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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

La questione meridionale

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enniodiprinzio
view post Posted on 6/5/2012, 11:12     +1   -1




Mcarbone come non darti ragione su tutta la linea;la Basilicata però sconta il fatto di essere "circondata" eppoi è piuttosto scomoda da raggiungere rispetto ai mercati del norditalia.Per il fatto che ti prendono in giro,dipende da te ossia da come la prendi,da quanto senti di valere.Io da abruzzese in liguria pur essendo nato in liguria mi sono sempre sentito "un abruzzese in liguria",non ho mai voluto imparare il vernacolo locale non ho mai voluto confondermi con loro (eppure io la Liguria l'amo più di me stesso).Abitando alle caserme di Chiavari avevo amici di tutte le latitudini (dalla Valle D'Aosta alla Sicilia) provavo pena però per quegli amici che per nascondere le loro origini meridionali scimmiottavano i liguri cercando di parlare il loro dialetto.Lasciamo il ligure ai veri liguri che è meglio,quella voglia di mimetizzarsi non è altro che un manifesto complesso di inferiorità che viene subito percepito e così ti trattano,per come ti poni tu rispetto a loro.Il mio compagno di banco al liceo mi diceva:"si sente che non sei di qui" certamente lui e tutta la classe parlava come il gabibbo mentre io semplicemente l'italiano (non a caso il professore di lettere faceva leggere sempre me).Per andare ovunque ed essere ben accolti il passaporto ideale è una perfetta educazione ed un italiano impeccabile che faccia sentire inadeguato anche uno di Milano.Se non sei uno stupido ,ti stendono tappeti rossi dappertutto.In liguria la discriminazione non vale solo per gli accenti meridionali ma anche per tutto il centro salvo la toscana;avevo una professoressa di matematica di Macerata e non ti dico le risate quando cercava di spiegare la "mademadiga" con il suo forte "accendo" marchigiano.
 
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view post Posted on 6/5/2012, 12:37     +1   -1

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CITAZIONE (enniodiprinzio @ 6/5/2012, 12:12) 
Mcarbone come non darti ragione su tutta la linea;la Basilicata però sconta il fatto di essere "circondata" eppoi è piuttosto scomoda da raggiungere rispetto ai mercati del norditalia.Per il fatto che ti prendono in giro,dipende da te ossia da come la prendi,da quanto senti di valere.Io da abruzzese in liguria pur essendo nato in liguria mi sono sempre sentito "un abruzzese in liguria",non ho mai voluto imparare il vernacolo locale non ho mai voluto confondermi con loro (eppure io la Liguria l'amo più di me stesso).Abitando alle caserme di Chiavari avevo amici di tutte le latitudini (dalla Valle D'Aosta alla Sicilia) provavo pena però per quegli amici che per nascondere le loro origini meridionali scimmiottavano i liguri cercando di parlare il loro dialetto.Lasciamo il ligure ai veri liguri che è meglio,quella voglia di mimetizzarsi non è altro che un manifesto complesso di inferiorità che viene subito percepito e così ti trattano,per come ti poni tu rispetto a loro.Il mio compagno di banco al liceo mi diceva:"si sente che non sei di qui" certamente lui e tutta la classe parlava come il gabibbo mentre io semplicemente l'italiano (non a caso il professore di lettere faceva leggere sempre me).Per andare ovunque ed essere ben accolti il passaporto ideale è una perfetta educazione ed un italiano impeccabile che faccia sentire inadeguato anche uno di Milano.Se non sei uno stupido ,ti stendono tappeti rossi dappertutto.In liguria la discriminazione non vale solo per gli accenti meridionali ma anche per tutto il centro salvo la toscana;avevo una professoressa di matematica di Macerata e non ti dico le risate quando cercava di spiegare la "mademadiga" con il suo forte "accendo" marchigiano.

Il ligure ai liguri?Ma se ormai nessun giovane in liguria lo parla piu'(se non s'intende per tale la cadenza e una parola ogni cento in italiano) solo qualche anziano, lo parla nelle frazioni piu impervie.Solo in Lunigiana e Massa ormai si puo sentire qualche giovane parlare lo strano ligure della frontiera.Purtoppo (dal mio punto di vista) ormai i dialettio galloitalici sono virtualmente estinti, non essendovi piu ricambio generazionale essendo parlati solo da persone over50(over20 in alcune frazioni montante).Tra cinquant'anni resteranno piu solo i dialetti del centroitalia (per la loro maggior vicinanza all'Italiano che non i fa percepire quali tali dai parlanti.Es toscano,romano,Marchigiano etc),il veneto e il napoletano.Perdendo noi una ricchezza culturale, sviluppatasi in 2000 anni dal latino ai giorni nostri.
 
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view post Posted on 6/5/2012, 13:31     +1   -1

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io non la vedo una perdita culturale....cavolo stai imparando l'italiano, una lingua letteraria ed alta, al posto del dialetto da contadino basso del mastroferraio.
Probabilmente il dialetto verrà elevato a livello culturale, cioè le persone più colte lo apprenderanno per fini artistici e culturali (teatro e letteratura) mentre tutti parleranno un italiano omogeneo con le influenze di accento o parole tipiche della regione. Cosa normale in tutti gli stati, normalmente uno di monaco parla un tedesco differente da uno di berlino, negli stati uniti a seconda che vai da una costa all'altra è differente l'inglese usato.
Lo stesso british english di londra è differente da quello che si parla nel nord. Però sono interscambiabili tra loro...prendi adesso un siculo e un trentino li chiudi in una stanza e gli dici di parlare tra loro in dialetto....e vedi quanto si capiscono...
 
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view post Posted on 6/5/2012, 15:56     +1   -1

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CITAZIONE (FulvioDip @ 6/5/2012, 14:31) 
io non la vedo una perdita culturale....cavolo stai imparando l'italiano, una lingua letteraria ed alta, al posto del dialetto da contadino basso del mastroferraio.
Probabilmente il dialetto verrà elevato a livello culturale, cioè le persone più colte lo apprenderanno per fini artistici e culturali (teatro e letteratura) mentre tutti parleranno un italiano omogeneo con le influenze di accento o parole tipiche della regione. Cosa normale in tutti gli stati, normalmente uno di monaco parla un tedesco differente da uno di berlino, negli stati uniti a seconda che vai da una costa all'altra è differente l'inglese usato.
Lo stesso british english di londra è differente da quello che si parla nel nord. Però sono interscambiabili tra loro...prendi adesso un siculo e un trentino li chiudi in una stanza e gli dici di parlare tra loro in dialetto....e vedi quanto si capiscono...

Se si parla da un puro punto di vista estetico non vedo nulla di bello nello pseudoitaliano parlato dagli studenti calabresi o siciliano, e' obrobrioso,non indovinano un singolo accento, e mal utilizzano i vocaboli italiani, dandogli significati errati.Mi piacerebbe di piu' sentrli parlare nel loro dialetto.Inoltre il parlare dialetto mai ha impedito di essere dei grandi patrioti o letterati in lingua italiana, fino a inizio Novecento tutti i grandi patrioti o letterati (molto superiori ai cd. accademici di regime attuali), nella vita quotidiana usavano qusi esclusivamente il dialetto.
La bellezza dell'Italia era questa polifonia, e la coesistenza di tante culture all'interno di un singolo paese.Pensate un po', per fare un esempio, alla ricchezza della cucina italiana, proprio frutto di queste differenze regionali.
 
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mcarbone1973
view post Posted on 6/5/2012, 17:17     +1   -1




Rendetevi conto che alcuni ragionamenti in questo thread secondo me dimostrano quanto siamo ancora blindati. I commenti sembrano abbastanza banali, anche rispettosi, ma qui si e' parlato di "veneti migranti", "le parlate obbrobriose dei sicilani e dei calabresi" e cosi' via. Qualcuno qui capisce che affermazioni di questo genere sono un po' offensive? Parliamo di un'Italia unita e felice ma bisogna pure guardare allo specchio con un po' di onesta' intelletuale, no?

"Il senatur" grida "Roma Ladrona" e in questo thread si e' parlato di "conto alla romana". Innanzi tutto, Roma e' la nostra capitale perche' storicamente e' la nostra citta' piu' importante, e' il seme di tutta l'Europa neolatina di oggi, e' geograficamente abbastanza centrale ed e' anche un buon compromesso culturale tra nord e sud. "Il conto alla romana" e "Roma Ladrona" infatti NON ESISTONO. Sono motti che creano problemi. Qui si tratta semplicemente di un governo disfunzionale che potrebbe essere piazzato in qualsiasi citta' - Roma, Milano, Firenze o Napoli. Tale governo e' una sintesi di tutti i rappresentati incomepetenti che provvengono da ogni angolo della penisola e per caso si uniscono a Roma.

Marcus
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 6/5/2012, 17:20     +1   -1




Simon ribadisco il concetto,io mi riferivo a quelli che di origini meridionali cercano, per mimetizzarsi,di parlare un italiano "caricato oltre misura" di coloriture dialettali liguri non necessarie(oltre che con accento ligure),poi chiunque con un pò di orecchio capisce che c'è qualcosaltro in mezzo(ma non succede solo in Liguria ,direi in tutto il nord da parte dei nuovi arrivati).Quando dico di lasciare il dialetto ligure ai veri liguri,appunto dico che questa forzatura di mimetismo non andrebbe fatta e bisogna lasciare il dialetto,se vogliono parlarlo, ai locali che ovviamente ci riescono meglio, perchè è la loro tradizione.Poi ti assicuro che l'accento ligure più o meno evidente è (inconsapevolmente) presente in tutti i liguri (hai presente come parla il sindaco di Genova?-io percepisco l'accento genovese tu no?).Ecco io quell'accento li ho sempre cercato di non prenderlo,ero facilitato dal fatto che il mio orecchio quotidianamente sentiva decine di altre sfumature di accenti ,nel mio quartiere delle caserme.Poi per carità io sono il primo a dire di conservare gelosamente i vari dialetti perchè sono un patrimonio culturale .Però,a mio parere ,l'italiano và parlato come si deve.
Insomma per concludere,l'italiano come si deve è quello che non ti fa capire la provenienza della regione o macroarea del parlante (nord,centro e sud),per fare un esempio ,quello tipico dei bravi attori di teatro o degli speakers della rai di qualche tempo fa.
P.S. per capirci l'italiano in Abruzzo è generalmente massacrato oltre che dalla cadenza,dalla chiusura ed apertura delle vocali al contrario di quello che si dovrebbe fare,solo gli aquilani indovinano le vocali correttamente,e se studiano (molto),pronununciano un italiano accettabile.I toscani le vocali le indovinano ma hanno un accento che non tolgono mai (per vezzo o per incapacità),nella val padana alcune vocali non sono tutte correttamente chiuse o aperte,ma per il mio orecchio,in modo più gradevole rispetto al sud, per dirla tutta il Berlusca quando parla si sente da dove viene.
Adesso che ci penso,se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro,quando parlo,le mie vocali tendono a standardizzarsi verso la pronuncia del nord(sebbene molto riveduta e corretta),un maestro di dizione mi bacchetterebbe un pò per alcune vocali non trattate come in toscana,è più forte di mè ho assunto quel vocalismo ,e le esse dolci del nord, che a me piace di più ,mentre la perfetta dizione dovrebbe essere quella toscana.

Edited by enniodiprinzio - 6/5/2012, 20:05
 
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versiliaterramia
view post Posted on 6/5/2012, 19:03     +1   -1




MCcarbone, con conto alla romana non hai assolutamente capito quello che volevo dire, non c'entra nulla Roma, nè nord nè sud. Ho detto semplicemente che bisogna trovare un sistema, perchè, come succede in tutti gli stati centralizzati e a finanza pubblica derivata, dove gli enti locali al massimo hanno addizionali o compartecipazioni a livello di imposte, c'è da evitare che qualcuno sia preso dalla tentazione di caricare sulle spalle degli altri le proprie spese e sprechi che non potrebbe fare se dovesse finanziarle con entrate esclusivamente proprie e derivanti dai cittadini che amministra. Tutto ciò accade senza distinzione di geografia. Se non ti sta bene sta espressione (che a casa mia vuol dire che si divide il conto in parti uguali, se fosse stata conto alla milanese, alla torinese, alla veneziana avrei detto così), uso quella del free readers. Mi sembrava abbastanza chiaro il concetto, scusa ma come si dice dalle mie parti hai capito fischi per fiaschi. Ripeto, qui non c'entra nord e sud, est, ovest, è un sistema che va cambiato, se uno lo vuol cambiare, altrimenti si può anche lasciare tutto così, tanto finora siamo andati bene
 
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view post Posted on 6/5/2012, 19:29     +1   -1

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CITAZIONE (mcarbone1973 @ 6/5/2012, 18:17) 
Rendetevi conto che alcuni ragionamenti in questo thread secondo me dimostrano quanto siamo ancora blindati. I commenti sembrano abbastanza banali, anche rispettosi, ma qui si e' parlato di "veneti migranti", "le parlate obbrobriose dei sicilani e dei calabresi" e cosi' via. Qualcuno qui capisce che affermazioni di questo genere sono un po' offensive? Parliamo di un'Italia unita e felice ma bisogna pure guardare allo specchio con un po' di onesta' intelletuale, no?

"Il senatur" grida "Roma Ladrona" e in questo thread si e' parlato di "conto alla romana". Innanzi tutto, Roma e' la nostra capitale perche' storicamente e' la nostra citta' piu' importante, e' il seme di tutta l'Europa neolatina di oggi, e' geograficamente abbastanza centrale ed e' anche un buon compromesso culturale tra nord e sud. "Il conto alla romana" e "Roma Ladrona" infatti NON ESISTONO. Sono motti che creano problemi. Qui si tratta semplicemente di un governo disfunzionale che potrebbe essere piazzato in qualsiasi citta' - Roma, Milano, Firenze o Napoli. Tale governo e' una sintesi di tutti i rappresentati incomepetenti che provvengono da ogni angolo della penisola e per caso si uniscono a Roma.

Marcus

scusa ma dire che il veneto era una zona repressa d'italia fino al 1960 non è una realtà storica?
tutta l'immigrazione nel sud america è stata quasi di veneta (inteso come l'attuale veneto+friuli), mentre quella nel nord america è quasi tuttaorigine del sud italia, non mi sembra di aver offeso nessuno. Se ci offendiamo anche per le realtà storiche meglio chiudere il th subito.
Ho riportato edulcorate le parole di mia nonna, dicendo che le badanti erano tutte del veneto friuli nella Roma tra gli anni 30 e gli anni 50, quando realmente mia nonna e anche la mia bisnonna mi dicevano che tutte le "signorine" di strada erano di quelle parti.

Da buon romano, dire "si fà alla romana" non è che mi ha offeso, fare alla romana vuol dire che si fa un conto e si divide per tutti in parti uguali, ovviamente la cosa funziona quando tutti prendono + o - la stessa cosa, certo se uno si prende la bistecca da 40€ e l'altro le salsicce da 10€ uno non lo fà.

Nel concetto delle regioni, diciamo che il senso dell'intervendo dell'utente mi sembrava chiaro, chi ha i soldi per la bistecca se vuole la prende, chi non li ha prende qualcosa, ma sarebbe da evitare che chi non li ha, si prende lo stesso la bistecca dicendo "tanto me la pagheranno gli altri".

E la cosa ti dico, non mi ha offeso per niente, con un minimo di intelligenza si capisce quando una cosa è detta per offendere e quando è detta per evidenziare la realtà dei fatti.
Se non finisce sempre in un vuoto perbenismo delle parole di pirandelliana memoria, il fare "tutto per bene" anche quando non serve.

Uguale quello che dice simon sulla parlata è vero e in parte condivido, se uno impara l'italiano male, lo parla male e manco ne capisce i termini, forse è meglio che non lo parla e continua ad esprimersi in dialetto. O più semplicemente, la scuola dovrebbe imparare subito a parlare l'italiano e amen.
Mettere un accento, magari anche sbagliarlo è un conto, ma non capire le parole ed usarle male è un altro.
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 6/5/2012, 20:08     +1   -1




Marcus guarda che il consiglio che ti ho dato funziona,ma tornando alla questione meridionale,ormai si è detto di tutto e di più e la questione resta lì dopo 150 anni di unità d'italia.Che altro dire,io penso che intanto le popolazioni meridionali debbanono dismettere quell' atteggiamento di aspettarsi sempre che qualcuno debba aiutarli a risolvere i loro problemi.Si può per un momento pensare che in italia il governo centrale non ci sia e provare da soli a tirarsi un pò su le maniche?Invece di dire non ci aiuta nessuno (cosa non vera) si può dire ma noi cosa vogliamo fare per noi stessi?Una volta ,ero in treno e di fronte a me c'era un giovane di Potenza che andava al nord per lavoro,iniziammo a chiacchierare del più e del meno ed iniziò a parlarmi della sua città,presto inziò a lamentarsi per il fatto che lì non c'era nulla da fare,che mancava questo e quello,insomma mi colpì la sua rassegnazione,per lui tutto quello che non funzionava non avrebbe mai funzionato e pertanto non valeva battersi per cambiare le cose.Ecco vedi,questo è il nocciolo.L'atteggiamento rinunciatario e fatalista non porta alcun cambiamento positivo.Per me la prima cosa da fare è battersi nel proprio posto di residenza per cambiare le cose,fare una cooperativa,inventarsi un lavoro sbattersi senza chiedere agli altri che ci tolgano le castagne dal fuoco.Di tutto e di più.Arrendersi mai!
 
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mcarbone1973
view post Posted on 7/5/2012, 00:06     +1   -1




Guardando quello che avevo scritto, capisco il malinteso. Intendevo, anche un po' nel senso ironico, che queste osservazioni (come il veneto migrante o il calabrese che non sa pronunciare le parole) sono stereotipi che vanno esaminati un po' piu' delicatamente. Spero che chi favorisce l'unita' d'Italia (come ognuno di noi) sia anche d'accordo. Mi auguro che un giorno potremo voltare pagina seppellendo certi detti. Non intendevo far finta che mi sono offeso molto.

Ho avuto l'esperienza di incontrare piu' meridionali che settentrionali che pronunciano male i vocaboli? Si', secondo me e' vero. Ma a volte cominciamo ad esagerare e generalizzare. Il fatalismo notato puo' essere vero per alcuni meridionali ma e' anche vero che frequentemente le nostre espressioni hanno connotazioni un po' cattive. Magari non siamo piu' sensibili perche' alcune osservazioni sono state ripetute ad nauseum.

All'inizio del thread, avevo notato che qualche volta mi e' capitato di fare "l'arbitro". Nel sud, durante conversazioni con alcuni conoscenti era quasi sottinteso che lo Stato ci "deve" un lavoro, ci "deve" una casa e cosi' via. Queste pretese mi fanno bollire il sangue. Pero' non tutte le lamentele sono ingiustificate. L'ordine civile normalmente garantito dalle autorita' per me e' un diritto e non una pretesa. In poche parole, credo che l'eliminazione della criminalita' organizzata sia il dovere dello Stato. Chi invece ha quella mentalita' che lo Stato fa tutto e dovrebbe mettere un televisore maxi-schermo in ogni casa italiana si sbaglia di grosso.

Spero di essermi spiegato un po' meglio adesso.
Marcus
 
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view post Posted on 7/5/2012, 00:45     +1   -1

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CITAZIONE (mcarbone1973 @ 6/5/2012, 18:17) 
Rendetevi conto che alcuni ragionamenti in questo thread secondo me dimostrano quanto siamo ancora blindati. I commenti sembrano abbastanza banali, anche rispettosi, ma qui si e' parlato di "veneti migranti", "le parlate obbrobriose dei sicilani e dei calabresi" e cosi' via. Qualcuno qui capisce che affermazioni di questo genere sono un po' offensive? Parliamo di un'Italia unita e felice ma bisogna pure guardare allo specchio con un po' di onesta' intelletuale, no?

"Il senatur" grida "Roma Ladrona" e in questo thread si e' parlato di "conto alla romana". Innanzi tutto, Roma e' la nostra capitale perche' storicamente e' la nostra citta' piu' importante, e' il seme di tutta l'Europa neolatina di oggi, e' geograficamente abbastanza centrale ed e' anche un buon compromesso culturale tra nord e sud. "Il conto alla romana" e "Roma Ladrona" infatti NON ESISTONO. Sono motti che creano problemi. Qui si tratta semplicemente di un governo disfunzionale che potrebbe essere piazzato in qualsiasi citta' - Roma, Milano, Firenze o Napoli. Tale governo e' una sintesi di tutti i rappresentati incomepetenti che provvengono da ogni angolo della penisola e per caso si uniscono a Roma.

Marcus

Se leggessi bene il mio post, noteresti che non ho detto che e' obbrobrioso il siciliano o calabrese.A me piacciono le lingue locali.Ho semmai detto, quando Fulvio ha parlato della felice sostituzione di dette parlate con la bella lingua italiana,che non condivido questo suo giudizio.In quanto a me personalmente fa piu piacere sentire un calabrese o siciliano o veneto nel proprio dialetto che in una versione posticcia dell'italiano.Dato che questa e' la realta linguistica che si va diffondendo in gran parte del paese.Con gente che usa il verbo "azzeccare" con un significato che niente a a che fare con la realta' o che usa la tripla BBB (impossibbbile o impossibbbele), che mette la U al finale di ogni vocabolo (vocabbolu etc).Questo per me e' obbrobrioso.Preferirei sentirli parlare nel loro dialetto come facevano Manzoni. Alfieri o D'Annunzio.
 
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view post Posted on 7/5/2012, 09:37     +1   -1

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CITAZIONE (simon1971 @ 7/5/2012, 01:45) 
CITAZIONE (mcarbone1973 @ 6/5/2012, 18:17) 
Rendetevi conto che alcuni ragionamenti in questo thread secondo me dimostrano quanto siamo ancora blindati. I commenti sembrano abbastanza banali, anche rispettosi, ma qui si e' parlato di "veneti migranti", "le parlate obbrobriose dei sicilani e dei calabresi" e cosi' via. Qualcuno qui capisce che affermazioni di questo genere sono un po' offensive? Parliamo di un'Italia unita e felice ma bisogna pure guardare allo specchio con un po' di onesta' intelletuale, no?

"Il senatur" grida "Roma Ladrona" e in questo thread si e' parlato di "conto alla romana". Innanzi tutto, Roma e' la nostra capitale perche' storicamente e' la nostra citta' piu' importante, e' il seme di tutta l'Europa neolatina di oggi, e' geograficamente abbastanza centrale ed e' anche un buon compromesso culturale tra nord e sud. "Il conto alla romana" e "Roma Ladrona" infatti NON ESISTONO. Sono motti che creano problemi. Qui si tratta semplicemente di un governo disfunzionale che potrebbe essere piazzato in qualsiasi citta' - Roma, Milano, Firenze o Napoli. Tale governo e' una sintesi di tutti i rappresentati incomepetenti che provvengono da ogni angolo della penisola e per caso si uniscono a Roma.

Marcus

Se leggessi bene il mio post, noteresti che non ho detto che e' obbrobrioso il siciliano o calabrese.A me piacciono le lingue locali.Ho semmai detto, quando Fulvio ha parlato della felice sostituzione di dette parlate con la bella lingua italiana,che non condivido questo suo giudizio.In quanto a me personalmente fa piu piacere sentire un calabrese o siciliano o veneto nel proprio dialetto che in una versione posticcia dell'italiano.Dato che questa e' la realta linguistica che si va diffondendo in gran parte del paese.Con gente che usa il verbo "azzeccare" con un significato che niente a a che fare con la realta' o che usa la tripla BBB (impossibbbile o impossibbbele), che mette la U al finale di ogni vocabolo (vocabbolu etc).Questo per me e' obbrobrioso.Preferirei sentirli parlare nel loro dialetto come facevano Manzoni. Alfieri o D'Annunzio.

sai quale è il fatto, che stiamo parlando sempre di letterati o grandi uomini, che erano perfettamente ingrado di parlare sia italiano, sia il loro dialetto, ed entrambi a livelli di conoscenza altissimi. Visto che non siamo tutti uguali, e c'è anche il popolo, chiedere di conoscere a livello altissimo sia l'italiano che il loro dialetto è una cosa impossibile. Quindi se bisogna scegliete, tanto vale che si imparano prima bene l'italiano "comune" e poi si approfondiscano il dialetto.
il problema è che se a scuola gli insegni l'italiano corretto e a casa i genitori gli insegnano solo dialetto, la parlata risultante sarà una fusione delle due...che normalmente nel centro italia funziona, nel nord-overst anche, nel nord est e nel sud italia invece esce fuori un risultato non soddisfacente.
 
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mcarbone1973
view post Posted on 7/5/2012, 19:40     +1   -1




QUOTE (FulvioDip @ 7/5/2012, 10:37) 
QUOTE (simon1971 @ 7/5/2012, 01:45) 

sai quale è il fatto, che stiamo parlando sempre di letterati o grandi uomini, che erano perfettamente ingrado di parlare sia italiano, sia il loro dialetto, ed entrambi a livelli di conoscenza altissimi. Visto che non siamo tutti uguali, e c'è anche il popolo, chiedere di conoscere a livello altissimo sia l'italiano che il loro dialetto è una cosa impossibile. Quindi se bisogna scegliete, tanto vale che si imparano prima bene l'italiano "comune" e poi si approfondiscano il dialetto.
il problema è che se a scuola gli insegni l'italiano corretto e a casa i genitori gli insegnano solo dialetto, la parlata risultante sarà una fusione delle due...che normalmente nel centro italia funziona, nel nord-overst anche, nel nord est e nel sud italia invece esce fuori un risultato non soddisfacente.

Ricordiamoci che non possiamo superare secoli di storia linguistica in un attimo. Forse pretendiamo troppo. Ad esempio, la lingua venetica (da non confondersi con l'attuale lingua veneta) non si e' estinta all'improvviso a favore del latino. Non credo che nessun veneto voglia inutilmente cercare di "ristabilare" la lingua venetica proprio come nessun italiano vuole dichiarare la lingua latina la nuova lingua nazionale.

Atteggiamenti cambiano pian pianino e, come dicevo, la realta' linguistica fra 30 o 50 anni sara' molto diversa in quanto i dialetti saranno praticamente estinti. L'importante e' una comprensione reciproca, non che l'Italia diventi una nazione perfettamente omogenea. Questo e' impossibile ma, sfortunatamente, credo che alcuni sempliciotti (non mi riferisco ai forumisti qui presente ma ad alcuni italiani un po' meno istruiti) abbia l'impressione che molti paesi lo siano ma l'Italia no.

Teniamo conto che la vita moderna porta cambiamenti. Noi vogliamo pretendere che un giovane di oggi sia 1) esperto del dialetto, 2) esperto dell'italiano, 3) esperto di una lingua straniera, 4) esperto di computer, 5) esperto di storia, 6) esperto di matematica, e cosi' via. I grandi uomini del passato erano anche uomini, umani. Non credo che fossero esperti in ogni benedetto aspetto della vita.

Marcus
 
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view post Posted on 8/5/2012, 01:14     +1   -1

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CITAZIONE (FulvioDip @ 7/5/2012, 10:37) 
CITAZIONE (simon1971 @ 7/5/2012, 01:45) 
Se leggessi bene il mio post, noteresti che non ho detto che e' obbrobrioso il siciliano o calabrese.A me piacciono le lingue locali.Ho semmai detto, quando Fulvio ha parlato della felice sostituzione di dette parlate con la bella lingua italiana,che non condivido questo suo giudizio.In quanto a me personalmente fa piu piacere sentire un calabrese o siciliano o veneto nel proprio dialetto che in una versione posticcia dell'italiano.Dato che questa e' la realta linguistica che si va diffondendo in gran parte del paese.Con gente che usa il verbo "azzeccare" con un significato che niente a a che fare con la realta' o che usa la tripla BBB (impossibbbile o impossibbbele), che mette la U al finale di ogni vocabolo (vocabbolu etc).Questo per me e' obbrobrioso.Preferirei sentirli parlare nel loro dialetto come facevano Manzoni. Alfieri o D'Annunzio.

sai quale è il fatto, che stiamo parlando sempre di letterati o grandi uomini, che erano perfettamente ingrado di parlare sia italiano, sia il loro dialetto, ed entrambi a livelli di conoscenza altissimi. Visto che non siamo tutti uguali, e c'è anche il popolo, chiedere di conoscere a livello altissimo sia l'italiano che il loro dialetto è una cosa impossibile. Quindi se bisogna scegliete, tanto vale che si imparano prima bene l'italiano "comune" e poi si approfondiscano il dialetto.
il problema è che se a scuola gli insegni l'italiano corretto e a casa i genitori gli insegnano solo dialetto, la parlata risultante sarà una fusione delle due...che normalmente nel centro italia funziona, nel nord-overst anche, nel nord est e nel sud italia invece esce fuori un risultato non soddisfacente.

Io senza essere un grande letterato riesco a parlare spagnolo, italiano, francese e dialetto apuano(le prime due sono le mie lingue madre, la terza e quarta sono ormai lingue "straniere" ma che all'occorrenza so parlare come se fossero la mia avendone una ottima padronanza) senza mai fare confusione tra i vari linguaggi e usando ogno qualvolta l'accento relativo.So che per molti e' difficile ma certo non e' impossibile. per cio' mi stupisco quando vedo quegli studenti a cui risulta addirittura difficile parlare l'italiano stesso scisso dall'accento del dialetto regionale.
 
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enniodiprinzio
view post Posted on 8/5/2012, 10:30     +1   -1




CITAZIONE (simon1971 @ 8/5/2012, 02:14) 
CITAZIONE (FulvioDip @ 7/5/2012, 10:37) 
sai quale è il fatto, che stiamo parlando sempre di letterati o grandi uomini, che erano perfettamente ingrado di parlare sia italiano, sia il loro dialetto, ed entrambi a livelli di conoscenza altissimi. Visto che non siamo tutti uguali, e c'è anche il popolo, chiedere di conoscere a livello altissimo sia l'italiano che il loro dialetto è una cosa impossibile. Quindi se bisogna scegliete, tanto vale che si imparano prima bene l'italiano "comune" e poi si approfondiscano il dialetto.
il problema è che se a scuola gli insegni l'italiano corretto e a casa i genitori gli insegnano solo dialetto, la parlata risultante sarà una fusione delle due...che normalmente nel centro italia funziona, nel nord-overst anche, nel nord est e nel sud italia invece esce fuori un risultato non soddisfacente.

Io senza essere un grande letterato riesco a parlare spagnolo, italiano, francese e dialetto apuano(le prime due sono le mie lingue madre, la terza e quarta sono ormai lingue "straniere" ma che all'occorrenza so parlare come se fossero la mia avendone una ottima padronanza) senza mai fare confusione tra i vari linguaggi e usando ogno qualvolta l'accento relativo.So che per molti e' difficile ma certo non e' impossibile. per cio' mi stupisco quando vedo quegli studenti a cui risulta addirittura difficile parlare l'italiano stesso scisso dall'accento del dialetto regionale.

Simon se non fosse così non avremmo ancora oggi "tra i piedi" le consonanti iniziali aspirate che nel carme 84 Catullo rimproverava agli Etruschi ed ancora oggi caratterizza la parlata dei toscani.Non sono bastati 2000 anni a cancellare quella caratteristica passata di generazione in generazione,di lingua in lingua.Tutto ciò è estremamente affascinante.I bambini da piccoli sono delle spugne,ciò che impari fino a 12-15 anni (linguisticamente parlando in senso lato-e quindi anche l'accento) non basta una intera vita a cancellarlo.Ci vuole una gran fatica in età adulta a ripulire i difetti di pronuncia acquisiti nell'infanzia.Io nel mio piccolo sento oggi i confini territoriali dei Marrucini(Sabelli)rispetto ai Frentani(Sanniti) proprio in virtù di sfumature di accento che variano rispettando sorprendentemente quegli antichi confini dei rispettivi popoli preromani.Insomma l'accento difficile da togliere è una "disgrazia" per chi fa di tutto per affrancarsene ma è una preziosa risorsa per quelli che si occupano di studi linguistici.
P.S. tu dovresti essere messo abbastanza bene come pulizia di pronuncia,a mia modesta esperienza sono proprio le popolazioni ai confini tra centro e nord a fare meno fatica nell'imparare un italiano pronunciato correttamente.A guardare la cartina di Wikipedia nella tua zona convergono ben tre tradizioni linguistiche(ligure da ovest,emiliana da nord,toscana da est) le cui rispettive influenze dovrebbero limitare eventuali eccessive coloriture delle singole tradizioni di partenza).Magari ho detto una gran cazzata,ma tieni conto che non ho mai sentito come parla uno delle Apuane.

Edited by enniodiprinzio - 8/5/2012, 11:55
 
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