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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

L'Istria e la Dalmazia, Strategia

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mcarbone1973
view post Posted on 30/12/2011, 03:08     +1   -1




Innanzi tutto, scusatemi se sono ignorante, ma negli anni 90 quando la ex-Iugoslavia si stava disintegrando, perche' l'Italia non si e' mossa? Che io sappia, non c'e' stata nessuna proposta di riprendere l'Istria e la Dalmazia. Non dico che l'Italia doveva muoversi nel senso militare, ma qualcuno ha mai pensato in quegli anni di crisi di fare una proposta pacifica all'Unione Europea e/o alle Nazione Unite? Non potevamo avanzare l'idea di una regione autonoma d'Italia con la garanzia di bilinguismo (italiano e sloveno/croato, in base alla provincia)? Scusate se non ho mai sentito una proposta del genere, ma mi sembra un'occasione persa...

Marcus
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view post Posted on 30/12/2011, 10:31     +1   +1   -1
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Credo che ci siano stati due ordine di motivi che hanno decisamente sconsigliato all'allora governo Italiano di intervenire.
Problemi di ordine politico innanzi tutto: per avere terre si doveva intervenire militarmente su territorio non Italiano inserendosi in un conflitto già di per sè esplosivo, ricevendo probabilmente una severa condanna anche da parte di alleati ed amici.
Problemi di ordine giuridico: l'Italia è legata al trattato di pace di Parigi ed al trattato di Osimo. L'ordine giuridico internazionale prevede che i confini, anche in caso di dissoluzione di uno stato, debbano rimanere quelli in esistenza precedentemente al processo di dissoluzione. E' la clausola del pacta sunt servanda coniugata con quella dell'uti possidetis ed al principio dell'effettività nell'esercizio della sovranità, com'era il caso delle autorità slovene che avevano proceduto ad occupare il loro territorio fino a tutti i confini di stato.
Se questo può essere vero, nondimeno si doveva far pesare molto di più il riconoscimento delle due repubbliche slave per ottenere in cambio qualcosa di più sui beni nazionalizzati dal regime e sugli indennizzi ai nostri esodati giuliani. Invece il governo Italiano accolse con spirito di sollievo la proposta slovena di ricondurre subito il trattato di Osimo così com'era fra le due Parti!!!
Mah.
 
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view post Posted on 30/12/2011, 13:23     +1   -1

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Concordo ed integro la spiegazione di mars.
La domanda che ti poni, all'epoca se la posero anche i serbi, che spesso si sono chiesti come mani l'italia non sia intervenuto per riprendere quello che gli apparteneva.
(da notare come i serbi sono nostri amici quando si tratta di averci nella loro parte contro i croati per il dominio di quella regione, ma poi appena lo hanno come sono nostri "nemici" per lo stesso, basta ricordare che all'inizio il piano di sparitizione della dalmazia nel 1919 fatto proprio con i serbi era che la parte nord andava all'italia e la parte sud alla serbia...appena hanno fatto il segno degli SHS vedi come si sono rimangiati la parola).

Qualsiasi rivendicazione territoriale, ci avrebbe trascinato in una guerra ginepraio nei balcani, vero si vicino casa (con la scusa di puntellare le città italiane della costa istriana, fino a pola) ma pur sempre visti come invasori e una guerra di aggressione.

probabilmente la guerra sarebbe stata mal vista anche dagli alleati nato, e dall'onu, se pur mascherata come "invio forze di protezione per l'etnia italiana in territorio jugoslavo".

Certo i patti giuridici sollevati da mars per quanto "vincolati" in maniera di giurisprudenza, potevano esser in qualche maniera forzati, sopratutto nel gioco internazionale.

In questo caso le pretese italiane, ovviamente potevano finire solo all'ex territorio della zona B del territorio libero di trieste, cui sparizione è stato un atto bilaterale tra italia e jugoslavia, non ratificato all'onu (dove esiste ancora un entità tlt) e quindi diciamo con una occupazione militare solo ed esclusivamente entro questi confini, con la scusa di "difendere" le comunità italiane dalla guerra. Mantenedo l'occupazione, demandare la proposta di annessione totale della tlt all'onu.
obbligando la neonata slovenia, e la croazia ad accettare la perdita territoriale in cambio del riconoscimento immediato dei confini....forse modo e maniera di riprendere quei 515 km^2 di territorio potevano esserci.

O quando meno, anche rinunciandovi, come ha fatto giustamente notare mars, si poteva di fatto trattare il riconoscimento di slovenia e croazia sugli indennizzi o sulla restituzione dei bene, o almeno pretendere la creazione di una zona speciale sia in slovenia sia in croazia, con regolamentazione "simile" a quella dell'alto adige in italia.

in questo caso ovviamente la zona speciale sarebbe stata proprio l'ex zona b, quindi una zona speciale di capodistria in slovenia e una speciale di Umago in croazia.


Il problema era di fondo una situazione scottante, pur occupando solo la zona b militarmente, nessuno ci avrebbe garantito che le forze "slovene" avrebbero invaso il friuli, visto che gli stavamo togliendo l'unico "porto" sul mediterraneo".
Visto che la nato è un alleanza solo difensiva...non ci avrebbero dato una mano in termini nato, certo poi probabilmente qualche "amico" ci avrebbe supportato a parole.


Un altro grosso problema, sopratutto in seno all'ue, fu proprio la germania, che senza dire nulla agli altri membri dell'ue, che di base avevano deciso di aspettare la fine della guerra per vedere cosa sarebbe uscito fuori, si affrettarono a riconoscere la slovenia come repubblica indipendente entro i loro confini.
Normalità avrebbe voluto che si attenessero alle direttive ue, e secondo poi, chiedessero prima all'italia, se vi era qualche problema o meno.

Un contro era trattare la restituzione dei beni in cambio del riconoscimento di tutta l'europa, un conto era trattare con la slovenia, forte del riconoscimento tedesco alle spalle.


Poi come mars ha sottolineato, i nostri politicanti, senza nemmeno perdere tempo, accettarono subito in toto il trattato di osimo, senza un reale motivo...boh di cosa avevano paura? del troppo lavoro per una commissione nuova? di un rigurgito nazionalista del paese (e badate bene nazionalista è diverso da fascista ma per loro credo fosse la stessa cosa purtroppo), o semplicemente mettersi in attrito con la piccola slovenia?
Risultato di tutto che l'orgoglio della nazione è risultato ancora più mortificato, anche se possiamo dire era già in una fossa da Osimo.
 
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patriotafederico
view post Posted on 30/12/2011, 19:49     +1   -1




L'occasione c'era, e pure il casus belli, ma tuttavia a causa del servilismo dei politici verso lo straniero, oltre ovviamente alle proteste "pacifiste" della sinistra di allora, (nonostante il pci non fosse più presente la stessa aveva finalmente conquistato il parlamento) e agli stranieri, intenzionati ad acquisire il massimo guadagno da quel conflitto, da notare come la comunità europea, pronta a trasformarsi in ue (e lì si sarebbe rovinata) non è intervenuta nè ha fatto niente, lasciando agli usa i comodacci loro di fare tutto, comprese le basi militarizzate. Poi, come ha detto Fulvio, la Germania, per quanto fosse da poco uno stato "indipendente" (e per quanto meticolosa a inchinarsi ai suoi vicini slavi), è partita subito all'assalto riconoscendo slovenia e croazia come indipendenti per il suo tornaconto economico (oltre che per contrastare noi) e in seguito anche il maledetto vaticano e gli yankee hanno fatto lo stesso. Alla fin fine pur non avendo simpatia per i serbi (men che meno verso il resto degli slavi) penso sarebbe stata una buona idea intervenire al loro fianco con il motivo che avremmo dovuto intervenire per proteggere la comunità italiana, nonostante eventuali proteste onu-usa-nato oltre alla Serbia avremmo avuto al nostro fianco sicuramente la Russia, grande alleato della Serbia, e forse anche la Francia, molto interessata a risolvere quella gazzarra a favore dei serbi (e magari anche della "sorella latina" in nome della vecchia intesa), purtroppo non è andata così e siamo tutti rimasti fregati a favore dei crucchi, degli staterelli slavi e dei cattocomunisti, nella loro solidarietà euro-internazionalista avrebbero ostacolato ogni movimento degli stati nazionali (e dire che in altri paesi costituiscono il fulcro della nazione quei partiti). Alla fin fine bisognava concordare un intervento per rimettere in riga i due staterelli e riprenderci l'istria fiume e la dalmazia (o almeno zara) e dare una lezione "morale" alla Germania, dimostrando che noi italiani non siamo quelli che vengono dipinti in altri paesi, ma un grande popolo pieno di risorse e di orgoglio! :italia: :italia:
 
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mcarbone1973
view post Posted on 30/12/2011, 19:55     +1   -1




Capisco queste affermazioni e riconosco il fatto che conoscete meglio le considerazioni legali e le condizioni dei trattati. Va detto pero', come citato, che le i trattati possono essere riesaminati e/o negoziati. Le leggi pure sono strumenti che sono soggetti ad interpretazione, cambiamenti e riforme in base alle necessita' del momento. Come detto piu' volte, dipende soprattutto chi e' piu' bravo a fare il gioco politico. Chiamatemi ingenuo se volete, ma se io fossi stato il primo ministro ( :]: ) la mia dichiarazione alla Nato sarebbe stata piu' o meno quanto segue:

"L'Italia si dichiara non belligerante ed e' pronta ad offrire qualsiasi necessita' umanitaria ai nostri amici balcani durante questa crisi. Vorremmo ricordare pero' ai nostri alleati che l'Istra e la Dalmazia nell'arco dei secoli sono state terre di etnie miste. Una di queste etnie e' italiana in quanto questi territori sono stati governati e/o protetti dall'Italia o dalla Repubblica Veneta per diversi secoli. Nel periodo fascista, i diritti dei popoli slavi sono stati severamente limitati e per questo siamo mortificati. Per gli eventi del dopoguerra, in particolare l'esodo degli italiani dall'Istra e dalla Dalmazia, siamo certi che i nostri amici della penisola balcanica sono altrettanto addolorati. Noi pero' abbiamo imparato dai nostri errori del passato e vorremmo offrire un rimedio. Questo rimedio e' necessario in quanto decine di migliaia di italiani sono rimasti in questi territori e sentiamo l'obbligo morale di non abbandonarli. In Italia, esistono delle regioni autonome quando le esigenze degli abitanti necessitano uno statuto speciale. Possiamo affermare con certezza che abbiamo imparato dai nostri errori perche' possiamo citare il nostro alto-adige, dove italiani, ladini e popoli di origina austriaca convivono pacificamente da diversi anni. In base a questo modello, vorremmo avanzare la proposta di stabilire le regioni autonome di Istria e Dalmazia all'interno dello Stato Italiano. Questo modello garantisce il bilinguismo italiano e slavo ed un'autonomia notevole perche' questi popoli possano essere protette, possano convivere pacificamente e possano guardare verso un futuro migliore."

Che ne dite?
Marcus
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view post Posted on 30/12/2011, 20:06     +1   -1
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Bello ed ideale ma la politica, sopratutto internazionale, raramente arriva a questi livelli. Sono pronto a scommettere ( peccato che non c'è controprova) che ci sarebbe stato un no grande come una casa da "amici ed alleati", terrorizzati nel riaprire, su più vaste proporzioni, la questione del confine orientale.
 
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view post Posted on 30/12/2011, 20:32     +1   -1

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CITAZIONE (patriotafederico @ 30/12/2011, 19:49) 
L'occasione c'era, e pure il casus belli, ma tuttavia a causa del servilismo dei politici verso lo straniero, oltre ovviamente alle proteste "pacifiste" della sinistra di allora, (nonostante il pci non fosse più presente la stessa aveva finalmente conquistato il parlamento) e agli stranieri, intenzionati ad acquisire il massimo guadagno da quel conflitto, da notare come la comunità europea, pronta a trasformarsi in ue (e lì si sarebbe rovinata) non è intervenuta nè ha fatto niente, lasciando agli usa i comodacci loro di fare tutto, comprese le basi militarizzate. Poi, come ha detto Fulvio, la Germania, per quanto fosse da poco uno stato "indipendente" (e per quanto meticolosa a inchinarsi ai suoi vicini slavi), è partita subito all'assalto riconoscendo slovenia e croazia come indipendenti per il suo tornaconto economico (oltre che per contrastare noi) e in seguito anche il maledetto vaticano e gli yankee hanno fatto lo stesso. Alla fin fine pur non avendo simpatia per i serbi (men che meno verso il resto degli slavi) penso sarebbe stata una buona idea intervenire al loro fianco con il motivo che avremmo dovuto intervenire per proteggere la comunità italiana, nonostante eventuali proteste onu-usa-nato oltre alla Serbia avremmo avuto al nostro fianco sicuramente la Russia, grande alleato della Serbia, e forse anche la Francia, molto interessata a risolvere quella gazzarra a favore dei serbi (e magari anche della "sorella latina" in nome della vecchia intesa), purtroppo non è andata così e siamo tutti rimasti fregati a favore dei crucchi, degli staterelli slavi e dei cattocomunisti, nella loro solidarietà euro-internazionalista avrebbero ostacolato ogni movimento degli stati nazionali (e dire che in altri paesi costituiscono il fulcro della nazione quei partiti). Alla fin fine bisognava concordare un intervento per rimettere in riga i due staterelli e riprenderci l'istria fiume e la dalmazia (o almeno zara) e dare una lezione "morale" alla Germania, dimostrando che noi italiani non siamo quelli che vengono dipinti in altri paesi, ma un grande popolo pieno di risorse e di orgoglio! :italia: :italia:

ti correggo solo ne fatto che la germania riconobbe di corsa solo la slovenia, di fatto gli slavi più legati al mondo germanico.
Onde evitare che essa fosse invasa dalle truppe jugoslave (che effettivamente all'epoca erano sempre jugoslave). La croazia fu lasciata alla mercè delle truppe.

Se vogliamo la jugoslavia non aveva un "esercito" jugoslavo, ma vari eserciti di "difesa nazionale" delle repubbliche che la formavano.
Di fatto alal dichiarazione di indipendenza della slovenia, gli altri eserciti si misero a marciare verso di essa per ristabilirne l'ordine.
quindi anche l'esercito di difesa croato era in movimento verso nord. Ora non so per quale motivo, la croazia decise di dichiare l'indipendenza quando già gli altri eserciti erano entrati nel suo territorio.
Ora non so se è stata voluta o stupidità, ma oggettivamente che si aspettavano, che l'esercito jugoslavo (da adesso in poi leggasi serbo) andasse prima in slovenia e poi riscendesse in croazia?
ovvio che si arrestano in croazia e di fatto la guerra fu combattuta tra la croazia e la bosnia. Lasciando la slovenia moderatamente coinvolta in una guerra tra eserciti, iniziata principalmente per lei.

la germania andò semplicemente ad aiutare la sua protetta, perchè oggettivamente l'influenza tedesca di quelle terre si ferma alla slovenia.
dopo si apre tutta una zona di influenza italiana, dove spesso ci siamo messi tra le dispute croate e serbe per avere il guadagno a seconda della convenienza, con l'una o con l'altra.
La croazia fu riconosciuta dopo. Certo sempre di comune accordo ed i primi furono proprio germania e austria.
il vaticano non so.
politicamente si apprestava a riconoscere le due nazioni cattoliche della jugoslava.
negli intenti del papa, credo che pensasse che riconoscendole, si sarebbe fermata una guerra, che di fatto poteva tramutarsi in un altra guerra europea.
visto che in ballo vi erano anche interessi italiani, austriaci, ungheresi rumeni, albanesi e bulgari.

Non prendiamo sotto gamba la guerra jugoslava come una guerretta, quando è scoppiata, più di alcuni comandi militari nato credeva che potesse dilagare nell'europa balcanica ed interessare l'europa occidentale visto gli interessi dell'italia in mezzo.

Il problema è che un intervento nostro, oltre i confini della zona B, sarebbe stato visto come una guerra di aggressione, di fatto facendo di una delle nazioni sconfitte della seconda guerra mondiale, di nuovo una nazione che aggredisce.
Insomma pubblicità negativa a tutti i costi.

Credo anche che un intervento armato sarebbe risultato chiassoso e tardivo, come quasi tutte le cose che facciamo noi.
Se si voleva, anche solo formalmente reclamare le terre istriane, osimo non si sarebbe mai dovuto sottoscrivere.
non sottoscrivendo osimo, vi erano tutti gli estremi per reclamare la zona B, semplicemete perchè era reclamate la zona della tlt e non una zona jugoslava.

La firma alla rinuncia dell'istria, l'abbiamo messa nel 1975. Non nel 1991.

Come ha detto mars, nel 1991 si potevano rinegoziare a favore nostro molti trattati, ma anche li non fu fatto nulla, tanto la pietra tombale già c'era.

riporto un trafiletto che rende l'idea del trattato di osimo:

10 novembre 1975: nella cittadina marchigiana di Osimo il ministro degli Esteri italiano, Mariano Rumor, e quello jugoslavo, Milos Minic, firmano un trattato meritevole di entrare nel Guinness dei primati. Uno dei due contraenti, il governo di Roma, paga una serie di prezzi non da poco: la rinuncia alla sovranità italiana sulla zona B, la concessione di una zona franca italo-jugoslava, a cavallo del confine di Trieste, che apre a Belgrado una porta verso il Mercato Comune, più altri vantaggi materiali. L'altro contraente, la Jugoslavia, non dà contropartite di alcun genere, si limita ad incassare i lauti benefici.
Una sorta di curioso patto leonino, nel quale tutti i vantaggi vanno alla parte più debole, Belgrado, e tutti i danni a quella più forte, Roma. Siamo infatti in un momento nel quale l'Italia ha ormai il rango di quinta o di sesta potenza economica mondiale, nel mentre la Jugoslavia risulta già un paese economicamente allo sbando e segnato politicamente dalla generale previsione che, alla morte dell'ormai anziano dittatore Tito, tutto il suo castello politico sarà destinato alla crisi e forse allo sfascio.
Con il Trattato di Osimo si realizza tra l'altro un fatto politico-costituzionale di rilevanza assoluta: l'Italia accetta, tranquillamente, di sacrificare la sua integrità territoriale, senza che il mondo politico (salvo poche eccezioni) sembri quasi accorgersene. Bossi e le sue pretese di secessione possono ben vantare, in quel Trattato, un valido precedente a cui potersi richiamare nella loro volontà di spezzare il territorio nazionale!

e quello che è successo dopo:

16 gennaio 1992: morto da qualche anno il Maresciallo Tito, crollato il sistema dei regimi comunisti dell'Est, anche la Jugoslavia è giunta al capolinea ed al disfacimento. Al suo posto sono nate nuove realtà statuali. Sotto la pressante spinta di Bonn, due di questi nuovi stati, Slovenia e Croazia, vengono riconosciute dai paesi europei e tra questi anche dall'Italia.
Con questo atto di riconoscimento tutte le precedenti vicende, relative ai confini orientali d'italia (Trattato di Pace, Memorandum di Londra, Trattato di Osimo), risultano dunque superate e ciò proprio dall'accettazione italiana dei nuovi confini sloveni. L'Istria entra così inequivocabilmente ad essere parte o della Slovenia o della Croazia.
I negoziatori italiani pongono almeno due limitazioni, all'atto del riconoscimento: l'impegno di Croazia e Slovenia a garantire la tutela e l'unitarietà della minoranza italiana in Istria e, poi, la questione aperta della restituzione agli Esuli italiani dei beni immobili espropriati dal regime di Tito.
Sarà proprio su questi due temi (minoranza italiana e restituzione delle case) che si incentrerò, negli anni successivi, il contenzioso tra Roma, Lubiana e Zagabria. Contenzioso che con il ministro Martino, del Governo Berlusconi, arriverò a concretizzarsi nel veto italiano, a livello europeo, all'ingresso di Lubiana nell'Unione Europea; veto che verrà mantenuto dal successore di Martino, Susanna Agnelli, ed anzi fatto recepire dagli stessi organismi comunitari. Sarà infatti Bruxelles a ribadire che le porte europee resteranno sbarrate per la Slovenia, se Lubiana non avrò prima risolto il contenzioso con l'Italia.

Maggio 1996: siamo ormai all'ultimo atto. A Roma è stato appena formato il governo Prodi. Sottosegretario agli Esteri figura l'on. Piero Fassino il quale, prima ancora che il Senato abbia votato la fiducia al Governo di cui fa parte, si precipita a Lubiana per incontrare i governanti sloveni (tutti, come lui, ex comunisti doc) per consegnare alla Slovenia il bel pacco dono: la rinuncia italiana ad ogni veto, affinché le porte d'Europa si possano spalancare per Lubiana. Il tutto senza ottenere, e nemmeno chiedere niente di niente in contropartita.
La minoranza italiana e la sua unitarietà restano così in balia dei governanti sloveni; quanto ai beni rapinati agli Esuli il prode Fassino ottiene la vaga promessa che essi quei beni forse potranno ricomprarseli (da coloro che glieli hanno rubati). Promessa che, proveniente da un governo balcanico e di ex comunisti, ha comunque un grado di probabilità di realizzarsi che è molto prossimo allo zero.
Certo è che, trascorso ormai un anno da quel fulmineo viaggio lubianese del nostro sottosegretario, da parte slovena non si è visto passo di alcun genere. I segnali che giungono dalla Slovenia sono anzi decisamente di segno contrario (si parla di inesistenti limiti costituzionali, di ipotesi di referendum e così via), tanto da motivare espliciti interventi di richiamo da parte delle autorità europee (evidentemente poco inclini a prendersi in casa soggetti così poco affidabili). Ben più a ragione il presidente Prodi ed il viceministro Fassino dovrebbero farsi sentire e protestare con gli amici sloveni, ma così non è. Considerano, chiaramente, che con Lubiana, dopo aver ceduto tutto ed anche di più, non esiste ormai questione di sorta. Si limitano quindi ad uno stanco negoziato con la Croazia, nel quale è a tutti più che evidente che non ci potrò essere esito diverso da quello già realizzato con la Slovenia: una bella e solenne rinuncia, da parte italiana, ad ogni richiesta di giustizia per gli Esuli, ad ogni impegno di tutelare per gli italiani rimasti.
Sarò la conclusione coerente di una lunga vicenda di oltre cinquant'anni. Una vicenda nata male, proseguita peggio e conclusa in modo pessimo: con la bancarotta, totale e fraudolenta, della politica estera italiana sul confine orientale.
 
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view post Posted on 30/12/2011, 21:31     +1   -1
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debolezza estrema e servilismo dei politicanti italiani (di fatto anti italiani, nel 1991 c'era ancora un tal Andreotti e la sua cricca democomunista non scordiamocelo), solo questi fattori, in sintesi...
 
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view post Posted on 30/12/2011, 22:52     +1   -1

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CITAZIONE (_Raziel_ @ 30/12/2011, 21:31) 
debolezza estrema e servilismo dei politicanti italiani (di fatto anti italiani, nel 1991 c'era ancora un tal Andreotti e la sua cricca democomunista non scordiamocelo), solo questi fattori, in sintesi...

purtroppo si, volontà di cedere la politica estera alle industrie a egli affari.
Sorvoliamo che l'incaricato di chiudere osimo non era un politico, sorvoliamo anche il fatto che faceva parte della p2.
ma non sorvoliamo che era un industriale, e stranamente si parlava di una "zona industriale franca" a ridosso del confine della zona A di trieste.
sembra la richiesta di ulteriore territorio a muggia, sia venuta da tito dopo il veto italiano a questa proposta, arrivato proprio dalla città di trieste.
Non capisco davvero, la perdità dell'istria, in seno anche a quello che ha perso la germania ed il giappone, poteva starci.
la la perdita della zona B, beh quello è esclusivamente solo colpa nostra.
Ogni volta che sento Osimo, non mi viene rabbia, ma solo amarezza, che è decisamente peggio.
Un conto è qualcosa che ti strappano con la forza da sconfitto, ma una cosa, l'unica cosa per cui hai la possibilità di lottare...devi tenerla con le unghie e con i denti...non abbandonare il campo, senza nemmeno dire nulla.
 
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patriotafederico
view post Posted on 31/12/2011, 01:27     +1   -1




Proprio una bella roba quella che hanno combinato, mai visto un simile servilismo, ma non avevano un minimo di orgoglio, questi cattocomunisti? Tanto ormai Togliatti e Longo, i più feroci antinazionali rossi erano morti, chi poteva ostacolare una richiesta almeno per la zona b? I capitalisti, ovvio, nemici di ogni stato nazionale e i più fermi sostenitori di questo attuale carrozzone europeo, e, ovviamente i massoni, immancabili, peggio dei rossi. Dopotutto sia noi che i tedeschi potevamo trattare per la restituzione di parte dei territori ceduti,e non fu fatto nulla, anzi vennero riconosciuti senza se e senza ma quei confini, ma se la Germania oggi mantiene economicamente in pugno polonia e cechia (e insieme all'austria anche la slovenia) noi invece non abbiamo ottenuto niente. Tra i politici non c'è n'era uno che si è interessato all questione, tra la sinistra antinazionale (verdi, pds) e il centrodestra massonico-borghese menefreghista e affetto da sudditanza allo straniero, Andreotti e Cossiga le carogne della destra e Prodi con la cricca gli euroservili che hanno tradito come al solito gli interessi del popolo italiano.
Io al sentire parlare di osimo ci rimango rammaricato, più volte ho provato a porre la questione a vari e questi sostenevano che è stato giusto perchè ha rafforzato la fede europeista oppure fanno finta di non sentire, alla fine arrivano pure le accuse immancabili di "fascismo". D'altronde, conclusasi il conflitto del cossovo (l'ultimo in europa) e fatti entrare i magnaccia slavi dell est nell'ue, oggi si parla solo di denaro e banche e capitale, il resto non conta. Con tutti i regali che gli abbiamo fatto si sono pure arricchiti, e guardate come si disputano il bottino. Il vaticano è stato in prima linea, ma non per far smettere la guerra, la linea buonista e pacifista l'ha utilizzata come manovra politica per sostenere i paesi cattolici (e dire che pure "noi" siamo cattolici, ma non certo io) e per contastarci, come ha sempre fatto da quando ha chiamato i franchi, quindi no stiamo a credere alle fandonie del papa, sono quelli che dovrebbero essere ridotti al silenzio per primi.
Non ho capito la questione riguardante Muggia, perchè non l'ho mai sentita, me la potresti rispiegare?
 
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view post Posted on 31/12/2011, 02:11     +1   -1

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allora Fede,
tra l'altro la p2 era una loggia, da quello che so anche destroide, solo che evidentemente già si erano piegati al "dio denaro".

muggia è il comune che fa da confine con la slovenia di circa 13km^2.
quando nel 1947 e poi nel 1954 si fece il tratto ed il memorandum di intesa, tito pretese lo scorporo del circodario del comune, albaro vescovà, che di fatto toglieva circa 3500 abitanti e 10km^2 di comune.

se ti fai un conto, vuol dire che questo comune ha perso quasi metà della sua estensione.

però, al 1975, quindi con il trattato di osimo, tito pretese un ulteriore correzione al confine, per includere una decina di case da quello che si sa, nemmeno abitate.
che ovviamente gli furono lasciate senza alcun problema.

molte persone anche adesso si chiedono perchè tito si sia attaccato tanto a queste case e le abbia pretese fino all'ultimo...boh forse aveva qualche decina di famiglie bosniache senza una casa...
o semplicemente doveva tornare a belgrado a dire "visto sono riuscito pure a prendermi un pezzo della zona A"...

attualmente albaro vescovà è chiamato skofije che vuol dire appunto vescovo, o italianizzato scoffie.

tra l'altro, ad adesso muggia conta 13500 abitanti circa e nel 1954 ne contava 12000

albaro nel 1954 contava 3500 abitanti ed adesso solo 2500....mmm facciamo che dal lato sloveno non si vive bene?
 
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view post Posted on 31/12/2011, 05:32     +1   -1
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Allora, il discorso è questo, come te la rigiri la frittata il fatto è che anche solo per prendere la misera Zona B (ma io a quel punto avrei puntata almeno alla linea INGLESE se non americana), ci sarebbe stato da sparare addosso agli sloveni e ai croati. Su questo puoi mettere la mano sul fuoco, senza nessun problema. E se spari, capita che ricevi anceh delle risposte in piombo, ergo non solo devi uccidere, ma rischi concretamente che qualcuno venga ucciso. Nessuno in Italia all'epoca (ma anche ora), si sarebbe mai assunto la responsabilità di vedersi il 95% dell'opinione pubblica e tutti i poteri forti (vaticano, partiti, associazionismo vario, tutta la cultura, i giornalisti, per non parlare delel ripercussioni estere) dargli addosso. Io suppongo che un governo sarebbe saltato il giorno seguente stesso avesse solo "iniziato" a marciare in quella direzione.
L'unica, con siffatta opinione pubblica, era quella di agire sottobanco, incentivando un novello D'Annunzio a prendersi Capodistria e poi mandare l'esercito a mettere "tutto apposto" e con i soldati lì potevi fare le pretese del caso. Ma chi ci mandavi? Gli unici che ti ci sarebbero andati erano fascisti, missini, o comunque tali considerati e sempre l'opinione pubblica e le varie lobbies pacifiste ed anti italiane avrebbero fatto la voce grossa e tutti sarebbero stati contro i patrioti e avrebbero spudoratametne fatto il tifo per gli sloveni affinché li ammazzassero. Non è un bel modo di cominciare un'impresa, quando sai che sarai reietto in patria. Insomma i governanti erano quelli ceh erano, e a loro va ascritta la responsabilità di aver, volutamente, asfitto il sentimento nazionale italiano riducendolo ad un melansoso buonismo parolaio e pacifista, ma per come erano ormai le cose (e come sono anche ora), Nessun governo, neppure se ci fosse uno dei nostri al timone, potrebbe seriamente mandare dei soldati anche se dal punto di vista legale almeno per la zona B si sarebbe potuto fare.
 
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patriotafederico
view post Posted on 31/12/2011, 06:56     +1   -1




Hai assolutamente ragione, non ti immagini gli insulti che ho preso io quando in vari posti (casa, scuola ecc..) ho provato ad anteporre la questione delle terre irredente, in primis l'Istria e la Dalmazia. Dai più gentili (chi se ne frega) ai più pesanti (nazicomunista, neofascista, guerrafondaio... e volgarità a più non posso), se gli parli di quegli argomenti credono addirittura che non ragioni normalmente, tanto sono strafatti di ideologia antinazionale, purtroppo, molti italiani.
Il problema è che l'opinione pubblica vede tutto come "fascismo" anche quando il fascismo non centra nulla, e adesso il problema peggiore non sono nemmeno i rossi quanto la feccia verde e i seCESSIsti vari, che arrivano con i loro deliri a far veramente pena.
Credo che comunque se usa e combriccola avessero voluto tirarci addosso qualcosa no sarebbe stato solo piombo, ma anche missili e bombe atomiche (con queste mantengono in scacco il pianeta, sebbene anche altri le stiano producendo).
D'altronde non serviva nemmeno la forza, qualche parolone e se la sarebbero fatta sotto e avrebbero risarcito tutto, a patto che gli altri stiano fuori, oggi come oggi non gli puoi dire più niente diplomaticamente.
Per la questione di Muggia sapevo che metà comune era stato amputato con l'operazione giardinaggio e passato alla zona b, ma di questa ulteriore rettifica nel '75 non ne sapevo nulla, non si smentiva proprio mai quello lì eh?
Ma se invece avessimo rifiutato di firmare il diktat di parigi nel '47 cosa sarebbe successo?
 
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view post Posted on 31/12/2011, 08:31     +1   -1
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E' molto strano che, solitamente molto ben informato delle cose attinenti il nostro confine di stato ( in tutte le direzioni), io non sia affatto a conoscenza di questa ulteriore (rispetto al 1954), limitatissima rettifica di confine, relativa alle 10 case, che sarebbe stata operata a seguito della stipula e della ratifica del trattato di Osimo. Fulvio, potresti per cortesia pubblicare qui qualche link verso fonti attendibili? Scusami se ti appaio scettico e grazie. :]:
 
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view post Posted on 31/12/2011, 09:09     +1   -1

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Ragazzi non è tutto oro colato quello che dico, può darsi che io abbia detto anche una boiata bella grossa, è da ieri sera che sto cercando il link dove lo ho letto ma non lo trovo. Speriamo di non aver preso una cantonata.
 
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985 replies since 30/12/2011, 03:08   32085 views
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