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Il genocidio asburgico. 1866-1918, Come il governo di Vienna progettò e portò a compimento una pulizia etnica contro gli Italiani

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FulvioDip
view post Posted on 13/1/2011, 21:09 by: FulvioDip     +1   -1

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CITAZIONE (Marcus Tullius Cicero @ 13/1/2011, 17:47) 
Il cosiddetto impero austriaco (austro-ungarico dopo il 1866) si è reso responsabile nei confronti della nazione italiana di una gran quantità di crimini e violenze.
È noto come esso abbia contribuito in modo decisivo a perpetuare a lungo lo stato di divisione dell’Italia, il possesso coloniale d’ampi suoi territori sotto dominio straniero, la condizione di sfruttamento economico, repressione culturale, oppressione politica e discriminazione etnica dei suoi sudditi italiani. È invece meno conosciuto come esso abbia progettato e portato a compimento dopo il 1866 un autentico genocidio a danno degli Italiani residenti nei propri possedimenti, diminuendo di molto la presenza italiana in Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia e quasi cancellandola in Dalmazia.
Le conseguenze, gravissime, di questo operato, si protraggono sino ad oggi, sia per la modifica della struttura etnica anteriore, sia perché il nazionalismo sloveno e croato fu appoggiato ed in una certa misura creato da Vienna.


Una valutazione obiettiva e veritiera della natura dell’impero asburgico, fondato sul principio dell’egemonia dell’elemento etnico austriaco, può essere introdotta ricordando la verbalizzazione della decisione imperiale espressa nel Consiglio dei ministri il 12 novembre 1866, tenutosi sotto le presidenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Il verbale della riunione recita testualmente:
Sua maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno
La decisione governativa, presa al più livello dall’imperatore Francesco Giuseppe e dal suo consiglio, di procedere alla germanizzazione e slavizzazione delle regioni a popolamento italiano, Alto Adige, Venezia Giulia e Dalmazia, “con energia e senza riguardo alcuna”, attesta in maniera inequivocabile la natura discriminatoria ed oppressiva dell’impero asburgico nei confronti della minoranza italiana: si ricordi comunque come questo sia solo un esempio fra i molti della politica anti-italiana dell’Austria.
Tale atto di governo, preso direttamente dall’imperatore stesso, esprimeva la chiara volontà di condurre un genocidio anti-italiano, il quale fu poi effettivamente realizzato in Dalmazia ed intrapreso in Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige: soltanto la guerra e la vittoria italiana poterono impedire che anche in queste due ultime regione la presenza italiana fosse cancellata, come era avvenuto in quella dàlmata.


Questo progetto, elaborato consapevolmente dalle più alte autorità dell’impero asburgico e per manifesta volontà di Francesco Giuseppe stesso, fu sviluppato contro gli Italiani con una pluralità di modi:
1) espulsioni di massa (oltre 50.000 espulsi dalla sola Venezia Giulia nei soli primi anni del Novecento)
2) deportazione in campi di concentramento (oltre 185.000 deportati)
3) impiego di squadracce di nazionalisti Slavi nell’esercizio massivo della violenza contro gli Italiani (con migliaia di atti di violenza, attentati, aggressioni, omicidi ecc.)
4) repressione poliziesca
5) immigrazione di Slavi e Tedeschi nei territori italiani favorita in ogni modo dalle autorità imperiali
6) germanizzazione e slavizzazione scolastica e culturale (chiusura delle scuole italiane, cancellazione della toponomastica ed onomastiche italiane, proibizione della cultura italiana in ogni sua forma)
7) privazione o limitazione dei diritti politici
8) limitazione dei diritti civili

Allora, ti rispondo, cercando di farti capire che per quanto aberranti, queste misure erano figlie di un preciso contesto storico.


si parla del 1866, il 1866 è stata una delle dati più importanti per gli asburgo e il loro dominio.

questi che erano abituati a regnare sia in italia che in germania ad un tratto si ritrovarono, sia a nord, sia a sud, non staterelli da manipolari, ma appunto

un neonato regno di italia, che non era piu il regno di Savoia, che necessitava della Francia per ogni cosa, ma abbastanza autonomo.

a nord invece la confederazione germanica del nord , che equivaleva a parlare della Prussia.


quindi gli austriaci avevano molto da perdere, tutto il trivento a sud, e la baviera e il baden a nord.
(baviera pur rimanendo indipendente di fatto, era nell'orbita austriaca)


in quell'anno 1866 avvengono due fatti molto importanti

Guerra con Prussia per il dominio della bassa germania, e a traino guerra a sud con l'italia per il triveneto.

Quindi l'austria si trovava attaccata dai fratelli del nord, cui valeva il diritto della frizione "ma come siamo la stessa gente e mi attacchi"
e al sud dall'italia che era "rea" di volere il dominio sulla penisola.


Parlando chiaro la battaglia del 1866 da parte nostra, fu quasi un fallimento.
dovuto dall'impreparazione militare di uno stato appena formato (i comandi dell'esercito piemontese e quelli dell'esercito del regno delle due sicilie di fatto non collaboravano) e dalle casse esigue (nel 1866 le casse italiane erano di veramente vuote)

gli unici successi italiani si ebbero nel basso trentino, zona assegnata al genio militare di garibaldi, che con il suo corpo "i cacciatori delle alpi" era arrivato a circa un 20km da treno.


ovviamente ricordo al disastrosa sconfitta di lissa.


cosa avviene per grazia divina "Sadowa" i Prussiani in quella battaglia, annientano quasi l'esercito austriaco del nord.

nel contempo i problemi non sono solo all'esterno ma anche all'interno.

I magiari volevano esser equiparati agli austriaci, se no minacciavano una secessione, che avrebbe tolto all'impero oltre l'ungheria, anche la slovacchia e la croazia.


Quindi per tenere l'impero unito dovettero lasciare la "signoria" della germania del sud alla Prussia.

E lasciare il Veneto all'Italia.

questa fu la vera "mossa" che ci inimico per sempre l'austria.

Gli austriaci non si sentivano sconfitti sul suolo italiano, ed era vero, difatti come ultimo sgarbo, donarono il veneto a Napoleone III, che lo girò dopo all'italia.



Perdendo il veneto, L'impero Austriaco, che evolveva verso l'impero Austro-Ungarico, aveva perso, con la Lombardia prima, quasi 80% della popolazione italiana nei suoi domini, e tutta la zona maggiormente produttiva dell'italia.


Quindi, quando si tratto di evolvere da impero solo "Austriaco" a multi nazionale si fece un attimo la conta delle etnie dell'impero e si arrivo ad una conclusione Logica.

Gli slavi, intesi come gli sloveni, i croati di croazia e slavonia(non quelli di istria e dalmazia), i cechi e gli slovacchi, sono stati più fedeli degli Italiani, non hanno fatto sommosse, NON HANNO UNO STATO UNITARIO CHE PUò RIVALEGGIARE CON NOI E QUINDI FARCI GUERRA.

A questo si aggiunge il fatto che gli italiani rimasti in istria e dalmazia erano quasi tutti commercianti, quindi un elite ricca, ed espropriare questa ricchezza faceva gola agli asburgo.


Se vogliamo le misure austriache, prese contro gli italiani dal 1866 non avevano una matrice di "odio" ingustificato, ma una matrice selettiva di difesa dei confini e di coesione dello stato Asburgico.
Gli italiani da maggioranza Ricca, e industriale, prima della perdita del lombardo veneto, erano diventati una minoranza ancor Ricca, ma sempre pericolosa visto che dietro avevano uno stato che poteva reclamarli.

Visto che la storia è anche fatta di uomini, parliamo poi di Francesco Ferdinando, che era un uomo di ampie vedute, ma che purtroppo essendo anche abile in polita, aveva ben capito, che mentre i rapporti con la Prussia Germania, una volta lasciata il sud della germania, si sarebbero consolidati in una grande alleanza, ben sapeva che con l'italia, fino a quando ci sarebbero stati italiani sotto l'impero, ci sarebbero stati sempre problemi.

Quindi il suo Viaggio a Sarajevo, doveva esser il culmine per la riforma che voleva fare....trasformare la monarcha Austro-Ungarica, in una monarchia triplice, che teneva contro anche della grande componente slava del regno, sopratutto per merito della fedelta che sloveni e cechi avevano avuto nei confronti della Corona.


Va da che che in questo grande progetto, l'etnia italiana, insieme a quella polacca di galizia, erano i due punti caldi, da eliminare a qualsiasi mezzo.

Per trento, si poteva trattare...per gorizia e gradisca forse, ma trieste non sarebbe mai stata ceduta , era il più grande porto dell'impero e dell'adriatico....

Tra l'altro quando si provo a trattare per la neutralità dell'italia, parlando di trento e gorizia, Francesco Giuseppe, apostrofo i suoi consiglieri dicendo

"quale altra guerra gli italiani hanno perso (con riferimento a quella del 1866) per accampare altri diritti sui nostri territori".



E insomma, poi sappiamo come è finita.



Quindi sono molto interessanti i dati da te postati...ma vorrei farti anche capire che in quel periodo, e in quel contesto, forse era l'unica mossa che gli Asburgo potevano attuare contro gli Italiani.


Poi come si dice, la ruota della storia gira, alla fine, pur con queste misure, non evitarono l'entrata in guerra dell'italia contro di loro.


ne il loro smembramento ai congressi di pace.



Che sottolinea un altra grande verità storica:

è stata la prima volta, che un Impero, è stato smembrato, dalle potenze vincitrici, ma non per esser annesso. De fatto i vincitori hanno deciso in quali e quante nazioni doveva esser diviso.

CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 13/1/2011, 20:41) 
Personalmente non credo minimamente al baratto con l'Istria. L'Alto Adige non interessava nessuno se non l'Austria e qualche simpatizzante inglese mentre l'Istria interessava e molto agli Jugoslavi "vittoriosi" e agli allora protettori Sovietici.L'Istria era occupata militarmente dai rossi di Tito e solo un'altra guerra avrebbe potuto sloggiarli da lì. Voi sopravvalutate il ruolo dell'Italia a quel tempo, completamente schiava degli Alleati e ridotta ad un cumulo di macerie.
L'Istria era perduta dal '45 quando gli Angloamericani con l'accordo del generale Morgan ne riconobbero il possesso militare alla Jugoslavia, salvando Trieste, Gorizia e, provvisoriamente, l'isolata Pola. Anche allora l'Italia protestò, ma non era che flatus venti.... :lol:

Mars ti cito le parole che churchill disse a De Gasperi, quando protesto per la non occupazione totale dell'istria:

"Abbiamo fatto una guerra per liberarvi, non possiamo farne una altra per ridarvi Pola..."

insomma credo che bastino queste parole, per definire la situazione in cui eravamo.
Incapaci di riprenderci una cosa da soli, e quindi richiedenti, non solo di esser liberati dai tedeschi, ma anche difesi dagli slavi....insomma forse un pò troppo per una nazione che era stata nemica fino a 2 anni prima.
 
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168 replies since 13/1/2011, 17:47   8497 views
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