Non immagini quanta ragione hai, Mars, hai espresso ciò che spesso penso quando mi trovo a contatto con degli spagnoli (fortunatamente adesso non più, ormai già da quasi due anni) e, soprattutto quando li vedo interagire tra di loro, la prima cosa che mi viene in mente è appunto quanto da te già detto; oltre al fatto che noi, pur con tutti i nostri problemi e difetti, siamo comunque una nazione, mentre questi appaiono un coacervo di genti tenute insieme dal monarca di turno, e per giunta pure superbi nel loro modo di essere. Probabilmente, lì, se viene meno la monarchia, il problema non sarà solo la Catalogna, il Paese Basco e, in minor misura, la Galizia e le Canarie (queste ultime direttamente in Africa), ma viene giù proprio tutta la baracca.
E credo che un significativo sconquasso potrebbe avvenire anche se venisse meno la (dis)unione europea, dato che, in Catalogna per esempio, un po' come in tutta la Spagna, sono esasperatamente europeisti (buscano un sacco di quattrini, e ''si rifanno il look'', o meglio, si rifanno le strade, i ponti, le opere pubbliche... è difficile in Spagna non vedere un luogo dove non sia affisso un cartello di ''
Fondos europeos'' per le opere pubbliche, dato che ancora non sono, né sono mai stati, un contribuente netto, a differenza nostra, e direi anche purtroppo), quindi, diciamo che i catalani ''reggono la cosa'' e non si esaltano di più (nel volersi distaccare) anche perché sanno che staccandosi dalla Spagna verrebbero automaticamente estromessi dal circo dell'Ue, cosa per loro di vitale importanza, e questo li frena, ma se dovesse venir meno l'Ue, sono certo perderebbero ogni freno inibitorio in quanto al distacco.
Non sono cittadini di una nazione, ma sudditi! Solo che non se ne rendono conto. Una cosa al quanto ridicola, che forse chi non conosce bene la Spagna non sa, è che ogni ''Comunità Autonoma'', a livello scolastico, studia una storia parallela rispetto a quella della regione vicina, con le regioni indipendentiste che danno il ''meglio di sé'' in questo campo, mentre, nelle regioni puramente castiglianofone, studiano la storia in chiave unitarista ed impregnata di retorica spagnolista, con praticamente ognuna di queste che tira acqua al proprio mulino e facendo a gara a chi si inventa (letteralmente) la storia (o meglio, la mitologia) più sciovinista (tanto a livello regionale come statale).
In alcuni casi avviene quello che io chiamerei ''storia matrioska'', nel senso che, in certe regioni, studiano sia quella loro interpretano come storia nazionale (in chiave ultra-sciovinista, ma con quest'ultimo che gli viene inoculato in maniera subliminale, velata, in modo che non appaia come tale) che la ''storia regionale'' (altrettanto ultra-sciovinista, tanto che spesso rasenta la fantascienza più che la storia), venendosi quindi a creare una sorta di ''storia nella storia'', tipo matrioska (a volte succede anche tra provincia e provincia, per esempio, negli ultimi tempi, la provincia di Leon proponeva di separarsi dalla Castiglia per rivivere ''i fasti del
Reino de Leon'', costituendo regione a sé stante, con il plauso dell'indottrinamento scolastico a cui vengono sottoposti inconsciamente fin da bambini).
Un altro esempio paradossale, e che ad immaginarlo in Italia farebbe ridere non poco (oltre ad essere impensabile una cosa del genere nel nostro contesto nazionale), è ciò che avviene in Catalogna con l'
Institut Nova Història (
https://en.wikipedia.org/wiki/Institut_Nova_Hist%C3%B2ria sito ufficiale:
www.inh.cat/). Il quale, ai nostri occhi, potrebbe sembrare una barzelletta (io assistetti casualmente ad una loro riunione e ne rimasi scioccato), ma è reale, ed è una fondazione pubblica alle cui riunioni assistono centinaia se non migliaia di persone ogni volta (collaborano anche ai libri di testo della ''Comunità Autonoma'', ovviamente), ed i loro professori sono fermamente convinti che, personaggi come Leonardo Da Vinci (
Leonard De Vich), Amerigo Vespucci (
Americ Despuig), Cristoforo Colombo (
Joan Colom)... nonché anche alcuni personaggi castigliani meno noti, fossero tutti catalani. Ma la stessa situazione di indottrinamento e di pedagogia nazionale manipolata si verifica anche all'inverso, ossia, in chiave ''spagnolista'' (castiglianista), solo che in tale caso è comunemente accettata come pedagogia storica di base in tutto il Paese (meno che tra gli indipendentisti, ovviamente), pur essendo palesemente atta ad indottrinare le menti spagnole attraverso una mirata visione della storia basata nella subliminale esaltazione nazionale (cosa che uno straniero noterebbe facilmente, ma della quale gli spagnoli nemmeno si rendono conto).
Nel caso di Colombo in particolare, nessuno spagnolo pensa, o, spesso nemmeno sa, che fosse italiano, dato che questo è nativo di tutte le regioni della Spagna: in ogni regione spagnola hanno una mitologia legata al luogo di nascita di Colombo, e sui loro libri di testo scolastici studiano che fosse un ''navigante di origine ignota'', e poi ''se lo litigano'' di regione in regione, e se qualcuno gli dice ciò che il resto del mondo conosce a riguardo, e cioè che fosse italiano o genovese, si mettono odiosamente ridere o si incazzano, rispondendogli: ''
¡Italia no existia jajajaj!'' o ''
¡En Genova son unos ladrones, nos quieren robar a Colón!''. Queste sarebbero le risposte del 90% degli spagnoli, roba che nemmeno i croati con Marco Polo.
Dinamiche come queste si verificano in tutte le ''comunità'' (regioni) spagnole, anche se i casi più estremi possono apparire quello catalano, basco e galiziano, ma pure i territori propriamente spagnolisti non sono da meno. Per esempio, anni addietro, vissi per un periodo in Andalusia, non lontano dal sito archeologico di
Italica (che per loro è il non plus ultra dell'archeologia, mentre qua sarebbero delle rovine romane qualsiasi), il primo insediamento di epoca romana della penisola iberica, consolidatosi in seguito come colonia di diritto latino, e, come dice anche il suo stesso nome, popolata da soldati italici (tanto cittadini di diritto romano come cittadini di diritto latino ma, soprattutto, da
socii delle
alae sociorum, tutti italici, ovviamente) rimasti nella neonata provincia di
Hispania Ulteriore sotto Scipione, in seguito alla seconda guerra punica; e in quella zona la considerano come ''città iberica'', nel senso che, per loro, si trattava sì di romani, ma iberici, e se gli chiedi perché si chiamasse Italica la maggior parte non ti sa nemmeno rispondere (o se glielo spieghi ti rispondono con arroganza: ''
¡Italia no existia jajajaj, que ignorante!''), e ovviamente non sanno niente del ruolo dell'Italia nel contesto repubblicano ed imperiale, né della differenza tra questa e le province (fino all'istituzione delle diocesi durante il Tardo Impero), perché evidentemente non studiano nulla di tutto questo a scuola (almeno per ciò che concerne le scuole di base), dove, al contrario, gli danno ad intendere che luoghi come la posteriore provincia della
Baetica fossero ''il centro dell'Impero'' o che personaggi come Traiano e Adriano fossero automaticamente ''ispanici'' (li chiamano direttamente ''imperatori spagnoli'')! E sono assolutamente dogmatici su queste cose, facendo sì che parlare di storia con uno spagnolo risulti letteralmente impossibile.
Ma, come questi, ci sono migliaia di altri esempi.
Edited by Fieramosca - 14/5/2023, 23:12