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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

LA LINGUA ITALIANA NELLA DIASPORA, SUO DECLINO.

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view post Posted on 29/9/2023, 00:23     +1   +1   -1

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All'estero vivono circa 80 milioni di discendenti di italiani, ma pochissimi di loro sanno italiano.
Se qualcuno oggi sa l'italiano all'estero si deve all'arte ( molti appassionati d'arte lo studiano ), e alla presenza della sede della chiesa cattolica in Italia ( gran parte degli ecclesiastici, anche stranieri, lo studiano).
IL GRANDE ASSENTE IN QUESTO PROCESSO, COME SEMPRE , E' LO STATO ITALIANO. ANCHE QUANDO SI HANNO GOVERNI DI DESTRA, CHE A PAROLE SI DICHIARANO PALADINI DELL'ITALIANITA' NEL MONDO.

Estratto di wikipedia, sulla mancata trasmissione della nostra lingua, ai figli dei migranti italiani, nella Svizzera tedesca:

"Un'altra causa della perdita di terreno della lingua italiana in Svizzera e, più in generale nel mondo, è lo scarso sostegno che la essa riceve dallo Stato italiano fuori dall'Italia.[26] Il British Council, a titolo di paragone, riceve dallo Stato britannico, per curare e promuovere l'uso della lingua inglese, circa 220 milioni di euro, il Goethe-Institut dallo Stato tedesco riceve 218 milioni di euro, l'Instituto Cervantes, per promuovere l'uso dello spagnolo riceve dallo Stato spagnolo 90 milioni di euro, l'Alliance Française riceve quasi 11 milioni dallo Stato francese (cui vanno aggiunti 89,2 milioni di euro destinati all'Organizzazione Internazionale della Francofonia),[27] mentre la Società Dante Alighieri, per promuovere e curare l'utilizzo dell'italiano fuori dall'Italia, riceveva 1,2 milioni di euro, dimezzati nel 2010 a 600000 euro a causa dei risparmi decisi da Roma.[28] (circa un quinto di quanto spende il solo Canton Ticino per salvaguardare il dialetto ticinese e l'italianità in Svizzera[29][Ricerca originale?]"
 
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view post Posted on 29/9/2023, 01:07     +1   +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 29/9/2023, 01:23) 
Se qualcuno oggi sa l'italiano all'estero si deve all'arte ( molti appassionati d'arte lo studiano ), e alla presenza della sede della chiesa cattolica in Italia ( gran parte degli ecclesiastici, anche stranieri, lo studiano).

Aggiungerei alla tua lista - oltre agli appassionati e studiosi d'arte e agli ecclesiastici - anche gli appassionati di musica lirica e ovviamente i cantanti d'opera, così come una buona percentuale di musicisti in generale, i dipendenti stranieri di diverse nostre aziende sparse per il mondo e gli altri stranieri che hanno relazioni dirette con esse, non pochi archeologi e restauratori internazionali, un buon numero di persone che lavorano nel mondo della moda e del disegno, gli studiosi di italianistica e vari latinisti, nonché i tanti italofili in giro per il globo (che non sono comunque pochi e non unicamente interessati all'arte).

Poi ci sono pure quelli che, pur non rientrando in nessuna di queste categorie, la studiano semplicemente per il gusto di farlo o perché ne amano il suono (e anche in questo caso non sono pochi, e sono comunque decisamente più di quelli che gli italiani immaginano), e non per ultimo anche parecchi studenti, specialmente europei, che la scelgono come seconda, terza o quarta lingua da aggiungere al proprio bagaglio linguistico e formativo nel corso dei loro studi.

Per il resto concordo su tutto e ovviamente lo Stato italiano è il grande colpevole e assente in tutto ciò che esponi.

Edited by Fieramosca - 29/9/2023, 02:24
 
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view post Posted on 3/10/2023, 08:46     +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 3/10/2023, 09:37) 
Senz'altro.
Sebbene mi piacerebbe che la nostra lingua non si parlasse solo in Italia, ma anche nei paesi vicini come accade per il tedesco o il francese, che è abbastanza parlato anche in Belgio, Lussemburgo , Svizzera e credo anche in Andorra.

Piacerebbe a tutti o quasi, io credo, che la nostra lingua sia parlata o comunque, conosciuta anche altrove, ma solo molto parzialmente, purtroppo, è così. Le motivazioni, come al solito, si intrecciano strettamente con la storia.
Dobbiamo difendere, valorizzare e propagandare la nostra lingua molto di più di quanto facciamo ora, ma c'è un filone dedicato per parlarne.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 13:42     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 3/10/2023, 09:46) 
Piacerebbe a tutti o quasi, io credo, che la nostra lingua sia parlata o comunque, conosciuta anche altrove, ma solo molto parzialmente, purtroppo, è così. Le motivazioni, come al solito, si intrecciano strettamente con la storia.
Dobbiamo difendere, valorizzare e propagandare la nostra lingua molto di più di quanto facciamo ora, ma c'è un filone dedicato per parlarne.

Avessimo avuto un'altra classe politica, probabilmente oggi si parlerebbe anche in Uruguay, Argentina e Brasile. Ma csì non è stato.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 15:32     +1   -1

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Avessimo avuto un'altra classe politica, probabilmente oggi si parlerebbe anche in Uruguay, Argentina e Brasile. Ma così non è stato.

Francamente non credo che sarebbe mai potuto accadere, in nessun caso. D'altro canto, negli Stati Uniti si parla inglese anziché tedesco...
 
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view post Posted on 3/10/2023, 16:14     +1   +1   -1

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CITAZIONE (EdoardoA @ 3/10/2023, 16:32) 
Francamente non credo che sarebbe mai potuto accadere, in nessun caso. D'altro canto, negli Stati Uniti si parla inglese anziché tedesco...

L'immigrazione tedesca in buona parte avvenne tra XVIII e primo diciannovesimo secolo. Quella italiana e' posteriore, ancora negli anni Venti in Buenos Aires, o San Paolo. ossia la principale citta dell'Argentina e del Brasile, la maggior parte della popolazione parlava italiano o suoi dialetti, non era altrettanto in città come Boston o New York con i tedeschi.Inoltre l'emigrazione tedesca, che era soprattutto verso aree rurali (e sono le città a dettare le regole!) seppure la maggiore negli USA rappresenta solo il 12% della popolazione USA, e si considera anche chi ha solo un antenato tedesco, mentre in Argentina gli Italiani sono il 60% ed il 40% in Uruguay e nella regione di San Paolo il 40%.Mentre in aree rurali come Espirito Santo, Santa Catalina o Rio Grande do Sul vi son città con ben il 90% di discendenti di italiani.
12%, non è proprio come dire 60% o addirittura 90%.
Nel sud del Brasile negli anni Trenta si parlava solo Italiano, tedesco o polacco, nessuno parlava portoghese, fu Getulio Vargas , che inizialmente era amico di Mussolini e Hitler, che con bieco opportunismo quando la stella dell'Asse andò declinando ne approfittò per attuare una persecuzione verso le comunità straniere, in primisis la tedesca e la italiana, che furono lusitanizzate alla forza.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com..._Argentines.png Nella regione della capitale sono quasi l'80%.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 16:46     +1   +1   -1

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Inoltre l'emigrazione tedesca, che era soprattutto verso aree rurali (e sono le città a dettare le regole!)

È vero, effettivamente questo non l'avevo considerato.

Ma rimango comunque dell'opinione che difficilmente sarebbe potuto andare diversamente da come è andata in America Latina, e che nemmeno un atteggiamento diverso della politica italiana avrebbe potuto far molto a riguardo.
Sarebbe interessante discuterne in un filone apposito, magari con il contributo di Fieramosca che è esperto in Spagna e dintorni.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 17:44     +1   +1   -1
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Se ti va di aprire un filone a riguardo partecipo volentieri, EdoardoA.

Comunque, per ciò che concerne l'implemento dell'italiano nei suddetti Paesi del Sud America anch'io penso non sarebbe potuta andare assai diversamente da come è andata; o meglio, sicuramente si sarebbe potuto fare di più, ma non credo si sarebbe potuto arrivare a rendere l'italiano lingua ufficiale in tutto il territorio di quei Paesi. Lo Stato italiano sicuramente peccò di negligenza, però, nei suddetti casi - e magari con l'unica eccezione degli Stati del Sud del Brasile (dove effettivamente gli italiani ivi presenti furono lusitanizzati forzosamente) - gli stessi italiani immigrati in Argentina e Uruguay hanno la loro buona dose di ''colpevolezza'' in ciò, essendosene, nella maggior parte dei casi, altamente fregati di preservare il loro idioma materno, lasciandosi volontariamente assimilare (nonostante fossero maggioranza) dall'élite criolla originariamente presente in quei Paesi (e che inizialmente non li vedeva nemmeno di buon occhio, in quanto ''bachiches'', e cioè italiani).
 
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view post Posted on 3/10/2023, 17:57     +1   -1
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Interessante digressione. Per chi è interessato ad implementarla, continuiamo qui.
https://irredentismo.forumfree.it/?t=79916718
 
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view post Posted on 3/10/2023, 18:33     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Fieramosca @ 3/10/2023, 18:44) 
Se ti va di aprire un filone a riguardo partecipo volentieri, EdoardoA.

Comunque, per ciò che concerne l'implemento dell'italiano nei suddetti Paesi del Sud America anch'io penso non sarebbe potuta andare assai diversamente da come è andata; o meglio, sicuramente si sarebbe potuto fare di più, ma non credo si sarebbe potuto arrivare a rendere l'italiano lingua ufficiale in tutto il territorio di quei Paesi. Lo Stato italiano sicuramente peccò di negligenza, però, nei suddetti casi - e magari con l'unica eccezione degli Stati del Sud del Brasile (dove effettivamente gli italiani ivi presenti furono lusitanizzati forzosamente) - gli stessi italiani immigrati in Argentina e Uruguay hanno la loro buona dose di ''colpevolezza'' in ciò, essendosene, nella maggior parte dei casi, altamente fregati di preservare il loro idioma materno, lasciandosi volontariamente assimilare (nonostante fossero maggioranza) dall'élite criolla originariamente presente in quei Paesi (e che inizialmente non li vedeva nemmeno di buon occhio, in quanto ''bachiches'', e cioè italiani).

Non si può pretendere che un anafabeta contadino della Sicilia o delle vallate bellunesi, che aveva da tribolare non poco per unire la cena con il pranzo per se e la propria famiglia potesse pensare ai temi dell'unità culturale del popolo italiano. Come , invece, possiam fare noi oggi nel foretto irredentista. In fatti. i pochi benestanti spesso hanno cercato di mandare i loro figli alle scuole italiane o a fare viaggi in Italia. oppure hanno creato associazioni degli italiani. Ma, solo un vantaggio economico avrebbe potuto fare preservare la propria italianità a famiglie di poveri bifolchi, che come oggi aspirano a far abbandonare il dialetto ai figli, all'epoca aspiravano a che i loro figli imparassero spagnolo per poter migliorare la propria posizione economica, andando così a "lavorare a posto fisso". Prerogativa solo delle persone istruite, un tempo.Mentre gli altri erano lavoranti a giornata.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 18:45     +1   -1
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Proseguiamo qui la discussione sul destino della lingua Italiana nell'America latina.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 19:15     +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 3/10/2023, 19:33) 
Non si può pretendere che un anafabeta contadino della Sicilia o delle vallate bellunesi [...]

E' fondamentalmente quello che dico anch'io, difatti ''colpevolezza'' lo ponevo nel senso che in linea generale non avrebbero potuto fare altrimenti, ed è andata così come è andata; per questo sono convinto che, dato il contesto, l'epoca e la condizione socioeconomica degli italiani che emigrarono nelle Americhe, non si sarebbe mai arrivati a poter avere l'italiano come lingua ufficiale in quei Paesi.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 19:31     +2   +1   -1

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Dissento. Gli italiani in Argentina, Brasile e Uruguay comprendevano masse di poverissimi, ma anche centinaia di migliaia di borghesi molto impegnati nel fondare giornali, teatri, scuole, circoli sportivi e perfino ospedali in italiano. Con una situazione politica diversa (ad esempio non essere una lingua nemica) e ragionevoli investimenti da parte dell'Italia (soprattutto dopo la guerra) sarebbe stato possibile avere l'Italiano co-ufficiale in alcuni stati del Brasile ed equiparato allo spagnolo in Uruguay e Argentina. Non dico che fosse facile o molto probabile, ma era secondo me possibile.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 19:36     +1   -1
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CITAZIONE (dardanide @ 3/10/2023, 20:31) 
Dissento. Gli italiani in Argentina, Brasile e Uruguay comprendevano masse di poverissimi, ma anche centinaia di migliaia di borghesi molto impegnati nel fondare giornali, teatri, scuole, circoli sportivi e perfino ospedali in italiano. Con una situazione politica diversa (ad esempio non essere una lingua nemica) e ragionevoli investimenti da parte dell'Italia (soprattutto dopo la guerra) sarebbe stato possibile avere l'Italiano co-ufficiale in alcuni stati del Brasile ed equiparato allo spagnolo in Uruguay e Argentina. Non dico che fosse facile o molto probabile, ma era secondo me possibile.

E' vero; ma in questo caso le colpe sarebbero quelle relative allo Stato italiano, o comunque alla situazione politica dell'Italia; e non avendo avuto alcun appoggio esterno (o statale), i borghesi - o quella percentuale di italiani non analfabeti e che avevano a cuore la propria identità - col tempo, non hanno potuto fare altro che finire assimilati.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 20:52     +1   -1

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Si. Quello del Sud America e` un treno che continuiamo a perdere per colpa di scelte dello stato italiano. E ogni tanto questo treno si ferma a stazioni successive per aspettarci e comunque lo ri-perdiamo. Dagli anni 60 agli anni 90 ci sono state tantissime occasioni per sfruttare la nostra relativa forza economica e con investimenti limitati avere grandi ritorni.
Ma in generale la quasi totalita` della classe politica non era interessata a quell'area geopolitica, preferendo investire tutte le energie nell'agganciarci (o legarci) al treno europeo.
Non solo lo sentiamo nelle parole (non dubito sincere, in questo ambito) di tanti politici e giornalisti, ma anche in tantissime persone comuni, financo partecipanti di questo forum, come si sentano (o si credano) piu` affraternati agli "europei" che non ai discendenti di italiani.
Persone che preferiscono essere un paese gregario in Europa invece che il capofila in qualche altro insieme di paesi.
 
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