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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

Isola di Corsica, Non tutto e' perduto!

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view post Posted on 6/10/2013, 07:50     +1   +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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CITAZIONE (simo1971 @ 5/10/2013, 23:52) 
CITAZIONE (ratapena @ 5/10/2013, 15:25) 
Nel caso fantascientifico che la Corsica diventasse indipendente, i corsi avrebbero il problema della lingua ufficiale dello stato. Un corso standard di fatto non esiste, e ammesso che riuscissero a crearlo, sarebbe una lingua praticamente insignificante nel panorama internazionale, capita solo in Corsica e, con qualche difficoltà, in Italia. Sarebbe, quindi, necessario appaiare al corso anche un'altra lingua. La scelta sarebbe limitata, considerata la storia complessiva, italiano o francese o, al limite, tutte e due. Io penso che alla fine la scelta sarebbe quest'ultima, anche perché, a livello pratico, il francese, malgrado non sia più la lingua internazionale per eccellenza, è molto più diffuso e parlato dell'italiano. Insomma i corsi potrebbero essere quadrilingui: dialetto locale, corso standard, italiano e francese.

Dubito che sopravviverebbe piu di un giorno, l ufficialita'del francese in 7na fantomatica repubblica di Corsica.Certo si continuerebbe ad usarlo, finche vivano le attuali generazioni, ma scordati che resterebbe lingua uffIciale in una Corsica governata da corsi.Succederebbe come al russo nelle ex-rep.sovietiche.

Però il risultato pratico è che oggi con la sola conoscenza dell'estone o del lettone vai poco distante, mentre prima con il russo potevi farti capire da Tallin a Vladivostok. Tornando alla Corsica, sarebbe difficile, almeno inizialmente, eliminare il francese, tenendo conto che una bella fetta di abitanti, anche di ascendenze corse, non parla e non capisce il corso, non parla e non capisce l'italiano, mentre tutti, anche i più accaniti corsofoni, parlano il francese.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 08:58     +1   -1
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CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 08:50) 
Però il risultato pratico è che oggi con la sola conoscenza dell'estone o del lettone vai poco distante, mentre prima con il russo potevi farti capire da Tallin a Vladivostok. Tornando alla Corsica, sarebbe difficile, almeno inizialmente, eliminare il francese, tenendo conto che una bella fetta di abitanti, anche di ascendenze corse, non parla e non capisce il corso, non parla e non capisce l'italiano, mentre tutti, anche i più accaniti corsofoni, parlano il francese.

Per me l'importante è che, prima o poi, i Corsi e solo loro, si accorgano dell'importanza di avere accanto anche la lingua Italiana che rappresenta la loro storia alta e culturale un po' com'è, storicamente, per i Valdostani, la lingua francese. Trovo francamente assurdo che possa venir considerata una lingua straniera anche se capisco che il processo di estraniazione dei Corsi rispetto alla realtà Italiana sia ormai assai avanzato.
Sui dialetti non ho proprio nulla contro, l'importante è che essi non sostituiscano mai completamente la lingua nazionale che deve rimanere un veicolo prioritario nella società, sopratutto negli scambi pubblici, per così dire. Un grande Stato moderno non può essere completamente accentrato. Vanno bene, per me, decentramento burocratico ed istituzionale, ma sempre nell'ambito di uno stato unitario. Tornando alla Corsica, mi auguro che, qualora i Corsi non volessero o non potessero assurgere all'indipendenza dalla Francia, almeno, nel tempo, possano fruire di uno statuto di autonomia comparabile a quello valdostano o, mutatis mutandis, a quello altoatesino. Occorre che la Francia, a parole grande maestra di libertà nel mondo, applichi a se stessa le ricette che discetta per gli altri. E' un Paese che si deve modernizzare, beninteso senza perdere la sovranità sul suo territorio, ma aprendosi maggiormente a tutte le realtà che la compongono. La diversità, se non è distruttiva del bene comune, è un arricchimento e la Francia non avrebbe che a giovarsi di un atteggiamento più aperto verso la Corsica a cui proprio non si può negare l'alta specificità rispetto ai territori metropolitani. Credo che un punto di sintesi più avanzato potrebbe essere tollerabile per le istituzioni francesi. Allez courage....

P.S. Simone, capisco che, a volte, confrontarsi con Rector sia duro. Il suo carattere è ruvido,ma quello che personalmente ho imparato, da quando sono qui, è che, nella sostanza, le sue sono delle preoccupazioni per lo scivolare della realtà Italiana in situazioni gravi di non ritorno. Viste da fuori, tutto ciò crea ancora più inquietudine.
Resta il fatto che,fra di noi, dopo dialettiche anche sostenute, si arrivi in gran parte, anche se non sempre invero, ad una sintesi. Che, in definitiva, è una nostra forza. :]:
 
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Ultima-Frontiera
view post Posted on 6/10/2013, 12:25     +1   -1




Sì però se tutte le volte deve attaccare si fanno tutte le volte discussioni inutili, qui si parlava della lingua corsa in corsica non in lombardia!
 
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view post Posted on 6/10/2013, 13:01     +1   -1
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CITAZIONE (Ultima-Frontiera @ 6/10/2013, 13:25) 
Sì però se tutte le volte deve attaccare si fanno tutte le volte discussioni inutili, qui si parlava della lingua corsa in corsica non in lombardia!

Comprendo,Simone, ma si cerca sempre di crescere insieme. Per persone che come noi hanno interesse a rendere grande ed unire la Patria è uno sforzo costante di convincimento e sintesi sulle differenze componibili,naturalmente. Non tutto è possibile certamente coniugare. Comunque, sono convinto che anche a Rector, nell'attuale situazione dell'isola, potrebbe andar bene che il dialetto corso-chiaro dialetto Italiano- si affianchi o per gli autoctoni possa primeggiare addirittura rispetto al francese. Sarebbe un bel passo in avanti,no?
Infatti, ove il dialetto corso-che loro chiamano lingua per distinguerla dalla nostra-soccombesse definitivamente al francese, è evidente che non vi sarebbero comunque più speranze per la Corsica.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 14:42     +1   -1

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Sul discorso dell'utilità del bilinguismo francese-corso abbiamo già dibattuto abbastanza in un'altra discussione su questo forum. La questione dell'italianità dell'isola va vista anche sotto un'altra luce. Innanzitutto, si può avere un sentimento di appartenenza indipendentemente dalla lingua; vedi, ad esempio, gli irlandesi che non parlano più il gaelico ma non sono certamente inglesi. Alla fine, il problema corso è un problema di dipendenza ed accesso all'informazione. Ho avuto modo di incontrare una delegazione corsa recentemente e vi assicuro che la classe dirigente ha perso completamente la bussola; sicuramente hanno dei grossi problemi di identità ed è naturale che sia così. L'economia dell'isola non esiste, ed è così ormai da secoli, la Corsica vive solamente dei trasferimenti statali. I corsi che hanno un ruolo di rilievo nella vita economica, sono lì in virtù del loro rapporto privilegiato con la Francia continentale. La scuola, i giornali, la tv, insomma, un po' tutti i principali mass media sono francesi e possiamo comprendere quale sia l'immagine che il popolo corso ha del ns Paese. Spesso, sottovalutano questo aspetto. Mi sembra naturale che molti di loro abbiano delle crisi di identità e non riconoscano l'Italia almeno come patria culturale. Una completa autonomia potrebbe non bastare all'isola per risollevarsi, sia economicamente che culturalmente; anche in questo caso, tendiamo spesso a considerare questi due aspetti in modo separato. In realtà, il sentimento di identità culturale va a braccetto con l'economia. Quello che servirebbe al popolo corso è l'indipendenza, solo in questo modo, tagliando il cordone ombelicale con la Francia e la sua rete clientelare, la Corsica potrebbe rinascere. Solo dopo, i corsi si riapproprierebbero DA SOLI, senza forzature, della loro vera identità. L'accorpamento alla Francia ha condannato l'economia dell'isola. Si parla spesso di euro e quello che ha comportato per i Paesi del Mediterraneo; è evidente che il franco francese ha avuto lo stesso effetto sulla Corsica, dopo secoli di vessazioni, distruzione e sangue. A mio avviso, la soluzione ottimale è l'indipendenza battendo una propria moneta. Si può parlare anche di aiutare quelli che vogliono un legame con l'Italia, creando qualche scuola finanziata dal governo italiano ma questo sappiamo che non sarà mai fatto. Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese. E' evidente che c'è una questione corsa ma c'è anche una QUESTIONE ITALIANA. A 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale non è possibile che qualsiasi tentativo di difendere la cultura italiana (io non sto parlando di annessione) venga sempre tacciato di fascismo, in Corsica, Istria o in un altro luogo (a dir la verità anche in Italia). Evidentemente c'è qualcosa che non va....
 
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view post Posted on 6/10/2013, 15:00     +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 15:42) 
Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese.

Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 16:02     +1   -1

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CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 16:00) 
CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 15:42) 
Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese.

Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.

In effetti, su internet sono solo riuscito a trovare la legge del 1993; so, di certo, che recentemente nella Francia continentale c'è stato un boom di nomi italiani. Sarebbe da verificare cosa sia successo fra gli under 20 in Corsica. Se non ci fosse nulla di simile al resto del territorio francese, in assenza della legge, significherebbe che i corsi si vergognano pesantemente delle loro origini italiane. Qualcun altro può indagare su questa presunta legge predisposta ad hoc per la Corsica?
 
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view post Posted on 6/10/2013, 16:41     +1   -1
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CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 17:02) 
CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 16:00) 
Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.

In effetti, su internet sono solo riuscito a trovare la legge del 1993; so, di certo, che recentemente nella Francia continentale c'è stato un boom di nomi italiani. Sarebbe da verificare cosa sia successo fra gli under 20 in Corsica. Se non ci fosse nulla di simile al resto del territorio francese, in assenza della legge, significherebbe che i corsi si vergognano pesantemente delle loro origini italiane. Qualcun altro può indagare su questa presunta legge predisposta ad hoc per la Corsica?

Ho provato a fare delle ricerche su google France, ovviamente in francese, ma non è venuto fuori assolutamente nulla. Anzi in un sito per la Corsica e per le bambine si proponevano nomi francesi o all'italienne!!
Comunque, Simon l'ha citata varie volte, vediamo se ci porta una pista certa al riguardo.
Certo che se questa legge non esiste o non è più in vigore, le considerazioni sulla questione Corsa si fanno un po' diverse.... :uhm:

Edit: in questo sito per prénoms corses pour garçons ho trovato anche il mio nome, che non è affatto francese! :asd:
http://www.infobebes.com/Prenoms/Nos-dossi...orses-masculins

Edited by Mars Pianeta Rosso - 6/10/2013, 18:09
 
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view post Posted on 6/10/2013, 18:01     +1   -1
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CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 16:00) 
CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 15:42) 
Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese.

Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.

Assolutamente sì. L'articolo 57 CC prevede che il nome sia scelto dai genitori. Il procuratore della Repubblica può opporvisi solo per l'interesse del bambino o ad un diritto di terzi per proteggere il cognome di famiglia. Insomma una faccenda fra privati comunque non una norma di ordine pubblico.
E sono dell'avviso che questa legge non sia mai esistita oppure non sia più in vigore perché il Codice Civile si applica su tutto il territorio francese, non può ammettere eccezioni.
Grazie Ratapena per questa dritta che è importante. Questo la dice lunga sull'esigenza dei Corsi, o di una loro maggioranza, di distinguersi nettamente da noi Italiani.
Metto qui il link dell'art.57 CC. e del servizio francese dell'amministrazione pubblica da cui si evince agevolmente che la scelta è libera sui nomi,francesi o stranieri. L'unico limite è l'interesse del bambino, che vieta, ad esempio, di mettere nomi "ridicoli". Credo che avvenga anche in Italia.
http://legifrance.gouv.fr/affichCodeArticl...RTI000006420906
http://vosdroits.service-public.fr/particu...82.xhtml#N100AB
 
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view post Posted on 6/10/2013, 19:12     +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Dal sito dell’INSEE Institut nationale de la statistique et des études économiques
Mi chjamu Saveria, Laurina, Lisandru, Petru
Les prénoms orthographiés en langue corse sont apparus sur les registres de l'état civil à partir des années quatre-vingts. Leur gamme est plus élargie chez les filles.
Serena détient la palme, ayant été attribué 225 fois, suivi de Stella (198 fois) et de Lisa, Francesca, Saveria donnés plus de 100 fois chacun. Ces deux derniers prénoms ont succédé à Françoise et Xavière qui n'ont plus cours aujourd'hui. Laurina, Livia, Lesia, Leria Chjara et Lisandra, moins fréquents, se sont aussi généralisés. Deux prénoms font exception, Santa et Flora, car déjà enregistrés dans les années d'après-guerre. Santa résiste. Peu souvent donné, il est en cours depuis 1947, alors que Toussainte a disparu des registres en 1970. Flora, affecté jusqu'en 1950, réapparaît à partir de 1984.
Chez les garçons, Lisandru est le prénom le plus répandu, attribué à 112 bébés depuis 1989. On y trouve aussi des Matteu, Andrea, Petru et Ghjuvan.

Direi che questo mette fine definitivamente alla leggenda metropolitana della legge speciale contro i nomi corsi ancora vigente che viene ancora sbandierata anche qui. Se si vogliono fare delle discussioni serie bisogna documentarsi.

Edited by ratapena - 6/10/2013, 20:27
 
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icon8  view post Posted on 6/10/2013, 22:06     +1   -1

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CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 16:00) 
CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 15:42) 
Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese.

Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.

Cio'e' impossibile, le mie cugine si chiamano Sofia e Silviana e non sono certo nomi francesi.E sono nate ben prima del 1993.

CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 08:50) 
CITAZIONE (simo1971 @ 5/10/2013, 23:52) 
Dubito che sopravviverebbe piu di un giorno, l ufficialita'del francese in 7na fantomatica repubblica di Corsica.Certo si continuerebbe ad usarlo, finche vivano le attuali generazioni, ma scordati che resterebbe lingua uffIciale in una Corsica governata da corsi.Succederebbe come al russo nelle ex-rep.sovietiche.

Però il risultato pratico è che oggi con la sola conoscenza dell'estone o del lettone vai poco distante, mentre prima con il russo potevi farti capire da Tallin a Vladivostok. Tornando alla Corsica, sarebbe difficile, almeno inizialmente, eliminare il francese, tenendo conto che una bella fetta di abitanti, anche di ascendenze corse, non parla e non capisce il corso, non parla e non capisce l'italiano, mentre tutti, anche i più accaniti corsofoni, parlano il francese.

Israele e' stato fatto con il 100% di popolazione che non parlava ebraico, essendosi estinto dall'uso circa 2000 anni fa, ma non per questo non si e' scelto tedesco, inglese o yiddisch come lingua ufficiale. Un po come in Uzbekista o Turkmenistan che tutta la popolazione urbana parlava solo russi, all'epoca della indipendenza, ma cio nonostante si bandi immediatamente il russo dall'uso ufficiale.Inoltre con l'uso del francese, oggidì, non vai molto piu lontano che con quello dell'Italiano, essendo parlato otlre che in Francia, solo dalle elites di alcuni paesi africani e poco piu (vallonia,Quebec,Suisse romande).
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:12     +1   -1
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Infatti, Simon, su legifrance ho fatto la ricerca storica dell'art.57 CC e non compare alcuna eccezione neanche nel testo pre anno 1993.
Dove hai letto di questa legge ad hoc anti nomi corsi/italiani? Debbo dire che viste le volte che ce ne hai parlato, non ho mai controllato.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:16     +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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[QUOTE=simon1971,6/10/2013, 23:06 ?t=67179358&st=15#entry544054163]
CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 16:00) 
CITAZIONE (Maxiann @ 6/10/2013, 15:42) 
Figuriamoci se un Paese come il ns che non ha mai condannato il governo francese per quell'ignobile legge razzista che vieta ai corsi di avere nomi italiani abbia il coraggio di finanziare qualche scuola sul territorio francese.

Se ne parla spesso di questa legge diciamo particolare che sarebbe stata emanata ad hoc per la Corsica. Sarebbe il caso che venisse riportata perché mi sa di leggenda metropolitana. Io non riesco a trovarla. Fino al 1993 in tutta la Francia praticamente era impossibile attribuire un nome che non fosse francese, ma da quell'anno l'art. 57 del Code civil lo permette.

CITAZIONE (simon1971 @ 6/10/2013, 23:06) 
Cio'e' impossibile, le mie cugine si chiamano Sofia e Silviana e non sono certo nomi francesi.E sono nate ben prima del 1993.

C'è la spiegazione. In effetti il code civil del 1993 ha messo nero su bianco questo:

L’Instruction ministérielle du 12 avril 1966 marque la première étape vers l’ouverture. Cette dernière admit en effet que “la force de la coutume, en la matière, a sensiblement élargi les limites initialement assignées à la recevabilité des prénoms par les prescriptions littérales de la loi du 11 germinal an XI.”

L’Instruction ministérielle du 12 avril 1966 élargit donc le répertoire de prénoms recevables à des prénoms tirés de la mythologie, prénoms régionnaux, prénoms composés, tolérant même dans certains cas les diminutifs et les variations.

L’arrêté de la Cour de Cassation du 10 juin 1981 emboîte le pas à l’Instruction ministérielle du 12 avril 1966 en décidant que “les parents peuvent notamment choisir comme prénoms, sous la réserve générale que dans l’intérêt de l’enfant ils ne soient jugés ridicules, les noms en usage dans les différents calendriers et, alors qu’il n’existe aucune liste officielle des prénoms autorisés, il n’y a pas lieu d’exiger que le calendrier invoqué émane d’une autorité officielle.”

Mais c’est depuis 1993, avec l’Article 57 du Code civil, (Titre II, chapitre), que la loi a le plus considérablement assoupli sa législation, garantissant virtuellement l’acceptabilité de n’importe quel prénom.

La circolare ministeriale in Italia non è fonte del diritto e le sentenze valgono per il caso per il quale sono state pronunciate. Tanto per fare un esempio c'è una recente sentenza della Cassazione italiana che riconosce il diritto a chi acquista la cittadinanza italiana di mantenere il cognome originario e non solo il cognome paterno (tipico caso dei sudamericani che hanno un cognome composto dal primo cognome del padre + primo cognome della madre a cui veniva tolto il cognome materno). Sentenza importante ma i decreti di concessione della cittadinanza continuano tranquillamente a togliere il cognome materno. Se in Francia è la stessa cosa (non sono sicuro ma penso di sì) si capisce perché era difficile fino al 1993 imporre dei nomi stranieri.

Edited by ratapena - 6/10/2013, 23:34
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:23     +1   +1   -1

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QUOTE (Mars Pianeta Rosso @ 5/10/2013, 14:10) 
Leggiti bene-in corso- quanto riportato da Simon ed oltre nel link che ha postato.

Proprio da quel che ho letto parttiva il ragionamento.
Converrai con me che se un tale dicesse che Londra è la capitale della Francia diresti che sta sbagliando. Se però ti risulta molto convinto di tale asserzione, arriverai alla conclusione che o sta mentendo per qualche motivo, o è veramente convinto del suo errore.
Leggere "Rari funu i Corsi à favore di tale prugettu" è come leggere "Londra è la capitale della Francia".
I corsi a favore di tale progetto furono moltissimi, e lo misero anche per iscritto quasi tutti i letterati dell'isola.
A centinaia furono arrestati (centinaia di giornalisti, scrittori, artisti su un isola di meno di 300.000 abitanti, di cui il 75% analfabeta, in pratica l'isola è stata privata di quasi tutti i suoi letterati, un bel colpo di spugna sulla cultura).
Se quindi qualcuno oggi sostiene il contrario, i casi sono 2. O mente o è convinto del suo errore.
Nel primo caso la spiegazione che mi pare più logica è che si cerchi di mettere le mani avanti per distanziare l'irredentismo corso dal fascismo.
Nel secondo invece, siamo di fronte all'ennesimo trionfo della propaganda francese, che cancella la storia e la riscrive in modo efficientissimo :(
Spero vivamente che l'ipotesi corretta sia la prima, se fosse la seconda vorrebbe dire che il legame dei corsi con il loro passato è totalmente cancellato e riscritto a piacere dai dominatori.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:30     +1   -1
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Manterrei il dubbio Dardanide. L'irredentismo corso attualmente non esiste se non in modo assolutamente marginale.
Indubbiamente, all'epoca del fascismo, il regime soffiò alquanto con mire irredentiste sull'isola e trovò delle entrature. Ma tieni ben a mente che l'indomito ed orgoglioso popolo Corso non vuole farsi dominare né conquistare da alcuno.
I fatti sono questi, fatti un giretto in Corsica e poi mi dirai.
 
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