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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

Carta Linguistica Nizzarda del 1887

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view post Posted on 13/10/2012, 20:05     +1   -1

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CITAZIONE (Ultima-Frontiera @ 13/10/2012, 13:33) 
Dire che l'occitano e il toscano sono lingue molto accomunate è un conto, ma definire il Ligure (sia esso Spezzino, Genovese o Intemelio/Alpino) è troppo. Il Ligure presenta caratteristiche troppo diverse rispetto a quelle del Toscano o dell'Occitano (che non ha niente a che vedere col Ligure). Il Ligure ha troppe divergenze sia con l'occitano che col toscano, ditemi voi, a primo colpo (non vale per ennio) cosa ci capite di questa frase: "Vamme a pijamme a brüstia, che l'è insciü canterun du ghirindun, e ti ma porti insciü baralindun".
Riguardo all'occitano a monaco, non è più presente come lo era prima, ma nelle campagne di monaco ora non più presenti, s'erano stabiliti dei contadini occitani emigrati probabilmente dall'alta savoia o dalla provenza. Poi si può garantire che esiste una traccia occitana uguale dalla catalogna al nizzardo come nel caso della parola arcobaleno, che in Catalogna di chiama "Arc de San martin", nel resto dell'occitania si dice "Arc de Sant Martin" e nel Nizzardo pure.

Vedo che tra settenrtionali (linguisticamente parlando) ci si capisce, e si nota che una cosa e' quello che possono dire certi libri ed una cosa e' la realta.Ossia il ligure non e' nessuna lingua ponte tra Occitano e Toscano/Italiano.In fatti se e' vero che queste due lingue sono quanto di piu afffine possa esservi, e pressoche' totalmente intelleggibili, cio' non avviene con l'area Ligure e con gli altri dialetti dell'Alta Italia.Per chi non e' Ligure, ma conosca solo l'Italiano o l'Occitano, il ligure e' totalmente incomprensibile, salvo sporadiche parole.Io stesso che parlo apuano, ossia una lingua di transizione tra emiliano e ligure, non riesco a capire i dialetti liguri, oltre la linea delle 5 Terre, se non con un notevole sforzo e solo parzialmente, mentre il catalano(dialetto Occitano) lo comprendo perfettamente, senza nessuno sforzo, salvo singoli vocaboli, differenti.

Il dialetto ligure:Agli inconvenienti della lenizione consonantica(tipica di molti dialetti settenrtinali) si aggiungono quelli dell'unificazione delle consonanti liquide r e l in posizione intervocalica, e della successiva caduta, con altre numerose occasioni di incontri e adattamenti di vocali: aa « ala », attraverso ara, caa « cara », miia dal lat, matura con la doppia lenizione totale di -t- e -r- intervocalici ^°.
Spostamenti dell'accento si hanno in mèistru per « maestro » in una successione fonetica opposta al tipo toscano,in mòula per « midolla » o réisge per « radice », in seguito alla lenizione ligure della -d, in màiu per « mari- to » con la doppia eliminazione della r e del t, in maina e màusgi per « marina » e « marosi » in seguito alla caduta della -R-. Gli spostamenti di accento possono essere anche progressivi, per esempio in zuénu per « giovane » Importantissime sono le contrazioni con la conseguente pronuncia di vocali allungate: mègu per « medico », cègu per « chierico »; bàgìu per « sbadiglio », propriamente da un tema del latino volgare (ex)bataclo, sèsgia per « ci- liegia » ^2.

Comparazione Genovese,Italiano,Provenzale,Catalano.
Genovese:a èia e ae?
Italiano:Aveva le ali?
Occitano:Avia li ali/avia les ales/avia las alas(secondo le zone)?
Catalano:Tenia les ales?

Genovese:Zeunu
italiano:Giovane
Occitano:Joven/joen
Catalano:jove.

Genovese:Maiu
Italiano:Marito.
Occitano:Marit
Catalano:Marit

Edited by simon1971 - 13/10/2012, 21:39
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 13/10/2012, 20:11     +1   -1




Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

Edited by enniodiprinzio - 13/10/2012, 21:30
 
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view post Posted on 13/10/2012, 20:59     +1   -1

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CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome, idem quello della Calabria (che ha pure accento meridionale, come e' avvenuto per il lombardo di Lucania e Sicilia).Molta e' l'influenza esercitatavi dal piemontese alpino.Tanto e' che in nessuno degli originari dialetti Occitani esiste, il verbo nevicare come scritto da te, ma essendo sempre Nevar o Nevicar.La frase da me postata e riscritta in Occitano standard e' ben piu comprensibile.Inltre le filastrocche sono quasi sempre create usando i termini piu pittoreschi e incomprensibili per renderle interessanti.Ad es. a Massa all'epoca dei miei nonni quando facevano la conta i bambini non dicevano"un do, tre quattri etc come sarebbe in dialetto, bensì uns, dus tres, quale, qualenz, mela, melenz, tinf, tanf, zero(conto 1/10),. ne ignoro il motivo ma detta così la numerazione risulta.Oppure i carrarini quando vogliano sfidare chi reputa di capirli gli dicono la frase"pim po 'm pan" che vuole dire pigila il pane, ma detta così fa sembrare il carrarino molto piu incomprensibile di quel che e' vermaente. .............Ciao.

www.youtube.com/watch?v=gVkvWvRQWMc&feature=related
www.youtube.com/watch?v=Fi3Q_FrJbQY
www.youtube.com/watch?v=rkeXmF2oJpM&feature=related
Testi in Occitanico, con inframisti commenti in francese e catalano.


Una Sfida:Chi di voi non capisce totalmente questo video?Io l'ho capito al 100% senza essere languedocien!

www.youtube.com/watch?v=Iig9JuySyBc&feature=relmfu
 
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Ultima-Frontiera
view post Posted on 13/10/2012, 21:50     +1   -1




Dato che siamo in ambito roiasco, tengo a precisare che anche nel Brigasco, come nel piemontese cadono le finali con vocale, e a volte la e è "debole", ad esempio salamandra che si dice sia "Labrena" (come nel roiasco parlato nell'area di Ventimiglia-Sanremo" e si dice anche "Càn Sëneštr" (anche qui, non si capisce un belino, ma se vi dico che sarebbe "Cane Sinistro" ovvero "Malvagio", capite perché: nel medioevo le salamandre erano considerate messaggi di sventura, cane penso che sia un modo di dire)
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 13/10/2012, 22:41     +1   -1




CITAZIONE (FulvioDip @ 13/10/2012, 10:22) 
non è del tutto sbagliato, se ci pensi , considerato il ligure la lingua "ponte" tra occitano e toscano-italiano, seguendo la forma della liguria è molto più facile arrivare in toscana, che non in piemonte e poi diffondersi in val padana.
Da una parte hai le alpi che ti fanno un bel muro, quindi poi passare solo per la liguria, ma seguendo la liguria ti porta in toscana con facilità, anche però dall'incrocio liguria toscana iniziano a nascere gli appennini, quindi un altra barriera naturale, meno ostica delle alpi, però sempre ostica, sopratutto da fare "a piedi" o in carro.
è probabile che i linguaggi si siano diffusi e ammalgamati tra loro sulle coste e poi diffusi nell'entro terra, che non il contrario.
Seguendo questa linea ipotetica, l'occitano via mare e via terra si è diffuso a contatto con la liguria, e da questa è molto più facile arrivare in toscana che non in piemonte (sempre via mare o via terra a piedi o con il carro di buoi)

Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

CITAZIONE (simon1971 @ 13/10/2012, 21:59) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome, idem quello della Calabria (che ha pure accento meridionale, come e' avvenuto per il lombardo di Lucania e Sicilia).Molta e' l'influenza esercitatavi dal piemontese alpino.Tanto e' che in nessuno degli originari dialetti Occitani esiste, il verbo nevicare come scritto da te, ma essendo sempre Nevar o Nevicar.La frase da me postata e riscritta in Occitano standard e' ben piu comprensibile.Inltre le filastrocche sono quasi sempre create usando i termini piu pittoreschi e incomprensibili per renderle interessanti.Ad es. a Massa all'epoca dei miei nonni quando facevano la conta i bambini non dicevano"un do, tre quattri etc come sarebbe in dialetto, bensì uns, dus tres, quale, qualenz, mela, melenz, tinf, tanf, zero(conto 1/10),. ne ignoro il motivo ma detta così la numerazione risulta.Oppure i carrarini quando vogliano sfidare chi reputa di capirli gli dicono la frase"pim po 'm pan" che vuole dire pigila il pane, ma detta così fa sembrare il carrarino molto piu incomprensibile di quel che e' vermaente. .............Ciao.

www.youtube.com/watch?v=gVkvWvRQWMc&feature=related
www.youtube.com/watch?v=Fi3Q_FrJbQY
www.youtube.com/watch?v=rkeXmF2oJpM&feature=related
Testi in Occitanico, con inframisti commenti in francese e catalano.


Una Sfida:Chi di voi non capisce totalmente questo video?Io l'ho capito al 100% senza essere languedocien!

www.youtube.com/watch?v=Iig9JuySyBc&feature=relmfu

Il primo filmato: la voce in sottofondo(di cui comprendo un 60%) è catalana vero? Catalana con accento spagnolo o è proprio così il catalano?,(scusa la mia perfetta ignoranza sulle lingue iberiche che ti farà sobbalzare sulla sedia.Gli intervistati,a quanto pare parlano occitano(o nizzardo?) con la erre francese.Ora passo al secondo e terzo filmato...
Non è che si capisce moltissimo,siamo a livello dell'occitano piemontese,come intellegibilità,con la differenza della "esse" sul modello castigliano.
Per la sfida,io la perdo senzaltro,aiutato dalle figure ho capito il 30%,e poi sento un accento spagnolo dappertutto.E' come dicevi tu,l'occitano assorbe(come accento) tra una zona ed un altra le parlate confinanti,pertanto quale sarà mai il vero occitano,quello puro?

Edited by enniodiprinzio - 14/10/2012, 00:11
 
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view post Posted on 14/10/2012, 02:16     +1   -1

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CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 23:41) 
CITAZIONE (FulvioDip @ 13/10/2012, 10:22) 
non è del tutto sbagliato, se ci pensi , considerato il ligure la lingua "ponte" tra occitano e toscano-italiano, seguendo la forma della liguria è molto più facile arrivare in toscana, che non in piemonte e poi diffondersi in val padana.
Da una parte hai le alpi che ti fanno un bel muro, quindi poi passare solo per la liguria, ma seguendo la liguria ti porta in toscana con facilità, anche però dall'incrocio liguria toscana iniziano a nascere gli appennini, quindi un altra barriera naturale, meno ostica delle alpi, però sempre ostica, sopratutto da fare "a piedi" o in carro.
è probabile che i linguaggi si siano diffusi e ammalgamati tra loro sulle coste e poi diffusi nell'entro terra, che non il contrario.
Seguendo questa linea ipotetica, l'occitano via mare e via terra si è diffuso a contatto con la liguria, e da questa è molto più facile arrivare in toscana che non in piemonte (sempre via mare o via terra a piedi o con il carro di buoi)

Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

CITAZIONE (simon1971 @ 13/10/2012, 21:59) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome, idem quello della Calabria (che ha pure accento meridionale, come e' avvenuto per il lombardo di Lucania e Sicilia).Molta e' l'influenza esercitatavi dal piemontese alpino.Tanto e' che in nessuno degli originari dialetti Occitani esiste, il verbo nevicare come scritto da te, ma essendo sempre Nevar o Nevicar.La frase da me postata e riscritta in Occitano standard e' ben piu comprensibile.Inltre le filastrocche sono quasi sempre create usando i termini piu pittoreschi e incomprensibili per renderle interessanti.Ad es. a Massa all'epoca dei miei nonni quando facevano la conta i bambini non dicevano"un do, tre quattri etc come sarebbe in dialetto, bensì uns, dus tres, quale, qualenz, mela, melenz, tinf, tanf, zero(conto 1/10),. ne ignoro il motivo ma detta così la numerazione risulta.Oppure i carrarini quando vogliano sfidare chi reputa di capirli gli dicono la frase"pim po 'm pan" che vuole dire pigila il pane, ma detta così fa sembrare il carrarino molto piu incomprensibile di quel che e' vermaente. .............Ciao.

www.youtube.com/watch?v=gVkvWvRQWMc&feature=related
www.youtube.com/watch?v=Fi3Q_FrJbQY
www.youtube.com/watch?v=rkeXmF2oJpM&feature=related
Testi in Occitanico, con inframisti commenti in francese e catalano.


Una Sfida:Chi di voi non capisce totalmente questo video?Io l'ho capito al 100% senza essere languedocien!

www.youtube.com/watch?v=Iig9JuySyBc&feature=relmfu

Il primo filmato: la voce in sottofondo(di cui comprendo un 60%) è catalana vero? Catalana con accento spagnolo o è proprio così il catalano?,(scusa la mia perfetta ignoranza sulle lingue iberiche che ti farà sobbalzare sulla sedia.Gli intervistati,a quanto pare parlano occitano(o nizzardo?) con la erre francese.Ora passo al secondo e terzo filmato...
Non è che si capisce moltissimo,siamo a livello dell'occitano piemontese,come intellegibilità,con la differenza della "esse" sul modello castigliano.
Per la sfida,io la perdo senzaltro,aiutato dalle figure ho capito il 30%,e poi sento un accento spagnolo dappertutto.E' come dicevi tu,l'occitano assorbe(come accento) tra una zona ed un altra le parlate confinanti,pertanto quale sarà mai il vero occitano,quello puro?

Si e' catalano, lo speaker.Mi stupisce che non riesci a capire molto,probabilmente e' perche' devi farci un po l'orecchio.Io abituato a parlare quotidianamente con persone di lingue diverse tra loro sono abbastanza aparto agli accenti, diversi dal mio. Cosicche' capisco almeno il 90% delle parole e tutti i discorsi, senza problema se presto un minimo di attenzione ai discorsi.I parlanti occitano sono i bambini intervistati delle due scuole, nonche' il racconto di biancaneve e il seguente video e' totalmente in occitano(o meglio in una delle sue numerose varianti, non esistendo ormai un unico Occitano).Quale fosse l'accento antico degli Occitano, non saprei dirti, ma senza dubbio non era quel francese iperpresente che si trova in tutti i video postati in "occitano", pure nell'Inno Occitano, che sovente si trova su internet e' palese che coloro che stanno cantando non sono madrelingua occitanico, dato il forte accento francese nonche' gli strafalcioni di pronuncia tipici dei francesi quando cercano di leggere le altre lingue romanze.Ormai l'Occitano e' una lingua morta (salvo forse nell'aranese in Catalogna) tenuta in vita solo artificialmente.E senza speranze per il futuro, sia per l'atteggiamento del governo francese, sia per la forte immigrazione nelle citta' del Midi di stranieri, soprattutto arabi e negri.
www.youtube.com/watch?v=NMYeJ_uoRAU sotto vi e' la traduzione, in francese.

CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 23:41) 
CITAZIONE (FulvioDip @ 13/10/2012, 10:22) 
non è del tutto sbagliato, se ci pensi , considerato il ligure la lingua "ponte" tra occitano e toscano-italiano, seguendo la forma della liguria è molto più facile arrivare in toscana, che non in piemonte e poi diffondersi in val padana.
Da una parte hai le alpi che ti fanno un bel muro, quindi poi passare solo per la liguria, ma seguendo la liguria ti porta in toscana con facilità, anche però dall'incrocio liguria toscana iniziano a nascere gli appennini, quindi un altra barriera naturale, meno ostica delle alpi, però sempre ostica, sopratutto da fare "a piedi" o in carro.
è probabile che i linguaggi si siano diffusi e ammalgamati tra loro sulle coste e poi diffusi nell'entro terra, che non il contrario.
Seguendo questa linea ipotetica, l'occitano via mare e via terra si è diffuso a contatto con la liguria, e da questa è molto più facile arrivare in toscana che non in piemonte (sempre via mare o via terra a piedi o con il carro di buoi)

Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

CITAZIONE (simon1971 @ 13/10/2012, 21:59) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome, idem quello della Calabria (che ha pure accento meridionale, come e' avvenuto per il lombardo di Lucania e Sicilia).Molta e' l'influenza esercitatavi dal piemontese alpino.Tanto e' che in nessuno degli originari dialetti Occitani esiste, il verbo nevicare come scritto da te, ma essendo sempre Nevar o Nevicar.La frase da me postata e riscritta in Occitano standard e' ben piu comprensibile.Inltre le filastrocche sono quasi sempre create usando i termini piu pittoreschi e incomprensibili per renderle interessanti.Ad es. a Massa all'epoca dei miei nonni quando facevano la conta i bambini non dicevano"un do, tre quattri etc come sarebbe in dialetto, bensì uns, dus tres, quale, qualenz, mela, melenz, tinf, tanf, zero(conto 1/10),. ne ignoro il motivo ma detta così la numerazione risulta.Oppure i carrarini quando vogliano sfidare chi reputa di capirli gli dicono la frase"pim po 'm pan" che vuole dire pigila il pane, ma detta così fa sembrare il carrarino molto piu incomprensibile di quel che e' vermaente. .............Ciao.

www.youtube.com/watch?v=gVkvWvRQWMc&feature=related
www.youtube.com/watch?v=Fi3Q_FrJbQY
www.youtube.com/watch?v=rkeXmF2oJpM&feature=related
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Una Sfida:Chi di voi non capisce totalmente questo video?Io l'ho capito al 100% senza essere languedocien!

www.youtube.com/watch?v=Iig9JuySyBc&feature=relmfu

Il primo filmato: la voce in sottofondo(di cui comprendo un 60%) è catalana vero? Catalana con accento spagnolo o è proprio così il catalano?,(scusa la mia perfetta ignoranza sulle lingue iberiche che ti farà sobbalzare sulla sedia.Gli intervistati,a quanto pare parlano occitano(o nizzardo?) con la erre francese.Ora passo al secondo e terzo filmato...
Non è che si capisce moltissimo,siamo a livello dell'occitano piemontese,come intellegibilità,con la differenza della "esse" sul modello castigliano.
Per la sfida,io la perdo senzaltro,aiutato dalle figure ho capito il 30%,e poi sento un accento spagnolo dappertutto.E' come dicevi tu,l'occitano assorbe(come accento) tra una zona ed un altra le parlate confinanti,pertanto quale sarà mai il vero occitano,quello puro?

I vari dialetti galloitalici cmq appartengono a un unica famiglia e sono in buona parte intelleggibili tra loro, se non si annovera tra questi alcuni dialetti che han ben poco di galloitalico.Io che parlo Apuano, riesco a cogliere abbastanza in un discorso in emiliano (molto facile per gli apuani), ma anche in piemontese e in misura minore in romagnolo e lombardo.In questi dialetti e' evidente un unica matrice, di cui sono questi semplici sfumature locali.La prima volta che ho visto una frase in piemontese mi stupii della enorme vicinanza che ha con l'apuano, ben piu che con il genovese.

Edited by simon1971 - 14/10/2012, 03:34
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 14/10/2012, 07:58     +1   -1




CITAZIONE (simon1971 @ 14/10/2012, 03:16) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 23:41) 
CITAZIONE (FulvioDip @ 13/10/2012, 10:22) 
non è del tutto sbagliato, se ci pensi , considerato il ligure la lingua "ponte" tra occitano e toscano-italiano, seguendo la forma della liguria è molto più facile arrivare in toscana, che non in piemonte e poi diffondersi in val padana.
Da una parte hai le alpi che ti fanno un bel muro, quindi poi passare solo per la liguria, ma seguendo la liguria ti porta in toscana con facilità, anche però dall'incrocio liguria toscana iniziano a nascere gli appennini, quindi un altra barriera naturale, meno ostica delle alpi, però sempre ostica, sopratutto da fare "a piedi" o in carro.
è probabile che i linguaggi si siano diffusi e ammalgamati tra loro sulle coste e poi diffusi nell'entro terra, che non il contrario.
Seguendo questa linea ipotetica, l'occitano via mare e via terra si è diffuso a contatto con la liguria, e da questa è molto più facile arrivare in toscana che non in piemonte (sempre via mare o via terra a piedi o con il carro di buoi)

Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

CITAZIONE (simon1971 @ 13/10/2012, 21:59) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome, idem quello della Calabria (che ha pure accento meridionale, come e' avvenuto per il lombardo di Lucania e Sicilia).Molta e' l'influenza esercitatavi dal piemontese alpino.Tanto e' che in nessuno degli originari dialetti Occitani esiste, il verbo nevicare come scritto da te, ma essendo sempre Nevar o Nevicar.La frase da me postata e riscritta in Occitano standard e' ben piu comprensibile.Inltre le filastrocche sono quasi sempre create usando i termini piu pittoreschi e incomprensibili per renderle interessanti.Ad es. a Massa all'epoca dei miei nonni quando facevano la conta i bambini non dicevano"un do, tre quattri etc come sarebbe in dialetto, bensì uns, dus tres, quale, qualenz, mela, melenz, tinf, tanf, zero(conto 1/10),. ne ignoro il motivo ma detta così la numerazione risulta.Oppure i carrarini quando vogliano sfidare chi reputa di capirli gli dicono la frase"pim po 'm pan" che vuole dire pigila il pane, ma detta così fa sembrare il carrarino molto piu incomprensibile di quel che e' vermaente. .............Ciao.

www.youtube.com/watch?v=gVkvWvRQWMc&feature=related
www.youtube.com/watch?v=Fi3Q_FrJbQY
www.youtube.com/watch?v=rkeXmF2oJpM&feature=related
Testi in Occitanico, con inframisti commenti in francese e catalano.


Una Sfida:Chi di voi non capisce totalmente questo video?Io l'ho capito al 100% senza essere languedocien!

www.youtube.com/watch?v=Iig9JuySyBc&feature=relmfu

I vari dialetti galloitalici cmq appartengono a un unica famiglia e sono in buona parte intelleggibili tra loro, se non si annovera tra questi alcuni dialetti che han ben poco di galloitalico.Io che parlo Apuano, riesco a cogliere abbastanza in un discorso in emiliano (molto facile per gli apuani), ma anche in piemontese e in misura minore in romagnolo e lombardo.In questi dialetti e' evidente un unica matrice, di cui sono questi semplici sfumature locali.La prima volta che ho visto una frase in piemontese mi stupii della enorme vicinanza che ha con l'apuano, ben piu che con il genovese.

Simon questi discorsi mi hanno stimolato una riflessione ieri sera,quella sulla reciproca intellegibilità tra i vari parlanti.Ragionandoci un pò,pur non avendo basi culturali e men che meno tecniche in tema di linguistica penso che,ad esempio noi italiani capiamo,in una certa percentuale, gli spagnoli,anche senza mai studiare lo spagnolo,in virtù della comune adozione del latino come lingua anticamente condivisa.Per meglio dire i popoli,pre-latini che sono entrati nella sfera d'influenza linguistica latina,hanno adottato il latino in modo più o meno "puro" ma in ogni caso portandosi dietro un modo di pronunciarlo che veniva indotto dalla lingua precedentemente parlata.Infatti gli antichi romani percepivano anche loro i vari accenti di provenienza,un iberico aveva un accento assolutamente riconoscibile per loro(così come noi oggi percepiamo l'accento di uno spagnolo quando parla italiano).Allo stesso modo i romani (ce lo dice Catullo) percepivano l'accento etrusco (con le stesse caratteristiche che noi ritroviamo nei toscani).Esisteva anche un latino pronunciato alla gallica,che assunse anche un certo prestigio.Presumibilmente lo stesso discorso valeva per la lingua osca che coloriva la pronuncia dei coloni campani e di tutta l'area che oggi parla i dialetti meridionali al di sopra del Salento e della Calabria centro-meridionale.Poi quando l'unità politica è venuta meno,con la caduta dell'impero romano ognuno ha continuato a parlare il latino sempre più a modo suo,e nei secoli lo ha diversificato a tal punto da generare lingue e dialetti sempre più distanti dalla comune origine e tra di loro(è vero stò scoprendo l'acqua calda ma questo pistolotto è propedeutico a quello che stò per dire).
Ora ci sono quindi "chiavi di accesso",che rendono intellegibili una lingua o un dialetto con un altro (nel caso dell'adozione di una lingua comune antica,come è stato con il latino),ma vi sono anche altri canali per agevolare la reciproca intellegibilità tra gli idiomi,è la "parentela antecedente il latino" che avevano quelle lingue o dialetti già in epoca preromana.Faccio degli esempi per capirci meglio:
Io quando sono arrivato in Abruzzo,non ho capito nulla del dialetto per almeno 6 mesi,perchè i miei nonni abruzzesi,contrari all'uso del dialetto tra di loro non lo usavano nè tantomeno con me(avevano comunque un italiano con accento abruzzese).Ebbene una volta imparato l'abruzzese meridionale adriatico (che è un derivato soft dell'antica lingua Osca) ho il codice di accesso per tutti i dialetti meridionali dalla valle del Tronto sino a Taranto (proprio in virtù di quella antica matrice osca che ha condizionato l'adozione del latino).Certamente mi sfuggiranno le espressioni tipicamente gergali dei vari luoghi,ma il senso generale non mi sfugge,(anche se passato l'appennino il versante tirrenico è più ostico-il napoletano molto stretto mi sfugge).Qui il fatto che siano dialetti neolatini non c'entra nulla perchè anche il bergamasco lo è,eppure io non lo capisco il bergamasco.Se invece di venire a Lanciano mi fossi trasferito sempre in Abruzzo ma a l'Aquila città,non avrei avuto questa opportunità,poichè quella zona parla un altra tipo di dialetto (sabino) che rientra nella famiglia dei dialetti umbri dell'Italia centrale,e che si capisce senza nessuno sforzo(perchè non distantissimo dall'italiano).Per lo stesso motivo ultimo, io capisco qualunque dialetto marchigiano sotto Senigallia,come pure l'umbro,il laziale,ed ovviamente qualunque parlata toscana non gallo-italica.
Una volta mi hanno invitato ad Ancona a vedere uno spettacolo in puro vernacolo anconitano,ove il regista proponeva un dialetto antico oramai caduto in disuso,ebbene non ho avuto bisogno di nessun aiuto a capire il 100% di tutto.Non mi è certo venuto in soccorso il dialetto abruzzese,nè tantomeno quello ligure,semmai il dialetto di Ancona,idioma cuscinetto tra i dialetti "di tipo umbro" del maceratese e quelli "galloitalici" di Senigallia,ha comunque una certa aderenza sia all'italiano corrente (che è derivato dal toscano) sia perchè gli antichi popoli di quelle zone hanno adottato il latino in modo non distante dagli umbri e quindi non distantissimo dal toscano che ha generato l'Italiano di oggi.Ossia non credo possa esistere un italiano che non riesca a capire un romano quando parla il suo dialetto,per quanto stretto,oppure un toscano oppure un umbro (che non sia di qualche sperduta frazione di montagna),poichè l'adozione del latino lì è stata abbastanza conforme all'originale,così come ed ancora di più è avvenuto in Toscana.Viceversa l'area gallo-italica della pianura padana ha fortemente alterato il latino per cui la base successiva italiana aiuta poco nella comprensione,se non si ha una chiave di accesso.
Tu Simon questa chiave ce l'hai,perchè dalle parti tue si parla una specie di emiliano,come ti avevo detto una volta,tanto è vero che tu il ligure dici di non capirlo.Questa è la prova provata che il ligure ha soltanto influenze gallo-italiche e non aiuta da solo a capire tutti i padani.Esempio ero un mese fa nelle aree terremotate a Finale Emilia,ed un signore che interloquiva con me ogni tanto ci infilava una frase in modenese stretto che io regolarmente non capivo.
Tu Simon tornando all'Occitano ed al Catalano,poichè parli Italiano e Spagnolo hai le chiavi est ed ovest per capire quelle lingue accerchiandole,molto meglio di noi che abbiamo una chiave sola ,quella italiana.A presto.

P.S. due è meglio di uno,ma tutto dipende dalla qualità della chiave di accesso:
-la buona "chiave di accesso" fornita dall'italiano mi fà capire i dialetti centrali tutti(penso anche per te)
ma,da sola,non serve nel sud e nel nord(troppo distanti da essa)
-una "chiave di accesso" di un dialetto del sud,qualunque tra Taranto ed il Tronto permette una relativa intellegibilità di quelle aree(è il caso mio) ma non il tuo.presumo.
-una qualunque "chiave" pienamente gallo-italica (come la tua) è un passaporto per tutta l'area padana(salvo localismi gergali specifici) ed è il caso tuo,come dicevi
-il Ligure è una "mezza chiave" che non sempre funziona per le aree di cui sopra,è un caso a se.

Edited by enniodiprinzio - 14/10/2012, 11:01
 
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view post Posted on 14/10/2012, 10:37     +1   -1




CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 23:41) 
CITAZIONE (FulvioDip @ 13/10/2012, 10:22) 
non è del tutto sbagliato, se ci pensi , considerato il ligure la lingua "ponte" tra occitano e toscano-italiano, seguendo la forma della liguria è molto più facile arrivare in toscana, che non in piemonte e poi diffondersi in val padana.
Da una parte hai le alpi che ti fanno un bel muro, quindi poi passare solo per la liguria, ma seguendo la liguria ti porta in toscana con facilità, anche però dall'incrocio liguria toscana iniziano a nascere gli appennini, quindi un altra barriera naturale, meno ostica delle alpi, però sempre ostica, sopratutto da fare "a piedi" o in carro.
è probabile che i linguaggi si siano diffusi e ammalgamati tra loro sulle coste e poi diffusi nell'entro terra, che non il contrario.
Seguendo questa linea ipotetica, l'occitano via mare e via terra si è diffuso a contatto con la liguria, e da questa è molto più facile arrivare in toscana che non in piemonte (sempre via mare o via terra a piedi o con il carro di buoi)

Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

Ora bisogna vedere però quando hanno fatto l'Aurelia (stramaledetta! :asd: ), perché ai tempi delle guerre puniche, quando Annibale è entrato in Italia i romani hanno mandato circa 2mila uomini a Ventimiglia (unico passaggio tra le alpi), con i liguri intemeli alleati.
 
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view post Posted on 14/10/2012, 12:28     +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 11/10/2012, 16:09) 
L'accento originale, nel caso di queste lingue perseguitate nei secoli, spesso ormai e' scomparso.Se chiedete a un nizzardo o provenzale di parlare nel proprio dialetto, ammesso che lo sappia, lo parlera con accento francese, essendo ormai quella la lingua di uso quotidiano, del parlante nizzardo o provenzale.

Ciò è purtroppo confermato dal video postato tempo fa sulla visita guidata di Nizza in nissart con forte accento francese da parte della guida, pure conoscitore della parlata nizzarda :-(

Mi è venuto in mente che sarebbe di grande interesse riuscire a scovare qualche registrazione vocale di un nizzardo diciamo di cento anni fa in modo da sentire l'originaria pronuncia ormai purtroppo andata persa: curiosando su wikipedia ho scoperto che la prima registrazione vocale risale al 1857, forse qualcosa potrebbe esserci, chi lo sa, speriamo che qualcuno abbia un colpo di fortuna....
 
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Ultima-Frontiera
view post Posted on 14/10/2012, 13:46     +1   -1




CITAZIONE (Irrto @ 14/10/2012, 13:28) 
CITAZIONE (simon1971 @ 11/10/2012, 16:09) 
L'accento originale, nel caso di queste lingue perseguitate nei secoli, spesso ormai e' scomparso.Se chiedete a un nizzardo o provenzale di parlare nel proprio dialetto, ammesso che lo sappia, lo parlera con accento francese, essendo ormai quella la lingua di uso quotidiano, del parlante nizzardo o provenzale.

Ciò è purtroppo confermato dal video postato tempo fa sulla visita guidata di Nizza in nissart con forte accento francese da parte della guida, pure conoscitore della parlata nizzarda :-(

Mi è venuto in mente che sarebbe di grande interesse riuscire a scovare qualche registrazione vocale di un nizzardo diciamo di cento anni fa in modo da sentire l'originaria pronuncia ormai purtroppo andata persa: curiosando su wikipedia ho scoperto che la prima registrazione vocale risale al 1857, forse qualcosa potrebbe esserci, chi lo sa, speriamo che qualcuno abbia un colpo di fortuna....

In ogni caso nel Ligure, ci sono registrazioni e video in brigasco (anche se il parlante è di Realdo) dove non vi è alcun accento francese, come nelle registrazioni in ventimigliese. Solo il monegasco e il metonasco, oltre che essere rari da ascoltarli hanno l'accento francese (sul sito della Lega per la Difesa d'e tradiçiue Monegasche la speaker ha accento francese)
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 14/10/2012, 20:31     +1   -1




CITAZIONE (Ultima-Frontiera @ 14/10/2012, 11:37) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 23:41) 
Non saprei,mi ricordo che gli antichi Romani prima di aprire la strada costiera (attuale Aurelia) per andare a Genova si facevano un pezzo di pianura padana e vi arrivavano da nord,stante la notevole difficoltà di percorrenza costiera,via terra passata La Spezia.I liguri sono (linguisticamente parlando) un popolo che a seguito della discesa dei Galli,si è ristretto in Liguria e nei monti retrostanti,quando in precedenza occupava aree ben più vaste a nord in pianura padana.L'antica lingua ligure è stata prima preindoeuropea e successivamnte leponzia (una lingua indoeuropea non distantissima dalle lingue galliche.Però il ligure pur essendo un dialetto di area settentrionale,non è lingua propriamente gallo-italica(così come in una certa misura neanche il veneto lo è) ma piuttosto ha subito influenze gallo-italiche.Il ligure è stato poi diffuso nella sua versione genovese tramite i castelli che Genova ha fondato lungo la costa (Chiavari fù un castello dai genovesi da loro fondato verso il XII sec. ad esempio contro i conti di Lavagna,i Fieschi).
A proposito di reciproca intellegibilità il ligure può aiutare a capire i dialetti gallo-italici ma non sempre funziona,io penso che un bolognese o un piemontese siano più avvantaggiati in questo.In ogni caso ad un orecchio profano,da Torino a Pordenone,(in direzione est-ovest)e da Trento a Senigallia(in direzione nord-sud) chi non è padano percepisce una macroregione linguistica che potremmo definire settentrionale,a prescindere dalla reciproca intellegibilità e dalle varianti anche distanti tra loro.

Ora bisogna vedere però quando hanno fatto l'Aurelia (stramaledetta! :asd: ), perché ai tempi delle guerre puniche, quando Annibale è entrato in Italia i romani hanno mandato circa 2mila uomini a Ventimiglia (unico passaggio tra le alpi), con i liguri intemeli alleati.

Ho trovato la notizia sul'unico libro che tratta dei dialetti d'Italia che ho letto:
Giacomo Devoto-Gabriella Giacomelli,I Dialetti delle Regioni Italiane,Biblioteca Universale Sansoni dove a pag 11 a proposito della Liguria si dice:"L'evento decisivo per l'inserimento della Liguria nella romanità è rapresentato dalla via Postumia,aperta nel 148 a.C.,che collegava Genova con Tortona e Piacenza.Di qui,con la via Emilia si raggiungeva Rimini;donde la via Flaminia conduceva a Roma.Quarant'anni dopo veniva aperta la via Aemlia Scauri,più o meno corrispndente all'attuale Aurelia,con lo scopo di congiungere la Liguria con l'Etruria e quindi Roma per la via più diretta". Mi ricordo che sopra Cavi di Lavagna c'è ancora un tratto di strada vecchia che taglia i pendio costiero che dicono sia l'antica strada romana,dista dall'Aurelia qualche centinaio di metri in linea d'aria.
 
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view post Posted on 15/10/2012, 12:47     +1   -1

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L'area di maggior intelleggibilta' e' senz'altro quella che raggruppa due/isole linguistiche separate tra loro.proprio dalla presenza del ligure.Ossia l'area centrale Italiana, nella quale si possono raggruppare (e non me ne vogliano i filologi educati sui libri e non sul campo!)il Toscano, l'umbro, il marchigiano tipo (escludendo i dialetti galloitalici e di tipo meridionale della frontiera)e il laziale (con l'eslusipone dell'area di lingua napoletana tra Gaeta e Sora), il Corso (ma solo in minima parte quello del Sud e il Gallurese),daun lato e l'area Catalano-occitanica dall'altro.
Queste sonmo le aree con maggior affinita' con l'Italiano standard.Venogo poi l'area iberica e in seguito quella sarda e meridionale italiana.E da ultimo, in quanto incomprensibili per l'italiano standard vi sono l'area francese (con cui vi e' una minima compresnione, solo nello scritto, giacche' la scrittura non ha dopo di un certo momento, quando si e' creato l'accademia della lINGUA, continuato a seguire l'evoluzione della lingua),galloitalica, ladina, e rumena.

ps:per quel che riguarda il romanesco e il basso laziale, l'affinita' con l'italiano non e' originale, bensi un risultato recente, con la toscanizzazione del vernacolo romano avvenuta dal XVI sec. in poi. precedentemente vi si parlava un dialetto di tipo meridionale, a m,eta via tra Abruzzese e campano.
 
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view post Posted on 15/10/2012, 14:29     +1   -1

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Per quel che riguarda l'affinita' tra dialetti centrali, e occitano-catalani non va scomodato un sostrato comune, del resto assente, ma una profonda romanizzazione (maggiore che in altre aree) e un minore afflusso successivo di entie barbariche, che han persmesso al latino originario di conservarsi maggiormente puro, senza dar luogo a quella forte barbarizzazione avutasi per esempio in aree piu' decentrate quali la Dacia o Gallia settentrionale.Un caso apparentemente inspiegabile e' quello del ligure.In fatti la Liguria ha avuto la medesima antica colonizzazione ligure della Provenza e ne ha seguito la storia fino a tutto l'Alto Medioevo, ma ciononostante si e' dato luogo a due lingue/dialetti profondamente differenti.L'attuale ligure, nonostante quel che ne dicano i filologi, ha solo marginalmente caratteristiche comuni alle parlate galloitaliche, e ancora meno ha in comune con il provenzale e ed il Toscano.Il ligure e' un po' una lingua peculiare nell'ambito romanzo.Ne' toscana, ne' galloitalica ne' tanto meno occitana.Sorpendente e' la facilita' con cui si comprende il dialetto nizzardo, al limite o oltre il limite dell'area italiana, e la difficolta' con cui si comprende il dialetto ligure, nonostante la sua contiguita' con la Toscana.

Un appunto sull'intellegibilita di una lingua, io consiglio di soffermarci sulla lingua parlata piuttosto che sulla scritta, in quanto quest'ultima tende a cristallizzarsi seconodo modelli, non piu attuali.Ossia la lingua scritta non rappresenta in taluni paesi(Es Francia e Portogallo) quella che attualmente si parla, ma quella che si parlo' un tempo.

Ennio la tua teoria delle chiavi e' certissima, con una unica obiezione.La chiave Spagnola per l'occitano-catalano.Giacche' il castigliano non e' di nessuna utilita per comprendere l'occitano, al piu puo' marginalmente servire nel caso del catalano, ma solo per gli apporti lessicali contemporanei, dovuti all'utilizzo di termini d'origine spagnola, lingua dell'istruzione nei paesi catalani, fino a pochi anni orsono.IN fatti, come ho gia' detto in epoca Tardoimperiale deve essere esistita una koine volgare che tendeva a accomunare l'Italia settenrtionale,Etruria e Gallia.Ossia l'area da cui han avuto luogo il langue d'oil.langue d'Oc(da cui e' derivato il catalano, e che inizialmente si parlava solo nell'area a ridosso dei Pirenei),Italiano e dialetti galloitalici.Poi, per la meno profonda romanizzazione(e il maggior afflusso di elementi barbarici) l'area Padana e della Gallia settentrionale han continuato la loro evoluzione allontanandosi sempre di piu', dal romanzo comune,, cosicche' sebbene i termini padani e francesi hanno la medisima matrice di quelli italiani e occitanici si e' rotta la catena della mutua comprensione, per l'eccessiva trasormazione avvenuta.
Invece lo spagnolo(castigliano) e' una chiave utile per la comprensione dei dialetti propriamente iberici (da cui escluderei il catalano, in quanto ha avuto origine da un dialetto occitanico meridionale, parlato tra Rosssiglione e la Catalogna).Ossia l'asturiano, leones,gallego, portoghese e l'aragonese, nonostante che quest'ultimo risenta pure di influenze occitanico.catalane.
 
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view post Posted on 15/10/2012, 18:39     +1   -1

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CITAZIONE (simon1971 @ 13/10/2012, 21:59) 
CITAZIONE (enniodiprinzio @ 13/10/2012, 21:11) 
Avevo fatto la mia considerazione sull'occitano,alla luce della serata di ieri dove in una cena di lavoro,(presenti un occitano piemontese,un romano de Roma,due abruzzesi,ed io che non sono ne carne nè pesce a livello di dialetti)tra gli altri c'era appunto questo mio amico della Val Maira(prov. di Cuneo),e dopo un pò gli ho chiesto se voleva dire qualcosa in occitano(che ancora si parla nel paese dei suoi nonni,cioè Prazzo).Dopo mille reticenze per la sua ritrosia,ha pronunciato quelle due mezze frasi che ho registrato sul telefonino ed ho postato ieri in forma scritta.Lì per lì nessuno aveva capito nulla,specie la seconda,poi con la traduzione diventa tutto chiaro ed intellegibile.In linea generale(a orecchio),l'assoluta preferenza alle finali con consonante delle parole e la pronuncia in generale fa propendere per una certa parentela con il nord Italia,direi meno con il centro Italia(poi è vero che l'adozione del latino sembra meno deformata rispetto ai dialetti gallo-italici).Invece in quel filmato su Nizza,dove uno parlava in Nizzardo,seppure con accento francese,devo dire che si capiva quasi tutto.

E' che come gia' detto l'Occitano parlato nelle Valli piemontesi ha ormai ben poco delle sue origini salvo il nome

Però secondo me nelle valli cuneesi è successo paradossalmente l'opposto.
Secondo me in quelle valli, tranne Casteldelfino, l'occitano non era di casa (sebbene magari conosciuto nei paesi vicino ai valichi, improbabile negli altri), come invece era il piemontese. Accettato invece oggi il mito dell'occitanità di certe valli, anche nella cultura del proprio dialetto (secondo me originariamente piemontese) sono stati introdotti volontariamente o meno degli occitanismi.
D'altronde sia i glottologi italiani che quelli francesi (che in questo caso avrebbero avuto interesse ad estendere l'occitanità a mezzo piemonte) hanno fino a tempi recentissimi limitato l'occitano nel cuneese alla sola Casteldelfino (mentre nella provincia di Torino si era già ben concordi nel considerare occitana tutta la strada che da Bardonecchia scende fino a Perosa Argentina).
Un'altro indizio vine dai cognomi (che sono originati da mestieri e nomignoli e quindi recano traccia della lingua parlate) tipici di un paese, a Oulx i cognomi più diffusi sono Blanc, Perron Cabus, Chareun, Casse, Guiguet mentre a Prazzo sono Allemandi, Pasero, Balma, Bonelli, Castelli ed è evidentemente difficile spiegare perché siano così occitani i primi e così italiani i secondi assumendo l'occitanità di entrambe le comunità e constatando che hanno avuto praticamente lo stesso identico destino politico negli ultimi 5 secoli

Questi cognomi li ho presi dal sito "Italia in dettaglio", se cercate con google "italia in dettaglio" + il nome di un comune trovate le principali informazioni sullo stesso compresi i cognomi più diffusi.

Edited by dardanide - 15/10/2012, 22:52
 
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Ultima-Frontiera
view post Posted on 15/10/2012, 19:11     +1   -1




A proposito di glottologia, etimologia ed etnologia: io ho notato che nel ligure dove la A è seguita da Q, quest'ultima cade e diventa IG, ad esempio acqua>> àiga oppure aquila>> àigüra. Sapete qualcosa a riguardo? (chiedo a voi che siete di sicuro più colti di me e sapete meglio di me dove e come cercare)

(ovviamente riferito al ligure roiasco/intemelio (talvolta definito anche ponentino)
 
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75 replies since 9/10/2012, 19:39   2042 views
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