe germanizzato e slavizzato a forza anche il Veneto e la Lombardia ed anzi già Radetzky aveva ipotizzato misure di pulizia etnica contro le classi dirigenti di queste due regioni.


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Edited by Marcus Tullius Cicero - 27/7/2012, 15:45
 
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view post Posted on 13/1/2011, 23:26     +1   -1
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CITAZIONE (Marcus Tullius Cicero @ 13/1/2011, 23:23) 
@ Mars Pianeta Rosso.

Senz'altro il Trentino e l'Alto Adige sarebbero stati interamente germanizzati a forza, ma la presenza italiana sarebbe stata completamente cancellata anche dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia. Questo era il progetto di Francesco Giuseppe e dello stato asburgico, esplicitamente formulato e portato avanti in modo implacabile.
Basti un esempio: la Dalmazia.
Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci. Ancora ad inizio Ottocento gli Italiani erano nella regione 1/3 degli abitanti. Sotto la duplice pressione dello stato asburgico e dei nazionalisti slavi si ridussero sempre più:

1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%


Se l'Austria avesse avuto tempo e modo, avrebbe germanizzato e slavizzato a forza anche il Veneto e la Lombardia ed anzi già Radetzky aveva ipotizzato misure di pulizia etnica contro le classi dirigenti di queste due regioni.

Marcus, non ho dubbi...è per questo che dico che la Grande Guerra fu una necessità sia pure tragica...non c'era scelta...le cifre parlano chiaro...la nostra etnia millenaria sarebbe scomparsa progressivamente dalle vallate trentine-non parliamo dell'Alto Adige!- da Gorizia, Trieste e, ovviamente, Dalmazia e Istria.
 
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Pandrea
view post Posted on 14/1/2011, 00:02     +1   -1




La civile e beneamata Austria-Ungheria, se ne andassero a farfalle tutti i sostenitori di questo mito contemporaneo
 
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view post Posted on 14/1/2011, 01:26     +1   -1

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CITAZIONE (rector @ 13/1/2011, 22:30) 
"""praticamente siamo stati invasi da qualsiasi etnia possibile ed immaginabile. 1943-45 sono stati davvero gli "anni orribilis" dell'Italia dello scorso secolo."""

__________________________________________________________

Come mai, germania e giappone, nostre alleate, sconfitte ma non invase se non per breve periodo o con minore sudditanza ai " vincitori "? forse perche' la popolazione non si era venduta? :figo:

concordo pienamente, che noi italiani abbiamo il piccolo vizietto di piangerci addosso con scene plateali è assodato.
che pensavamo di esser i più furbi del mondo quando prendevamo solo noi quasi tutti i soldi del piano marshall è vero, purtroppo da bei "furbetti", non pensavamo che quei soldi ovviamente si stava vendendo l'italia.

la germania ha pagato per tutti ma non si è piegata hai ragione.
Contate che Lenin, propose anche di rispettare l'integrità territoriale della germania al 1919, (tranne danzica che andava alla polonia), se solo i tedeschi avessero deciso di diventare una repubblica socialista.
Ovviamente dissero di no, e finirono come finirono.


Per il Giappone, però devo contraddirti, visto che anche loro sono legatissimi agli usa, anche loro dopo la guerra erano quasi ad uno stato "pre industriale" e anche loro sono stati ricostruiti con i soldi americani.
solo che hanno cercato un rapporto da pari a pari (cioè mi hai ricostruito, ora ti rendo il favore, ma non esiste che per rendertelo mi metto prono davanti a te)

anche adesso il giappone non dice "ah" in politica estera, se non sentono prima gli usa.


su potrebbero essere la potenza che contende alla cina il dominio dell'asia.
eppure sono talmente terrorizzati da una altra guerra che non mettono bocca manco nella questione della corea...che insomma era una loro ex colonia e protettorato.


il fatto è che, volenti o nolenti, la grande sconfitta della seconda grande guerra, ha lasciato dei segni in tutte e 3 le nazioni...

il metro di paragone è come le 3 nazioni ne sono uscite.

e io ho sempre avuto il sospetto che in noi, ci sia la falsa idea, che è stato machiavellico e geniale aver fatto il voltafaccia del 1943, che ci ha salvato, ci ha tolto altre pesantissime mutilazioni etc etc...

ma ho avuto sempre il solito sospetto, che abbia salvato anche del "marcio" che poi è rimasto fino ad adesso.

mi chiedo se forse non era meglio, firmare l'armistizio e dichiarci sconfitti come una nazione con le palle che ammette la sconfitta, e basta,....avrebbe portato ad un reset completo della nazione.

che forse sarebbe uscita fuori più forte, come l'erba nuova dopo che è passato l'incendio.

 
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view post Posted on 14/1/2011, 01:43     +1   -1

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CITAZIONE (Marcus Tullius Cicero @ 13/1/2011, 23:23) 
@ Mars Pianeta Rosso.

Senz'altro il Trentino e l'Alto Adige sarebbero stati interamente germanizzati a forza, ma la presenza italiana sarebbe stata completamente cancellata anche dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia. Questo era il progetto di Francesco Giuseppe e dello stato asburgico, esplicitamente formulato e portato avanti in modo implacabile.
Basti un esempio: la Dalmazia.
Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci. Ancora ad inizio Ottocento gli Italiani erano nella regione 1/3 degli abitanti. Sotto la duplice pressione dello stato asburgico e dei nazionalisti slavi si ridussero sempre più:

1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%


Se l'Austria avesse avuto tempo e modo, avrebbe germanizzato e slavizzato a forza anche il Veneto e la Lombardia ed anzi già Radetzky aveva ipotizzato misure di pulizia etnica contro le classi dirigenti di queste due regioni.

continuo a ripeterti, che in quella situazione, se io fossi stato l'austria avrei fatto la stessa cosa.
che ti aspetti da una nazione che si sente scippato il veneto con demerito, e che ti aspetti, che appena ci sia un tuo attimo di difficoltà, ti attaccherà alle spalle per prendersi trento e trieste?(gli austriaci davano per scontato che in qualsiasi guerra avrebbero avuto gli italiani contro)

fai la cosa più ovvia, programmi un espulsione forzata della componente etnica che di da fastidio.

mentre fino al 1848, gli italiani erano la terza etnia dell'impero asburgico, e la seconda a livello industriale,
nel 1866 gli italiani erano circa 770000 ed erano tutti "cagaballe" per riunirsi all'italia.
e l'italia era un "cagaballe" che non vedeva l'ora di far guerra per prendersi quei territori.

quindi fai lo switch....guardi quale etnia a te fedele può prendere il posto degli italiani....e ti trovi che li in zona hai solo i croati e gli sloveni.

che tra l'altro....già te li fai amici, e gli dici "vedete come state bene nella nostra monarchia, quindi non date retta ai serbi che vogliono fare la grande serbia con tutti gli slavi del sud".


I dati sulla dalmazia che riporti, sono quelli presi da wikipedia.
e quelli riportati dai censimenti austriaci.
che domandavano solo di che nazionalità si credeva di esser, e non che lingua si usasse.
di fatto i croati di dalmazia, che parlavano correttamente sia croato che italiano, dicevano di esser croati, ma alla prova dei fatti, erano di cultura italiana.

Difatti, anche gli storici croati, (quelli non del regime) ammettono che i censimenti non truccati sono stati quelli fino al 1848-69
e che al 1914 allo scoppio della grande guerra, la componente italiana intesa come italiani di lingua italiana in dalmazia, e la componente italiofono, intesi come croati di lingua italiana o cultura italiana, erano rimasti costanti tra il 10 e il 12% della dalmazia.

Cmq si parla sempre di un 70000 persone su una regione di circa 600000 abitanti.



Poi ovviamente non ti sto dando contro sia ben chiaro, ma ti sto dicendo che era completamente normale quello che hanno fatto, per l'epoca e per le modalità, e anche con una certa "cognizione di causa".


quando vuoi far una regione tua, che è di etnia mista, hai solo 2 possibilità
possibilità lenta : lavori sulle generazioni future, e fai di tutto perchè si integrino nello stato quindi inizi con un bilinguismo, li tuteli etc etc

possibilità veloce : fai la pulizia etnica


la modalità 2 è stata ampliamente utilizzata da tito per reclamare l'istria occidentale. Quindi insomma pare funzionante.

la modalità 1 invece è stata utilizzata da venezia con i croati di dalmazia....risultato, che hanno tenuto la dalmazia per 300 anni. e i croati dalmati si sentivano molto più vicini agli italiani della costa, che non ai croati di zagabia o della slavonia.


Poi come si dice, se abbiamo messo in atto un etnocidio, credo che abbiamo già pagato a sufficienza con lo smembramento del 1919. :figo:

se pensi il lustro che gli Asburgo hanno avuto per circa 500 anni, e poi guardi che "patacchetta" in europa sono diventati....bèh se non è una fine punitiva quella, non saprei quale sia....
 
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Marcus Tullius Cicero
view post Posted on 14/1/2011, 09:35     +1   -1




Caro Fulvio Dip,


Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci. Ancora ad inizio Ottocento gli Italiani erano nella regione 1/3 degli abitanti. Sotto la duplice pressione dello stato asburgico e dei nazionalisti slavi si ridussero sempre più:

1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%

E' bene precisare che ancora ad inizio del secolo XIX gli Italiani in Dalmazia rappresentavano almeno 1/3 dell'intera popolazione, malgrado la crescita numerica dell'elemento slavo nel corso del Settecento. Quindi L'Austria ha fatto scendere gli Italiani dàlmati da 1/3 a una percentuale enormemente più bassa.
Non vi è dubbio che i censimenti austriaci cercassero in ogni modo d'aumentare la presenza slava e diminuire quella italiana e difatti è certo che per ognuna delle date sopra indicate la presenza italiana fosse maggiore di quanto segnalata: tuttavia, è altrettanto indubbia che essa sia diminuita vertiginosamente in seguito all'azione congiunta della persecuzione austriaca e del nazionalismo slavo.
Se l'Austria avesse avuto tempo e modo, avrebbe germanizzato e slavizzato a forza anche il Veneto e la Lombardia ed anzi già Radetzky aveva ipotizzato misure di pulizia etnica contro le classi dirigenti di queste due regioni.


In quanto alle "giustificazioni" che tu porti, scrivendo che era "completamente normale" ciò che l'impero ha fatto, ho già spiegato perché Francesco Giuseppe abbia programmato un GENOCIDIO di Italiani, anche se non ho ancora iniziato a spiegare in quale modo lo abbia attuato. Per principio non entro mai in questioni etiche, perché di per sé estranee alla storia intesa quale conoscenza e comprensione della stessa: mi limito a far osservare senza polemica alcuna che, sulla base dei criteri che tu hai indicato, si potrebbe "giustificare" ogni misura genocida.


Cordiali saluti



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Edited by Marcus Tullius Cicero - 27/7/2012, 15:47
 
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Marcus Tullius Cicero
view post Posted on 14/1/2011, 10:46     +1   -1




QUOTE (Pandrea @ 14/1/2011, 00:02) 
La civile e beneamata Austria-Ungheria, se ne andassero a farfalle tutti i sostenitori di questo mito contemporaneo

Caro Pandrea,
quello del "mito asburgico" è in ambito storiografico considerato appunto un mito: una credenza irreale ed illusoria. Sciaguratamente non esiste sufficiente consapevolezza in Europa ed in Italia del male rappresentato dall'impero asburgico e non solo per il GENOCIDIO che esso ha compiuto di Italiani.
A breve fornirò un breve esempio di giudizio storiografico su di esso.
Cordialità
 
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view post Posted on 14/1/2011, 12:15     +1   -1

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CITAZIONE (Marcus Tullius Cicero @ 14/1/2011, 09:35) 
Caro Fulvio Dip,

anzitutto, i dati dei censimenti che ho riportato non li ho tratti per nulla dalla Rete informatica, ma dal libro di Luciano Monzali "Italiani di Dalmazia".
Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci. Ancora ad inizio Ottocento gli Italiani erano nella regione 1/3 degli abitanti. Sotto la duplice pressione dello stato asburgico e dei nazionalisti slavi si ridussero sempre più:

1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%

E' bene precisare che ancora ad inizio del secolo XIX gli Italiani in Dalmazia rappresentavano almeno 1/3 dell'intera popolazione, malgrado la crescita numerica dell'elemento slavo nel corso del Settecento. Quindi L'Austria ha fatto scendere gli Italiani dàlmati da 1/3 a una percentuale enormemente più bassa.
Non vi è dubbio che i censimenti austriaci cercassero in ogni modo d'aumentare la presenza slava e diminuire quella italiana e difatti è certo che per ognuna delle date sopra indicate la presenza italiana fosse maggiore di quanto segnalata: tuttavia, è altrettanto indubbia che essa sia diminuita vertiginosamente in seguito all'azione congiunta della persecuzione austriaca e del nazionalismo slavo.
Se l'Austria avesse avuto tempo e modo, avrebbe germanizzato e slavizzato a forza anche il Veneto e la Lombardia ed anzi già Radetzky aveva ipotizzato misure di pulizia etnica contro le classi dirigenti di queste due regioni.


In quanto alle "giustificazioni" che tu porti, scrivendo che era "completamente normale" ciò che l'impero ha fatto, ho già spiegato perché Francesco Giuseppe abbia programmato un GENOCIDIO di Italiani, anche se non ho ancora iniziato a spiegare in quale modo lo abbia attuato. Per principio non entro mai in questioni etiche, perché di per sé estranee alla storia intesa quale conoscenza e comprensione della stessa: mi limito a far osservare senza polemica alcuna che, sulla base dei criteri che tu hai indicato, si potrebbe "giustificare" ogni misura genocida.


Cordiali saluti

nessuno vuole entrare in polemica con te.
i dati da te riportati sono stati presi dal libro di Monzali e riportati anche sulla wikipedia.

anche io come ti ho scritto nei miei due post ti sto spiegando perchè, fino al 1848, l'etnia italiana era preferita a quella slava, e anzi era una delle più ricche ed operose
(anche numericamente parlando, era la terza etnia dell'impero dopo tedeschi e ungheresi)
e poi dal 1866 invece divenne un etnia scomoda da eliminare.

non credo che chiunque, quindi anche Francesco Giuseppe, un giorno si sia alzato dal suo letto regale, abbia preso una mappa dell'impero, tirato una freccetta e visto quale etnia era il caso di eliminare dall'impero.

i motivi storici che ti ho elencato sopra, infatti poi portano anche al fatto che dal 1866 in poi, si preferì una componente slava ad una italiana nell'impero, da affiancare alle classiche austriache e magiare.

In soli 20 anni, l'italiano dall'esser la terza etnia dell'impero, e uno dei centri propulsivi ed economici, divenne una sacca di fermento, localizzata sola a trento e tra gorizia e pola, che se pur esigua numericamente, era quella che aveva i mezzi economici e culturali per sfasciare un impero che già si reggeva ormai sul solo prestigio della casata asburgica.

Quindi è ovvio, facendosi due conti, era l'etnia indiziata per esser eliminata dall'impero.
Ovviamente o si restituivano quei territori all'italia, o se non si voleva perderli bisognava eliminare fisicamente quel rimasuglio di componente italica dentro l'impero.
E mi sembra che questa situazione sia spiegata perfettamente anche nel libro di monzali che citi.

non avendo piu possibilità di espansione nella bassa germania, ne in alto italia, bisognava guardare ai balcani....quindi farsi amici la componente slava, contrapporre se possibile componente slava dell'impero a quella italiana e a quella serba.
una volta eliminata la componente italiana dell'impero, divenire una monachia tri-etnica tedesco-magiara-slava.

non mi sembra di aver detto nel mio posto precedente, cose cosi dissimili dal libro che citi tu. Anzi credo che qualsiasi amante della storia, con un minimo di senso critico, arrivi a comprendere benissimo che tipo di situazione c'era pre 1848, e come si è evoluta al 1866.
Sia guardando cosa è successo a nord dell'austria, sia a sud.

Senza contare che l'italia era un "doppio avversario" non solo reclamando parti dell'impero, ma era anche un concorrente alla corsa balcanica, sopratutto per il controllo dell'albania.

Quindi gli asburgo si trovavano da una parte uno stato italiano unitario e compatto che pretendeva i loro territori abitati da italiani, ed era anche un concorrente per il dominio dei balcani. Dall'altra ancora un cospicuo numero di italiani che premevano per una riunificazione all'italia, e rischiavano di far saltare i delicati equilibri inter etnici che reggevano il mosaico dell'impero Asburgico.


mentre per il trentino e la zona della bassa giulia e istria occidentale e del sud, la componente italiana era elevate e storicamente radicata, quindi per quanto ci si impegnasse, eliminare 700000 italiani , divisi quasi equamente per regione, era complicato, sopratutto per un motivo strategico.
Erano entrambi territori vicini all'italia, e quasta pulizia etnica avrebbe dato un casus belli all'italia.
Quindi etnocidio in quelle zone andava preparato in maniera silenziosa e che desse poco nell'occhio, e quindi voleva dire "su tempi lunghi" (difatti la popolazione italiana del trentino e della venezia giulia-istria dal 1866 al 1915 non aveva subito radicali cambiamenti etnici)

discorso diverso si poteva fare in dalmazia, staccata dall'italia, secolarmente multietnica, e una terra dove da sempre l'espansionismo slavo aveva messo gli occhi.
quindi li era molto più facile intervenire in questo senso.

Bastava mostrare ai pecoroni slavi del continente, come sulla costa dalmata si stava bene e si era ricchi, far credere che tutta la ricchezza era in mano agli italiani, e che i croati dalmati, che vivevano in pace con gli italiani integrandosi perfettamente gli uni con gli altri, erano dei collaborazionisti e traditori della patria.

Tra l'altro come ti ho detto, al 1918 si parlava di 60000-70000 italiani in dalmazia, su una popolazione complessiva di circa 600000 abitanti. Quindi la componente italiana si era mantenuta al 10% circa. E sopratutto in quelle stime, non si tiene conto di tutti i croati dalmati che simpatizzavano maggiormente per l'italia, che non per esser riuniti alla jugoslavia.
Insomma come detto anche da Occit@n, se ci fossero stati dei plebisciti in tutta la dalmazia, zone a forte componente croata avrebbero votato cmq per entrare in italia che non nel regno dei serbi croati e sloveni.

come ti ho detto se guardi gli avvenimenti dal 1848 al 1866 si capisce benissimo perchè l'etnia italiana da risorsa dell'impero era diventata un etnia da eliminare.

E non che questo diventi un motivo per giustificare pulizie etniche, ma non devi cadere nell'errore di valutare i metodi del 1860 circa, con al mentalità del 2011.

se no anche il piano per eliminare la componente tedesca dall'altoadige attuato sotto il regime fascista ha gli estremi per diventare un etnocidio, se non le misure per arginare la componente slovena nella venezia giulia.(che rispetto a quello che hanno fatto i titini è niente)

Poi come ti ho detto, se etnocidio è stato (ma vedendo i numeri almeno in trentino e venezia giulia non mi pare, in dalmazia la questione invece è più spinosa)
credo che lo stato austro ungarico, abbia pagato a sufficienza nel 1919.

Per il resto, cmq interessanto a leggere quale tipo di misure gli austriaci avevano in mente per eliminare quei 770000 italiani rimasti nei loro confini circa dal 1866 al 1915.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 12:32     +1   -1

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CITAZIONE (Pandrea @ 14/1/2011, 00:02) 
La civile e beneamata Austria-Ungheria, se ne andassero a farfalle tutti i sostenitori di questo mito contemporaneo

si si , infatti erano civili e amorevoli, solo con l'etnia di turno che gli faceva guadagnare maggiori territori. :asd: :asd:
 
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view post Posted on 14/1/2011, 12:48     +1   -1
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Per una storia diplomatica, del periodo e non solo, estremamente approfondita poiché tratta da documenti ufficiali, leggasi La questione di Trieste di Diego de Castro. La usai con immenso profitto per la mia tesi di laurea, cosa un po' ma i volumi sono veramente belli. Sono passati quasi 10 anni ormai, non so se sia ancora disponibile, i volumi erano pubblicati da una piccola casa editrice di Trieste, la Lint.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 13:28     +1   -1

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CITAZIONE (_Raziel_ @ 14/1/2011, 12:48) 
Per una storia diplomatica, del periodo e non solo, estremamente approfondita poiché tratta da documenti ufficiali, leggasi La questione di Trieste di Diego de Castro. La usai con immenso profitto per la mia tesi di laurea, cosa un po' ma i volumi sono veramente belli. Sono passati quasi 10 anni ormai, non so se sia ancora disponibile, i volumi erano pubblicati da una piccola casa editrice di Trieste, la Lint.

raziel non è che hai per caso, una copia telematica della tua tesi?
mi farebbe piacere leggerla.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 13:56     +1   -1
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Ne avevo sicuramente una copia in formato word, ma non so se sia ancora presente nel disco perché ho formattato parecchie volte e non sempre mi ricordo di trasferire ogni dato. Posso controllare, per intanto puoi cercarla su tesionline e leggerne l'estratto:

www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=14728
 
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168 replies since 13/1/2011, 17:47   8497 views
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