CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 08:50)
Però il risultato pratico è che oggi con la sola conoscenza dell'estone o del lettone vai poco distante, mentre prima con il russo potevi farti capire da Tallin a Vladivostok. Tornando alla Corsica, sarebbe difficile, almeno inizialmente, eliminare il francese, tenendo conto che una bella fetta di abitanti, anche di ascendenze corse, non parla e non capisce il corso, non parla e non capisce l'italiano, mentre tutti, anche i più accaniti corsofoni, parlano il francese.
Per me l'importante è che, prima o poi, i Corsi e solo loro, si accorgano dell'importanza di avere accanto anche la lingua Italiana che rappresenta la loro storia alta e culturale un po' com'è, storicamente, per i Valdostani, la lingua francese. Trovo francamente assurdo che possa venir considerata una lingua straniera anche se capisco che il processo di estraniazione dei Corsi rispetto alla realtà Italiana sia ormai assai avanzato.
Sui dialetti non ho proprio nulla contro, l'importante è che essi non sostituiscano mai completamente la lingua nazionale che deve rimanere un veicolo prioritario nella società, sopratutto negli scambi pubblici, per così dire. Un grande Stato moderno non può essere completamente accentrato. Vanno bene, per me, decentramento burocratico ed istituzionale, ma sempre nell'ambito di uno stato unitario. Tornando alla Corsica, mi auguro che, qualora i Corsi non volessero o non potessero assurgere all'indipendenza dalla Francia, almeno, nel tempo, possano fruire di uno statuto di autonomia comparabile a quello valdostano o, mutatis mutandis, a quello altoatesino. Occorre che la Francia, a parole grande maestra di libertà nel mondo, applichi a se stessa le ricette che discetta per gli altri. E' un Paese che si deve modernizzare, beninteso senza perdere la sovranità sul suo territorio, ma aprendosi maggiormente a tutte le realtà che la compongono. La diversità, se non è distruttiva del bene comune, è un arricchimento e la Francia non avrebbe che a giovarsi di un atteggiamento più aperto verso la Corsica a cui proprio non si può negare l'alta specificità rispetto ai territori metropolitani. Credo che un punto di sintesi più avanzato potrebbe essere tollerabile per le istituzioni francesi.
Allez courage....P.S. Simone, capisco che, a volte, confrontarsi con Rector sia duro. Il suo carattere è ruvido,ma quello che personalmente ho imparato, da quando sono qui, è che, nella sostanza, le sue sono delle preoccupazioni per lo scivolare della realtà Italiana in situazioni gravi di non ritorno. Viste da fuori, tutto ciò crea ancora più inquietudine.
Resta il fatto che,fra di noi, dopo dialettiche anche sostenute, si arrivi in gran parte, anche se non sempre invero, ad una sintesi. Che, in definitiva, è una nostra forza.