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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

LA LINGUA ITALIANA NELLA DIASPORA, SUO DECLINO.

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view post Posted on 3/10/2023, 21:02     +1   -1
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Quello che asserisci, Dardanide, ha del vero su una chiara ignavia dei vari governi Italiani verso i Paesi dell'America Latina.
Tuttavia, io non parlerei di essere gregario di nessuno, dovremmo, a mio modo di pensare, essere dei leader economici e culturali nelle Americhe indubbiamente, per tutto il retaggio rappresentato da tanti nostri connazionali emigrati colà, ma anche in Europa con la dovuta ed intelligente assertività perché siamo comunque europei, viviamo in un continente in cui abbiamo fatto la storia e non dobbiamo in alcun modo ritirarci da esso per fare da capofila solo altrove. Se un Paese vale e si fa valere, suppongo che una certa attrattiva la possa svolgere tous azimuts.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 21:13     +1   -1
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CITAZIONE (dardanide @ 3/10/2023, 21:52) 
Si. Quello del Sud America e` un treno che continuiamo a perdere per colpa di scelte dello stato italiano. E ogni tanto questo treno si ferma a stazioni successive per aspettarci e comunque lo ri-perdiamo. Dagli anni 60 agli anni 90 ci sono state tantissime occasioni per sfruttare la nostra relativa forza economica e con investimenti limitati avere grandi ritorni.

Vero. Purtroppo non abbiamo mai avuto una classe politica all'altezza sotto questo aspetto.

Una piccola nota positiva - per quanto possa valere - che ho scoperto ultimamente con piacere, è che i nipoti di mia moglie - e quindi anche i loro compagni di classe (ragazzini delle superiori della periferia di Buenos Aires) - hanno lo studio dell'italiano come materia scolastica (oltre a quello dell'inglese); anche se non è una situazione assai comune (almeno nelle scuole pubbliche).

CITAZIONE (dardanide @ 3/10/2023, 21:52) 
Ma in generale la quasi totalita` della classe politica non era interessata a quell'area geopolitica, preferendo investire tutte le energie nell'agganciarci (o legarci) al treno europeo.

Assolutamente d'accordo.

CITAZIONE (dardanide @ 3/10/2023, 21:52) 
Non solo lo sentiamo nelle parole (non dubito sincere, in questo ambito) di tanti politici e giornalisti, ma anche in tantissime persone comuni, financo partecipanti di questo forum, come si sentano (o si credano) piu` affraternati agli "europei" che non ai discendenti di italiani.
Persone che preferiscono essere un paese gregario in Europa invece che il capofila in qualche altro insieme di paesi.

Senz'altro è così. Molti nostri connazionali preferisco essere gregari in Europa piuttosto che capofila in altri contesti. Personalmente non mi sento affratellato né con gli uni e né con gli altri (non per qualcosa, ma semplicemente perché molti dei nostri discendenti nelle Americhe - anche se non tutti - di italiano non hanno più nulla), ma se devo scegliere tra i due, ovviamente opto per i nostri discendenti, dato che con il resto d'Europa non mi ci sono mai sentito afratellato per niente.

Edited by Fieramosca - 3/10/2023, 22:37
 
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view post Posted on 3/10/2023, 21:38     +1   -1
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Non comprendo che cosa significhi per noi essere "affratellati" ad altri europei. Non esiste alcun affratellamento, solo una evidente necessità economica e geografica di collaborare, non in modo subordinato ma almeno paritario, con gli altri europei. Mica viviamo da soli in un arcipelago sconosciuto nel mondo! Siamo in Europa - ovviamente non parlo del valore della UE che per me è nullo o, se esistente, è dannoso- e come tali dobbiamo farci valere anche e sopratutto qui, in Europa, dove siamo e viviamo.
 
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view post Posted on 3/10/2023, 21:45     +1   -1
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CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 3/10/2023, 22:38) 
Mica viviamo da soli in un arcipelago sconosciuto nel mondo! Siamo in Europa - ovviamente non parlo del valore della UE che per me è nullo o, se esistente, è dannoso- e come tali dobbiamo farci valere anche e sopratutto qui, in Europa, dove siamo e viviamo.

Ah sì, su questo sono d'accordo. Nel mio caso, con ''affratellati'', intendevo più che altro l'essere ''pendenti'' da ciò che decidano, vogliano o facciano altri in Europa, per il semplice fatto che siano europei come noi.

Edited by Fieramosca - 3/10/2023, 23:03
 
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view post Posted on 4/10/2023, 08:11     +1   +1   -1

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CITAZIONE (dardanide @ 3/10/2023, 20:31) 
Dissento. Gli italiani in Argentina, Brasile e Uruguay comprendevano masse di poverissimi, ma anche centinaia di migliaia di borghesi molto impegnati nel fondare giornali, teatri, scuole, circoli sportivi e perfino ospedali in italiano. Con una situazione politica diversa (ad esempio non essere una lingua nemica) e ragionevoli investimenti da parte dell'Italia (soprattutto dopo la guerra) sarebbe stato possibile avere l'Italiano co-ufficiale in alcuni stati del Brasile ed equiparato allo spagnolo in Uruguay e Argentina. Non dico che fosse facile o molto probabile, ma era secondo me possibile.

Addirittura siamo andati in dietro. In Uruguay fino a poco tempo fa nelle università e in molte scuole era quasi obbligatorio l'Italiano, ma ora è stato soppresso nel complice silenzio del governo italiano, che non ha fatto nulla, per far cambiare idea al governo locale.
Persino il governo fascista del Ventennio non fece mai nulla per la tutela della lingua italiana nelle Americhe. Troppo preso per la lotta, magari in qualche frazione del vallese o del Grigioni, trascurò completamente l'investimento nell'italianità di un immensa area come il Cono Sur.Nell'area da San PAOLO FINO A Buenos Aires gli oriundi erano maggioranza.
Venendo alla situazione attuale, purtroppo non solo il PD e la sinistra, come è logico che sia, ma anche i partiti che si definiscono di destra e patrioti non fanno nulla per difendere o promuovere l'Italianità nel mondo. Vedasi i continui tagli, agli istituti di promozione della lingua italiana, anche in area adriatica, il nessun desiderio di riallacciare i rapporti con la Corsica, nonostante che ormai i nazionalisti sull'isola siano riusciti a scalzare il potere dei partiti francesi. Oppure la mancata considerazione delle ripercussioni del fatto che ormai non si puo piu vedere liberamente la Tv italiana nelle terre vicine e in Latam, che prima tanto avevano contribuito alla diffusione della nostra lingua .Si pensi a Malta dove venti anni fa, grazie alla Tv, per la prima volta tutta la popolazione era divenuta italofona.
Senza guerre, con una politica mirata, potevamo recuperare moltissimo all'italianita, in Corsica, Balcani, e Latam.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 08:15     +2   +1   -1

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CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 3/10/2023, 22:02) 
Quello che asserisci, Dardanide, ha del vero su una chiara ignavia dei vari governi Italiani verso i Paesi dell'America Latina.
Tuttavia, io non parlerei di essere gregario di nessuno, dovremmo, a mio modo di pensare, essere dei leader economici e culturali nelle Americhe indubbiamente, per tutto il retaggio rappresentato da tanti nostri connazionali emigrati colà, ma anche in Europa con la dovuta ed intelligente assertività perché siamo comunque europei, viviamo in un continente in cui abbiamo fatto la storia e non dobbiamo in alcun modo ritirarci da esso per fare da capofila solo altrove. Se un Paese vale e si fa valere, suppongo che una certa attrattiva la possa svolgere tous azimuts.

La Spagna però è molto attiva in Latam, con incontri bilaterali,, in continuazione, in ogni settore tra spagnoli e sud Americani. E pure l'Italia un tempo, al livello di imprese private, aveva molti contatti, almeno in Brasile, Argentina , Uruguay, ma oggi si è abbastanza ritirata lasciando spazi agli spagnoli.
Io organizzò spesso incontri tra imprese e istituzioni italiane, e sudamericane, ma soNO quasi unico a fare ciò. Dovrebbero darmi a me il budget di quelle inutili ambasciate e consolati che NON FANNO NULLA.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 08:28     +2   +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 4/10/2023, 09:15) 
La Spagna però è molto attiva in Latam, con incontri bilaterali,, in continuazione, in ogni settore tra spagnoli e sud Americani. E pure l'Italia un tempo, al livello di imprese private, aveva molti contatti, almeno in Brasile, Argentina , Uruguay, ma oggi si è abbastanza ritirata lasciando spazi agli spagnoli.

Oltre che l'interesse, hanno anche il fattore linguistico dalla loro parte, che non è poco; anche se questo non giustifica il fatto che l'Italia oggi se ne freghi di quelle aree.

In Brasile comunque, al di là della promozione linguistica, in quanto ad imprese e rapporti commerciali ed economici con quel Paese direi che è tutt'ora decisamente più attiva e presente l'Italia della Spagna (in ambito brasiliano).
 
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view post Posted on 4/10/2023, 13:35     +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Perché non si parla italiano in Argentina, dove la maggioranza ha origini italiane e in Uruguay? Perché i nostri emigranti parlavano praticamente solo il loro dialetto. Per comprendersi, tra siciliani e liguri, dovevano usare lo spagnolo, lingua che sentivano molto più spesso dell'italiano. A lungo andare, lo spagnolo ha prevalso sui vari dialetti, era la lingua della promozione sociale. Gli altri europei, hanno iniziato prima a colonizzare, erano o tutti inglesi o tutti francesi e tutti spagnoli e avevano già una lingua più unitaria e senza concorrenza. Se avessimo avuto un ipotetico regno d'Italia nel 1500, probabilmente avremmo avuto colonie anche noi e conseguente diffusione dell'italico idioma.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 15:16     +1   -1
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CITAZIONE (ratapena @ 4/10/2023, 14:35) 
Perché non si parla italiano in Argentina, dove la maggioranza ha origini italiane e in Uruguay? Perché i nostri emigranti parlavano praticamente solo il loro dialetto. Per comprendersi, tra siciliani e liguri, dovevano usare lo spagnolo, lingua che sentivano molto più spesso dell'italiano. A lungo andare, lo spagnolo ha prevalso sui vari dialetti, era la lingua della promozione sociale. Gli altri europei, hanno iniziato prima a colonizzare, erano o tutti inglesi o tutti francesi e tutti spagnoli e avevano già una lingua più unitaria e senza concorrenza. Se avessimo avuto un ipotetico regno d'Italia nel 1500, probabilmente avremmo avuto colonie anche noi e conseguente diffusione dell'italico idioma.

In effetti sarebbe stato parecchio probabile.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 18:14     +3   +1   -1

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Fossimo stati uniti in uno stato centralista come, allora, Francia, Portogallo, Spagna o Inghilterra immagino sarebbe stato piu` probabile che avremmo avuto qualche colonia nel nuovo mondo, ma non una certezza. La geografia ha avvantaggiato alcuni paesi a scapito di altri.
Non vedo il nesso con i dialetti pero`, l'Italiano era ufficiale in tutti gli stati preunitari al tempo della colonizzazione delle Americhe.
In Italia molti erano dialettofoni nel XIX secolo esattamente come in Francia, Spagna o Germania. E comunque quasi tutti havevano una conoscenza almeno passiva della lingua ufficiale.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 18:31     +1   +1   -1

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Se avessimo avuto un ipotetico regno d'Italia nel 1500, probabilmente avremmo avuto colonie anche noi e conseguente diffusione dell'italico idioma.

La vedo dura. Se anche fossimo stati uniti già agli albori dell'Età moderna avremmo dovuto scontare la nostra posizione geografica: in altri termini, eravamo chiusi in un mare interno, senza coste oceaniche o libero accesso a queste ultime. Tutte le Potenze coloniali europee avevano coste atlantiche (con l'unica, del tutto trascurabile, eccezione della Curlandia).

CITAZIONE
La geografia ha avvantaggiato alcuni paesi a scapito di altri.

Appunto.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 18:36     +1   +1   -1
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CITAZIONE (dardanide @ 4/10/2023, 19:14) 
Fossimo stati uniti in uno stato centralista come, allora, Francia, Portogallo, Spagna o Inghilterra immagino sarebbe stato piu` probabile che avremmo avuto qualche colonia nel nuovo mondo, ma non una certezza. La geografia ha avvantaggiato alcuni paesi a scapito di altri.

La Spagna comunque proprio centralista non lo era, dato che fino ai Decretos de Nueva Planta del 1716 vi erano ''dogane'' tra i territori della Corona di Castiglia e quelli della Corona d'Aragona; tutt'al più, altamente centralizzati lo erano i territori castigliani, dove il castigliano era già da tempo lingua comune a tutti coloro che abitavano quelle terre (e presente a sua volta nel parlato sotto forma di vari dialetti), ma non nei territori aragonesi. A livello giuridico (e anche scocioculturale e linguistico), la Spagna vera e propria così come la conosciamo oggi venne fuori dal reformismo borbonico di inizi XVIII secolo, in seguito, appunto, ai suddetti Decretos de Nueva Planta; in precedenza vi era invece unicamente unione personale tra le Corone di Castiglia e Aragona (e quelli che colonizzarono le Americhe, fino a quell'epoca, furono fondamentalmente i castigliani).
 
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view post Posted on 4/10/2023, 19:35     +2   +1   -1

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CITAZIONE (ratapena @ 4/10/2023, 14:35) 
Perché non si parla italiano in Argentina, dove la maggioranza ha origini italiane e in Uruguay? Perché i nostri emigranti parlavano praticamente solo il loro dialetto. Per comprendersi, tra siciliani e liguri, dovevano usare lo spagnolo, lingua che sentivano molto più spesso dell'italiano. A lungo andare, lo spagnolo ha prevalso sui vari dialetti, era la lingua della promozione sociale. Gli altri europei, hanno iniziato prima a colonizzare, erano o tutti inglesi o tutti francesi e tutti spagnoli e avevano già una lingua più unitaria e senza concorrenza. Se avessimo avuto un ipotetico regno d'Italia nel 1500, probabilmente avremmo avuto colonie anche noi e conseguente diffusione dell'italico idioma.

Probabilmente non avremmo comunque avuto colonie, dato che non ci affacciamo sull'oceano Atlantico. Persino in Spagna furono i Castigliani e non gli aragonesi, sebbene fossero molto piu mercanti dei castigliani, a colonizzare le Americhe, dato che Aragon, non aveva sbocchi sul mare Oceano. Lo stesso accadde alla potente Austria, che nemmeno ebbe colonie, proprio perche' non aveva porti sull'Atlantico. Invece, persino Portogallo e Paesi Bassi due paesi piu piccoli e soprattutto meno ricchi di vari stati italiani ebbero il loro impero coloniale, proprio perché comunque sia erano due paesi che si affacciavano sul mare occidentale.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 19:39     +2   +1   -1

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CITAZIONE (dardanide @ 4/10/2023, 19:14) 
Fossimo stati uniti in uno stato centralista come, allora, Francia, Portogallo, Spagna o Inghilterra immagino sarebbe stato piu` probabile che avremmo avuto qualche colonia nel nuovo mondo, ma non una certezza. La geografia ha avvantaggiato alcuni paesi a scapito di altri.
Non vedo il nesso con i dialetti pero`, l'Italiano era ufficiale in tutti gli stati preunitari al tempo della colonizzazione delle Americhe.
In Italia molti erano dialettofoni nel XIX secolo esattamente come in Francia, Spagna o Germania. E comunque quasi tutti havevano una conoscenza almeno passiva della lingua ufficiale.

Concordo pienamente sia sul fattore geografico, che sulla dialettofonia anche degli abitanti di altri paesi come la Germania o Francia all'epoca. E per la Spagna molti dei coloni erano baschi che non parlavano una parola di spagnolo, ma poiche lo spagnolo era la lingua delle colonie, si impose, e non il basco .
 
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view post Posted on 4/10/2023, 19:52     +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 4/10/2023, 20:39) 
Concordo pienamente sia sul fattore geografico, che sulla dialettofonia anche degli abitanti di altri paesi come la Germania o Francia all'epoca. E per la Spagna molti dei coloni erano baschi che non parlavano una parola di spagnolo, ma poiche lo spagnolo era la lingua delle colonie, si impose, e non il basco .

Vero; molti dei colonizzatori iberici delle Americhe erano baschi e parlanti basco, il grosso degli altri invece composto principalmente da andalusi ed estremegni, tutti abitanti di territori parte della Corona di Castiglia. E nonostante molti di quei colonizzatori baschi il castigliano non lo parlassero affatto, quest'ultimo si impose in quelle terre d'oltreoceano in quanto unica lingua ufficiale del Consejo de Indias, a sua volta dipendenza/emanazione de facto del Consejo de Castilla (ed inizialmente inglobato direttamente in quest'ultimo anche de iure).
 
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