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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

10 febbraio IL GIORNO del RICORDO

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UltraNazionalista
icon13  view post Posted on 10/2/2013, 11:22     +1   -1




LA VERITA' NON PUOì ESSERE INFOIBATA !
ODIO ETERNO ai CRIMINALI titini !
NESSUN PERDONO solo VENDETTA !


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view post Posted on 10/2/2013, 13:37     +1   -1
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Bella testimonianza riguardante uno dei luoghi principali in cui si sono stabiliti gli Esuli:

http://www.anvgd.it/rassegna-stampa/14662-...it-09feb13.html

Fertilia, il rifugio per gli esuli delle foibe (lettera43.it 09feb13)


In via Pola, lo storico bar di Edda Sbisà e figlie nel 2013 compie 60 anni. È stato aperto nel 1953 quando, a Fertilia, sei chilometri da Alghero, c’era poco altro. Soprattutto terra, infestata dalla palma nana, una chiesa da finire, la caserma e l’asilo delle suore.


«Delle attività avviate dagli esuli è l’unica ancora aperta», dice a Lettera43.it la figlia, Lorena Calabotta, 52 anni, istriana di Sardegna, nata in un melting pot.


Tra la fine degli Anni 40 e degli Anni 50 arrivarono da Orsera, Rovigno, Fiume e Zara, nomi che si leggono identici nelle targhe di vie e piazzali. Poche valigie con il cognome scritto a tinte scure: Orlich, Bataia, Velcich, Sponza. Con addosso il terrore delle foibe e dei titini, la certezza di aver lasciato per sempre tutto: casa, lavoro, conoscenti, a volte i genitori.


DIFFICILE CONVIVENZA A FERTILIA. In quegli anni nella cittadina di fondazione fascista, ma incompiuta, cercarono un avvenire qualsiasi e la magra consolazione del mare. Prima di loro si erano installate delle famiglie ferraresi cui erano stati affidati poderi per la bonifica, a due passi dagli algheresi, di origine catalana e i sardi. Insieme con altri italiani dalla Corsica, libici dal 1970 in poi e turchi, greci.


Hanno vissuto insieme in una borgata di stile razionalista in cui il lavoro era scarso, o meglio inesistente, per tutti. Una convivenza non scontata e nemmeno sempre facile.


FINANZIAMENTI PER PICCOLE IMPRESE. Ci pensò l’ex Egas, Ente giuliano autonomo di Sardegna (soppresso nel 1978) a gestire i finanziamenti pubblici e destinarli, tra le altre cose, all’avvio di piccole imprese.


La pesca fallì molto presto: l’Adriatico chiuso cui erano abituati era ben diverso dal mare sardo. Attecchirono meglio agricoltura e commercio: dal negozio di alimentari al forno, fino alla locanda della Sbisà.


La signora Edda ora ha quasi 83 anni. Alle pareti le foto ricordo, nell’aria parole di dialetto. «Mia mamma è arrivata in barca, dopo settimane di viaggio. Aveva circa 20 anni. Erano già arrivati nel 1948 e cercavano di andare da una parte all’altra. E poi la seconda, definitiva, nel 1952».


Suo nonno, racconta, era comandante della X Mas, dopo la fuga aveva trovato impiego all’arsenale di Venezia. Ma poi le cose non andarono bene e quindi si ripartì in direzione di Fertilia.


Il sacerdote-pioniere, don Francesco Pervisan, perlustrò per primo la costa sarda e poi girò tutta la penisola, da un campo all’altro, per convincere gli istriani al trasferimento. Alcuni sono approdati dopo aver subito le angherie dei connazionali nei porti.

Istriani disposti a tutto pur di rimanere italiani


Con il passare degli anni i racconti sono stati affidati alle seconde generazioni, e spesso c’è ancora quel retrogusto di sdegno e amarezza.


«La vita è qui, le radici lontane. Mia mamma ci ha tramandato tutto: le feste, i dolci. È tornata più volte a Orsera, ma ha pianto e basta. Aveva ancora delle amiche lì, ma si va avanti così: anche con rabbia repressa. Ora forse è difficile da capire, non so quanti oggi farebbero quel che hanno fatto gli istriani. Perdere tutto pur di restare italiani». Un’integrazione diventata tale solo con il passare dei decenni a Fertilia, che ora conta appena 1.700 abitanti.


All’inizio i matrimoni erano soprattutto tra conterranei. Com’è successo anche a Sbisà che ha conosciuto qui il marito, arrivato da Zara: «Il legame per noi è stato sempre forte: rispettiamo tutto ciò che ci hanno insegnato. Persino mio nipote che ha 20 anni e fa il militare, parla in dialetto».


ACCOGLIENZA E DIFFIDENZA. Le frizioni ci sono state, non solo per motivi politici ma anche, semplicemente, per quelli economici. Per via delle agevolazioni su casa e imprese. Nonostante le tante testimonianze di integrazione e la scritta che campeggia sotto la colonna sul lungomare, proprio sotto un leone di San Marco: «Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraterna gli esuli dell’Istria di Fiume e delle Dalmazia»».


«L’astio sotterraneo che può capitare di percepire è solo frutto di ignoranza», spiega Calabotta, «ci hanno accusato di aver avuto tutto gratis, di aver riscattato con pochi euro. In realtà mia mamma, per esempio, dopo 60 anni paga ancora l’affitto per il bar». Mentre gli immobili pubblici passati dallo Stato alla Regione nel 2008 ora sono in decadenza, o meglio, del tutto abbandonati.


Il 10 febbraio si celebra il Giorno del ricordo


Il decano di Fertilia è Dario Manni, che ha più di 90 anni e ricorda tutto nonostante gli acciacchi. Nelle giornate di sole esce in piazza.


Prima di arrivare in Sardegna a 27 anni è stato nei campi profughi in Friuli, Sicilia, Ascoli Piceno e a Latina. Ora è vicepresidente dell’Egis, associazione che punta tutto sulla memoria.


Il presidente è un ragazzo di 30 anni, Daniele Sardu. Nessuna discendenza istriana o giuliana, ma solo sarda, rimarcata dal cognome. Insieme organizzano il Giorno del ricordo, il 10 febbraio, una data storica: nel 1947 fu firmato il trattato di Parigi che assegnò Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia.


«Purtroppo spesso si scivola nella retorica nazionalista e invece noi vogliamo rimarcare la storia delle persone, perché non accada mai più», dice Sardu, «non necessariamente gli esuli erano fascisti, ma solo italiani che volevano restare tali». Eppure la ricorrenza è stata riconosciuta solo dal 2004.


NUOVA VITA DOPO L'ADDIO AI CARI. Tra i nipoti che hanno fatto proprie le storie di 60 anni fa c’è Michele Rosa, 38 anni, architetto: «Io sono ancora il nipote di Pina del forno», racconta, «anche se lei purtroppo non c’è più».


Una vita in giro per l’Europa e la penisola, si definisce «cittadino del mondo, ma anche istriano, sardo, soprattutto italiano». Famiglia metà ferrarese, metà istriana, nato in Sardegna. La nonna, Giuseppina Vladich, è arrivata a Fertilia nel 1952, a 29 anni, con marito e figlia.


«Appena scesa dalla corriera è scoppiata a piangere, attorno c’era il deserto scosso da un fortissimo maestrale cui non era abituata», racconta Rosa, «aveva lasciato i genitori a Pola e i fratelli e le sorelle, 10 in tutto, erano partiti ovunque. Anche in Australia e America».


NASCITA DELLA NUOVA COMUNITÀ. Dopo lo choc iniziale la nonna si ambientò: «Aprirono una panetteria. Sfornavano e vendevano, ma soprattutto regalavano. In quegli anni si divideva quel che c’era. Aveva lasciato una città vera, anche ricca: con cinema, teatri, ristoranti. In quest’angolo di Sardegna c’era solo la possibilità di essere ancora italiani e una comunità che si stava formando».


Una vita all’insegna dei divieti prima della fuga: a un tratto non si poteva più parlare italiano, dire 'ciao' per strada. «Mia mamma», dice il 38enne, «è stata battezzata di nascosto nel 1950 a Pola. Ma non con il suo nome, Maria, bensì Nirvana».


VIA DALL'INCUBO DELLE FOIBE. Di certo una cosa Pina del forno è riuscita a tramandare: il terrore delle foibe, e il riserbo, durato decenni, nel parlare della persecuzione e della pulizia etnica.


«Dire foiba era sconveniente anche negli Anni 90», spiega Rosa, «per scetticismo o semplicemente per non esser compatiti. Una memoria negata per 50 anni soprattutto per convenienza politica. E i numeri veri restano un’incognita». Si stima che negli eccidi delle foibe, inghiottitoi, siano morti almeno in 10 mila e che gli esuli giuliano dalmati siano oltre 250 mila.


Sabato, 09 Febbraio 2013 su www.lettera43.it
Sonia Melis
 
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view post Posted on 10/2/2013, 21:09     +1   -1
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Un orrore dimenticato per troppo tempo. Sopratutto dalla sinistra, per accecamento ideologico. Mai subordinare l'Italianità all'ideologia qualunque essa sia.
L'ideologia è una parte, l'Italia è il tutto.
Solidarietà alle popolazioni giuliane!! :italia:
 
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robydeumago
view post Posted on 10/2/2013, 22:51     +1   -1




GIORNO DEL RICORDO
 
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Anga69
view post Posted on 12/2/2013, 14:40     +1   -1




Nessuna vendetta.....
 
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robydeumago
view post Posted on 12/2/2013, 14:43     +1   -1




il giorno della memoria è il 27gen ,il 10 febbraio è il giorno del RICORDO
 
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UltraNazionalista
view post Posted on 12/2/2013, 14:48     +1   -1




Sempre VENDETTA . solo VENDETTA !
 
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robydeumago
view post Posted on 12/2/2013, 14:52     +1   -1




iwl5iZF

UMAGHESI A BASOVIZZA PER IL GIORNO DEL RICORDO
 
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Anga69
view post Posted on 12/2/2013, 15:03     +1   -1




Grandi Umaghesi !
Seguiteci su www.anvgd.com , a Torino il Giorno del Ricordo lo celebriamo tutto l'anno , siamo tantissimi !
 
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Supernazionalista
view post Posted on 13/2/2013, 00:18     +1   -1




Vero, Nessuna vendetta!
Se gridiamo alla vendetta diamo solo ragione alla tesi che le foibe furono una vendetta ai crimini dei fascisti.
Noi vendetta si e loro no?

Nessuna vendetta,ma ricordo SEMPRE!
 
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Anga69
view post Posted on 13/2/2013, 10:10     +1   -1




E infatti questa é la posizione di noi esuli , nessuna vendetta ma giuste rivendicazoni.
Tutte le manifestazioni che non ci vedono testimoni vanno segnalate , tutte le manifestazioni a cura dell' ANPI vanno controllate , tutti i convegni degli Istituti della Resistenza vanno analizzati.
C'é gente che in malafede giustifica , minimizza e come se non bastasse , vende libri , ma questo lo sapete.
 
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robydeumago
view post Posted on 13/2/2013, 14:01     +1   -1




il sito dell'ANVGD lo seguiamo sempre ma noi siamo nell'UNIONE DEGLI ISTRIANI e non sempre siamo sulla stessa lunghezza d'onda....

comunque sulla stessa barca siamo...
 
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view post Posted on 13/2/2013, 14:46     +1   -1
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CITAZIONE (Supernazionalista @ 13/2/2013, 00:18) 
Vero, Nessuna vendetta!
Se gridiamo alla vendetta diamo solo ragione alla tesi che le foibe furono una vendetta ai crimini dei fascisti.
Noi vendetta si e loro no?

Nessuna vendetta,ma ricordo SEMPRE!

Mi sa che è la prima volta che ti quoto ed al 100%­Supernazionalista.
La nostra forza è la loro condanna morale senza appello per crimini commessi dopo la cessazione delle ostilità belliche. Questo e la privazione di terre autenticamente Italiane non potrà mai dimenticarsi da parte nostra e degli Italiani che amano la loro Nazione. Ma nessuna nemesi storica. Non ci sarà mai vera pace senza giustizia per i nostri fratelli Giuliani.
Concordo anche con Roby, il nostro grande Istriano di questo forum. Non dividiamoci, la barca in effetti è la stessa.
Anga69, anche se non sei iscritto qui, volevo porti il mio benvenuto :]:
 
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Anga69
view post Posted on 13/2/2013, 14:57     +1   -1




CITAZIONE (robydeumago @ 13/2/2013, 14:01) 
il sito dell'ANVGD lo seguiamo sempre ma noi siamo nell'UNIONE DEGLI ISTRIANI e non sempre siamo sulla stessa lunghezza d'onda....

comunque sulla stessa barca siamo...

Innanzitutto ogni comitato é diveso dall'altro , e poi chiedi referenze a Massimiliano ed Enrico su chi siamo e cosa facciamo per gli Esuli.... poi mi pare che l'avatar lo vedi

Grazie del benvenuto Mars , non so come ma posto , forse xché sono registrato su un altro forum parallelo per Erep .
Un saluto anche a tutti voi che tenete alto il tricolore e noi che il tricolore lo portiamo nel cuore , sappiamo cosa vuol dire.
 
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rector
view post Posted on 13/2/2013, 19:33     +1   -1




QUOTE (Supernazionalista @ 13/2/2013, 00:18) 
Vero, Nessuna vendetta!
Se gridiamo alla vendetta diamo solo ragione alla tesi che le foibe furono una vendetta ai crimini dei fascisti.
Noi vendetta si e loro no?

Nessuna vendetta,ma ricordo SEMPRE!

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Quali crimini? ragiona in fatti di prima guerra mondiale e sottratti all'Italia territori e popolazioni daL DNA ITALICO, poi esamina bene altri paesi e altri popoli che rivendicano confini, e giudichi '''crimini Fascisti ''' chi ebbe il coraggio la tutela dei nostri fratelli italiani sotto dominio straniero?

PS- eri tu che vanificavi il venduto storace ai legaioli??? :italia:
 
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71 replies since 10/2/2013, 11:22   1978 views
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